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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Una pattuglia di sindaci al presidio No Tap: "Sostegno oltre le beghe di campanile"

Cantiere fermo per il secondo giorno consecutivo, intanto col primo cittadino di Melendugno si schierano altri amministratori: tra loro quelli di Gallipoli e Castro, comuni turistici e rivieraschi

LECCE – Schierati quasi come una formazione di calcio nelle foto di rito prima della partita, quattordici sindaci salentini si sono allineati davanti al cancello di ingresso nell’area dove si trovano gli ulivi che Tap intende espiantare e trasferire temporaneamente in un’area di stoccaggio fino al termine dei lavori di costruzione del micro tunnel del gasdotto (nella foto manca Dina Manti, arrivata successivamente allo scatto).

Nella campagna a ridosso di San Foca, insieme a Marco Potì, sindaco di Melendugno e a Luca De Carlo, primo cittadino di Vernole, c’erano Antonio Chiga di Zollino, Paolo Fiorillo di Carpignano Salentino, Andrea De Pascali di Castri di Lecce, Fabio Tarantino di Martano, Leonardo Rubichi di Cannole, Fulvio Pedone di Lizzanello, Dina Manti di Corigliano d’Otranto, Francesco Rausa di Ortelle e Paolo Lettere vicesindaco di Caprarica di Lecce, Alfonso Capraro di Castro, Francesca De Vito di Calimera e Stefano Minerva di Gallipoli. In gran parte, ma non tutti, gli stessi firmatari dell'appello inoltrato al prefetto di Lecce, Claudio Palomba, lunedì mattina quando sono partite le operazioni terminate poi con l'espianti di trentatré alberi.

Per il secondo giorno consecutivo il presidio contro il cantiere è proseguito senza problemi: del resto le parti sono in attesa del parere del ministero dell’Ambiente sulla regolarità dell'espianto. L’amministrazione comunale ritiene che non spetti al ministero il via libera, perché dovrebbe essere la Regione Puglia a farlo dopo aver verificato l’ottemperanza da parte di Tap a tutte le prescrizioni imposta in fase di valutazione ambientale. Il consiglio regionale ha intanto approvato un ordine del giorno urgente, del M5S, per dare mandato all’avvocatura di valutare la fattibilità di un altro contenzioso amministrativo proprio su questo nodo autorizzativo.

Un aspetto significativo dell'odierna visita dei sindaci al presidio è dato dal fatto che vi erano rappresentanti anche di realtà distanti decine di chilometri, come Gallipoli e Castro, peraltro comuni rivieraschi che, come Melendugno, fanno del turismo il primo fattore di crescita e che dalla costruzione del gasdotto forse avrebbero anche da guadagnarci in termini di competizione.

“Io penso – ha dichiarato Stefano Minerva, sindaco di Gallipoli - che in questo momento tutti si debbano muovere superando l’ottica campanilistica, perché ci vuole collaborazione. Con Melendugno siamo spesso in concorrenza ma non può essere questo il caso: io non sono contro il gasdotto in generale ma contro l’approdo a san Foca. Facciamolo arrivare questo tubo dove può servire a bonificare i territori”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il primo cittadino di Castro, Alfonso Capraro: “E’ tutto il Salento che si deve mobilitare: in fondo noi che svantaggi avremmo da un’opera che impatta su San Foca, ma come comunità dobbiamo dimostrare di essere uniti. Il turismo è la nostra industria più efficiente e dobbiamo salvaguardare tutti gli aspetti ambientali. Oggi vogliamo dire in maniera chiara al governo di rivedere il punto di approdo. Che ci lascino il sole, il mare e gli ulivi”.

Francesca De Vito, sindaco di Calimera, appare molto determinata a non fermarsi all’attestazione di solidarietà “La scelta è priva di buonsenso, altre e più fruttuose soluzioni ci sarebbero potute essere. Ma che logica c’è nell’approdo a San Foca e nella connessione a Mesagne con la rete nazionale? Se davvero è un’opera necessarie a strategica, poteva essere fatta con ricadute positive su territorio già compromessi. Che il governo convochi un tavolo, aperto agli enti locali: la fascia tricolore servirà pure a qualcosa? Noi siamo pronti ad andare a Roma”.

Per Antonio Chiga, di Zollino, “il fronte si allarga, ma siamo in una fase difficile in attesa del ministero e  delle decisioni della Regione Puglia cui chiediamo di dar seguito subito a quanto votato in consiglio ed eventualmente di adottare in via cautelare gli atti conseguenti per il tempo necessario alla presentazione del ricorso”.

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