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La risposta del sindaco: "Molto più lavoro con la bonifica dei siti inquinanti"

Il primo cittadino di Melendugno rivendica l'interesse generale e replica anche a Confidustria: "I ricorsi sono iniziative istituzionali"

MELENDUGNO – “Tap spinge per un progetto che non può partire: lo dice il ministero, non lo dico io. Ci sono infatti 58 prescrizioni nell’autorizzazione  unica e nessuna è stata ottemperata. Addirittura per la fase zero è necessario il via libera della Regione che si è già pronunciata: sono state ravvisate difformità rispetto al progetto iniziale e poi c’è la questione degli ulivi, che al momento non si possono toccare”.

Marco Potì, sindaco di Melendugno, non si scompone davanti alla sicurezza mostrata da Tap rispetto all'inizio dei lavori preliminari al cantiere vero e proprio, ma ha voluto anche rivolgere un messaggio a Confindustria, che ha sposato l’iniziativa odierna della società di mettere a confronto le aziende appaltatrici del tratto italiano con le imprese locali interessate alla fornitura di servizi e materiali: “Le istituzioni difendono l’interesse generale, loro quello particolare. Ci sono delle iniziative come i quattro ricorsi al Tar del Lazio che sono promosse da attori pubblici e rappresentativi e non credo che Confindustria voglia fermare questo tipo di azioni":

Potì ha fatto riferimento alla posizione del presidente della Regione, Michele Emiliano, che ha preannunciato di rivolgersi alla Corte Costituzionale qualora fosse approvato il decreto del ministero dell'Agricoltura sulla xylella che contiene la clausola cosiddetta "salva Tap" per la quale sarebbe consentito lo spostamento di piante per la realizzazione di opere dichiarate di pubblica utilità e di cui è stata svolta la valutazione di impatto ambientale. Un tentativo, secondo il fronte che si oppone al gasdotto, di aggirare il divieto di movimentazione dei vegetali incluso nelle direttive per arginare la diffusione del batterio.

Il primo cittadino del Comune del cui territorio fa parte sia la marina di San Foca, individuata dal progetto per l'approdo, che il fondo dove dovrebbe sorgere il terminale di ricezione del gasdotto, ha provato pure a ribaltare la prospettiva occupazionale rifacendosi proprio all’intenzione del governatore di battere la strada dell’approdo a Brindisi con la riconversione della centrale di Cerano: “La sua proposta è molto più organica: la decarbonizzazione dei siti produttivi può portare nuovo lavoro, a partire dalle bonifiche”.

Sulla questione delle prescrizioni è intervenuto nelle scorse ore anche il Comitato No Tap, segnalando che nell’ultimo aggiornamento del ministero dell’Ambiente – del 29 gennaio - non risulta alcuna variazione rispetto alla situazione già esposta a fine dicembre. 

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