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Nuove assunzioni e vecchi problemi, sciopero in Sanitaservice

I lavoratori in Prefettura,hanno manifestato i disagi per l'aumento del carico di lavoro e per il mantenimento dell'orario part time. Fsi preme per il passaggio al tempo pieno, entro la fine dell'anno

 

LECCE – Hanno incrociato le braccia oggi, i lavoratori di Sanitaservice a causa dei ben noti, e irrisolti, problemi che fanno zoppicare la neonata società in house della Asl di Lecce. La giornata di sciopero con relativa manifestazione presso la Prefettura di Lecce, è stata organizzata dal sindacato Fsi in polemica con la paventata assunzione di altri 35 addetti alle pulizie nelle aree comuni dei presidi ospedalieri: servizio rimasto in appalto sin da maggio, apparentemente senza un chiaro motivo.

“In virtù del business plan di Sanitaservice che stanziava un budget per gli stipendi di 680 persone, – spiega il segretario Fsi, Dario Cagnazzo – questa nuova ondata di internalizzazioni è illegittima. Bisogna prima aumentare il monte ore a chi già lavora”. Il personale di Sanitaservice, infatti, continua con il part time, (nonostante l’impegno ad un passaggio fino alle 36 ore settimanali, ndr), e “il fabbisogno di personale per le mansioni di ausiliariato, portierato, disinfestazione e cura del verde era già stato fissato”, spiega Cagnazzo. Non si vede il bisogno di assumere nuove persone, in buona sostanza, dal momento che i 680 in servizio dal primo maggio, potrebbero essere impiegati al 100 per cento, grazie al full time.

sciopero 1-2In più, per Fsi, la clausola sociale che impone il mantenimento delle condizioni contrattuali precedenti, non potrebbe essere applicata ai 35 lavoratori delle aree comuni, ma solo per i servizi nuovi, come la gestione del sistema informatico e del 118.

Cagnazzo spiega i motivi della protesta, mantenendo ben stretto in mano il business plan: “I soldi per il full time ci sono tutti, – dice – ma ora mancano all’appello 2 milioni e mezzo di euro, spesi impropriamente con l’appalto delle aree comuni”. I lavoratori stessi, non hanno dubbi: nella guerra tra poveri che si è scatenata dopo la protesta sui tetti dell’ospedale “Vito Fazzi”, i 35 dipendenti delle ditte esterne che reclamano l’assunzione, sarebbero un cavallo di Troia. Una trappola ordita dalle imprese che hanno perso gli appalti, le quali starebbero strumentalizzando la rivolta per far saltare i conti dell’intero processo “in housing”.

Ma i problemi di Sanitaservice, non si esauriscono qui: il viceprefetto vicario, Biagio De Girolamo, è stato messo al corrente anche della situazione di confusione e completa disorganizzazione del lavoro, che regna nei presidi ospedalieri dove è previsto – in virtù del piano di riordino aziendale della Asl di Lecce - un ampliamento dei servizi e il collocamento di ulteriori unità operative provenienti dagli ospedali dismessi. “I lavoratori sono oberati di lavoro e si trovano al limite della sopportazione fisica, - denuncia Cagnazzo -  dovendo sopperire, pur con un contratto a part time, all’aumento delle mansioni”.

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