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Si è ricompattato il fronte diessino alla Provincia

Incontro nel pomeriggio fra il presidente Pellegrino e i suoi uomini a Palazzo dei Celestini. Parole di elogio per il consigliere Fasano, concordia sull'azione di governo. E divergenza su Rotundo

Se Giovanni Pellegrino getta acqua sul fuoco delle polemiche scatenate dalla sua analisi della sconfitta di Rotundo alle comunali leccesi, il gruppo consiliare e gli assessori Ds della Provincia non concedono sconti. I consiglieri e gli assessori diessini si sono riuniti alle 16 circa nella federazione provinciale del partito, in via Tasso, a Lecce, per assumere una posizione sulle dichiarazioni del capo di Palazzo dei Celestini.

Pellegrino aveva osservato che alle amministrative del 27 e del 28 maggio il centrosinistra avrebbe dovuto presentare un candidato moderato. Consiglieri e assessori provinciali diessini in comunicato diffuso al termine della riunione hanno definito tali valutazioni "intempestive e non condivisibili, pur nel tono problematico e prudente con cui sono state esposte".

"Sono un libero pensatore - ha ricordato alla stampa Pellegrino dopo l'incontro con assessori e consiglieri- e da almeno quindici anni esprimo idee che non sempre coincidono con quelle della maggioranza del partito". Il presidente ha chiarito di aver soltanto evidenziato errori remoti di strategia commessi dall'Unione, ha sottolineato il contributo del consigliere Flavio Fasano alla coesione della sua maggioranza. I consiglieri nel comunicato hanno manifestato solidarietà a Fasano "che con grande efficacia svolge le funzioni di capogruppo consiliare" e gli hanno chiesto di "revocare le dimissioni, anche in considerazione della circostanza che le valutazioni del presidente Pellegrino sul voto comunale di Lecce non attengono al governo della Provincia". Pellegrino ha definito Fasano un capogruppo eccezionale. "Mi ha superato . ha constatato - in ecumenismo, ha contribuito a un clima di bipolarismo maturo".

Divergenza sull'analisi del voto creata da Pellegrino, il quale non ritratta e rivendica la sua natura di liberale, quindi di libero pensatore, ma nessun dissapore sull'amministrazione provinciale, quindi sul prosieguo dell'azione diessina. "Sull'azione di governo della Provincia - hanno scritto consiglieri e assessori diessini - vi è piena concordia tra gruppo consiliare, rappresentanza del partito in giunta e suo presidente". Pellegrino ha ricordato di perseguire l'interesse della Provincia, ma di non pretendere che i diessini in Provincia la pensino come lui. Il vaso quindi non è rotto, una divergenza di idee, quando circolano liberi pensatori, ci può stare. Ma il libero pensiero di Pellegrino non sarà impiegato nella prossima
amministrazione. "Non mi candido" ha promesso il senatore. E questa dichiarazione nessuno la può eccepire.

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