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Blocco della mobilità volontaria, infermieri sul piede di guerra. Usb: “Incomprensibile”

Potrebbero ottenere il trasferimento presso la Asl di Lecce ed invece sono rimasti in attesa di ottenere il nulla osta dell'azienda cedente. Sit - in davanti alla direzione generale

LECCE – Costretti a fare i pendolari nonostante il diritto ad ottenere il trasferimento nella Asl di Lecce: ed è di nuovo protesta. Questa mattina circa 50 infermieri si sono dati appuntamento davanti alla sede della direzione generale dell’azienda sanitaria per chiedere di parlare con il commissario Silvana Melli. “E’ la terza volta che veniamo eppure non riusciamo a trovarla”, lamenta Gianni Palazzo, sindacalista Usb al comando della mobilitazione. Gli animi dei lavoratori sono infiammati dalla lunga ed incomprensibile attesa di essere trasferiti dopo aver raggiunto la testa della graduatoria di mobilità regionale. L’allora dirigente della Asl di Lecce, Giovanni Gorgoni, all’inizio dell’estate 2015 aveva richiamato in sede circa 200 persone divise tra le aziende di Brindisi, Taranto ed il Policlinico di Bari, ottenendo la disponibilità alla mobilità volontaria di 160 infermieri.

Da allora è tutto bloccato. E la vertenza sindacale sembra essersi annodata nelle maglie della burocrazia: per il trasferimento è necessario, infatti, un nulla osta che nessuna delle aziende cedenti pare voler rilasciare. A Taranto, in particolare, il numero delle persone destinate alla sede di Lecce è stato ridotto a 15 unità perché i direttori tarantini hanno ritenuto di non riuscire a coprire i posti lasciati vacanti dai trasferimenti. La questione non è chiara. Anzi, lo stesso Gianni Palazzo ritiene che siano sorti problemi inesistenti: “La Puglia è uscita dal piano di rientro sanitario ed è caduto anche il blocco del turn over. Ogni azienda sanitaria, quindi, è libera di assumere fino a raggiungere il tetto di spesa previsto per il personale”. Il mancato assenso non fa che aggravare il disagio dei lavoratori, in molti casi costretti a lavorare lontano da casa, e risulta paradossale rispetto alle carenze strutturali di operatori socio sanitari che attanagliano le Asl.20160304_103304-2

Al groviglio burocratico si è aggiunto anche il nodo delle deroghe ministeriali per le assunzioni, dalle quali (precisava la delibera regionale numero 2092)  doveva dipendere la definizione delle procedure di mobilità. Anche queste deroghe risulterebbero inutili, però, dal momento che l’operatività delle Asl non è più limitata dal piano di rientro.  Qualcosa si è parzialmente sbloccata a Lecce con la mobilità in uscita garantita a sole 64 persone, provenienti da Brindisi: “La Asl di Lecce ha  liberato le risorse necessarie grazie alla cessazione di alcuni contratti a tempo determinato- spiega Palazzo -; agli altri operatori è giunta, invece, una lettera di congelamento della loro chiamata fino a data da destinarsi. Il blocco delle mobilità in uscita risulta incomprensibile e determina persino il perdurare dello stato di disoccupazione per chi attende il posto ed è in graduatoria di concorso”.

Il sindacalista di Usb ha stigmatizzato anche l’assenza di una chiara presa di posizione da parte del capo del dipartimento Promozione della salute, Giovanni Gorgoni, sottolineando come lo stesso Gorgoni, in qualità di direttore generale della Asl di Lecce, nel mese di luglio 2015 avesse disposto la possibilità di trasferimento per 200 operatori. Nel frattempo ben tre tribunali hanno accolto i ricorsi dei lavoratori, dando loro ragione. In un caso il giudice del lavoro ha condannato la Asl sostenendo che la negazione del nulla osta potrebbe ostacolare la carriera professionale del dipendente.  “Riteniamo che questa situazione non sia stata gestita correttamente – prosegue Palazzo -: l’unico vincolo concreto per l’azienda sanitaria leccese è nella spesa del personale ma potrebbero provvedere a sostituire il personale in uscita per cessazione di contratto o pensionamento. Rimaniamo in attesa di ottenere una risposta concreta perché la vicenda, per quanto ci riguarda, non può dirsi conclusa”.

Il presidente del Gruppo consiliare di Forza Italia alla Regione, Andrea Caroppo, chiede che “non si scarichi sugli infermieri in attesa di trasferimento presso le difficoltà dovute alla carenza di personale delle altre Asl”. “La Regione deve immediatamente annullare il verbale del primo marzo – aggiunge - e farsi carico del problema che coinvolge i diritti ormai acquisiti di circa cento dipendenti, regolarmente iscritti in graduatoria per la mobilità regionale”.

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