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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Il decreto Profumo slitta. Gli studenti non abbassano la guardia

Discussione rinviata al 28 febbraio. Link - Udu esprime la sua soddisfazione: "Merito delle nostre battaglie in difesa del diritto allo studio".Continua la contestazione sul taglio del 92 per cento del fondo destinato alle borse

LECCE - La riunione della conferenza Stato-Regioni in cui si sarebbe discusso il decreto di riforma dei Lep (livelli essenziali delle prestazioni) prevista per il 21 febbraio prossimo, è stata rinviata al 28 dello stesso mese.

“Siamo contenti – affermano gli universitari di Link – Udu - che il ministro Francesco Profumo non sia riuscito nel suo intento irresponsabile di approvare il decreto sul diritto allo studio in piena campagna elettorale”.

Questa scelta, secondo gli studenti, sarebbe frutto delle continue ed innumerevoli proteste organizzate dalle studentesse e dagli studenti pugliesi che in questi giorni hanno contestato, ma anche creato dei momenti di discussione sul tema. Il movimento studentesco, con cortei e occupazioni, ha di fatto bloccato dal basso un decreto che avrebbe comportato la reale esclusione dai percorsi formativi universitari di migliaia di studenti delle regioni del sud e in particolare della Puglia.

Gli studenti quindi “esultano” per il rinvio del decreto e “diffidano Profumo dal compiere colpi di mano che mirino ad approvare comunque il testo, dopo soli tre giorni dalle elezioni politiche”. La promessa è di continuare a tenere alta l’attenzione sulla questione, organizzando assemblee nelle case dello studente per costruire, dal basso, una proposta di diritto allo studio che sia “più equa e includente”.

I ragazzi delle associazioni che fanno capo alla Rete della conoscenza denunciano, a ripetizione, il taglio del 92 percento al fondo nazionale per le borse di studio: “Una vergogna a cui continueremo a reagire con azioni di protesta negli atenei. Siamo convinti che sia necessario rifinanziare immediatamente il fondo, prima di riaprire un ragionamento sui criteri di merito e reddito per accedere al sistema del diritto allo studio”.

“Noi studenti non siamo disposti ad abbassare la guardia né su questo decreto né sul rifinanziamento del diritto allo studio e dell'università – proseguono i ragazzi - e pertanto richiediamo con forza che il prossimo governo, nei primi cento giorni, dia un chiaro segnale d’inversione di tendenza rispetto al mandato del ministro Profumo e che tenga conto del dissenso e delle proposte di chi, in questi anni, ha difeso l'università e la scuola pubblica, adoperandosi per l'immediata cancellazione del taglio sul bilancio preventivo del Miur e per l'apertura di un tavolo tecnico in cui ridiscutere criteri di merito, livelli Isee e finanziamenti per la copertura totale delle borse di studio”.

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