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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica Otranto

Smaltimento rifiuti solidi urbani, riflessione pubblica

Due assemblee per confrontarsi sui problemi della città nella stagione estiva: il sindaco parla della gestione rifiuti l'opposizione riflette sulle criticità amministrative e chiede più qulità

OTRANTO - Un weekend di dibattito e di questioni di pubblico interesse quello appena trascorso ad Otranto: l'amministrazione comunale e il gruppo di opposizione "Alleanza per Otranto - verso il Pdl" hanno, infatti, tenuto degli incontri per discutere su alcune tematiche dell'estate salentina, dai rifiuti alle condizioni generali della qualità della vita nella "Perla del Salento".

L'assemblea, organizzata in Largo Porta Alfonsina, dal sindaco, Luciano Cariddi, sulla questione della raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, è nata dall'idea di riflettere sui problemi evidenziatisi nella stagione appena trascorsa, dove Otranto, nel periodo di maggior flusso turistico, ha patito i limiti strutturali ed organizzativi del servizio, ritrovando le proprie strade spesso ricolme di immondizia.

Ma il sindaco ha anche voluto dare ragione alla scelta di denunciare l'Ato, in quanto ritenuta responsabile di non aver verificato che la ditta vincitrice dell'appalto avesse tutti i requisiti, non solo sulla carta, per operare su un territorio come quello di Otranto, così esteso e complesso, peraltro incidendo sull'aumento dei costi del servizio, senza reali vantaggi per la cittadinanza.

Cariddi ha anche evidenziato davanti ai cittadini l'inutilità dell'Ato, un'assemblea dove spesso i sindaci "ragionano più secondo indirizzi politici e sotto bandiere di parte, che sulla effettiva volontà di risolvere i problemi": "Del resto, l'Ato stessa spesso risulta essere più un organismo pensato come un poltronificio che risolutore delle questioni nodali". Il primo cittadino ha voluto così sgombrare il campo dall'idea di una responsabilità diretta del comune sulla situazione di disagio, spiegando come il gesto della denuncia vada proprio nella direzione di riuscire a capire chi siano i responsabili.

Nel corso del dibattito, ha preso la parola anche il consigliere provinciale, Francesco Bruni, che ha sottolineato come il metodo italiano più funzionale a non trovare delle responsabilità sia proprio quello della denuncia: secondo Bruni, il sindaco avrebbe dovuto farsi carico di alcuni servizi deficitarii e rivalersi economicamente sulle inadempienze della ditta Ati Lombardi, che dal 1° maggio scorso si occupa della raccolta differenziata. Il vero problema, secondo il consigliere provinciale, non sarebbe, dunque, nel voler cancellare il sistema delle Ato, "che - come affermato qualche vantaggio logistico lo dà pure, ma farlo funzionare, perché solo qui non funziona". Alla base dei problemi della gestione, per i membri dell'opposizione c'è l'incapacità del governatore Vendola di dotare e far aprire le discariche nel Salento.

C'è un fondo di verità in ciascuna delle posizioni: che il ciclo salentino dei rifiuti viva di una cronica difficoltà a partire è un dato di fatto (sono persino cambiati due consiliature regionali di diverso colore), ma è anche vero che sui ritardi incide spesso (e volentieri) la politica, non sempre intenzionata a risolvere le questioni alla radice, ma piuttosto interessata alla contrapposizione campanilista. Anche le Ato stesse, pur dimostrando una certa inefficacia (altrimenti non si spiegherebbe come mai i responsabili si lamentano sempre di non avere potere… detto, in soldoni, di essere inutili), non scelgano di rimettere il proprio mandato, ma restino tranquillamente nel proprio ruolo. La politica di fatto ha meccanismi perversi, per cui i comuni si dichiarano incompetenti e chiedono alle Ato di intervenire; le Ato replicano che le responsabilità sui ritardi della gestione siano figlie della programmazione regionale, che non apre le discariche e completa gli impianti; la Regione controreplica che alcune competenze sono state cedute apposta alle province e alle Ato per affrontare localmente le questioni dei rifiuti; le amministrazioni comunali, di destra o sinistra che siano, in genere si oppongono alle discariche sul proprio territorio; si chiede che gli impianti siano pubblici, ma poi finisce che a gestirli ci sono i privati; si costruiscono termovalorizzatori, col loro bagaglio di ragionevoli dubbi sulla loro effettiva sicurezza (si pensi a quello di Modugno della società partecipata del gruppo Marcegaglia).

Capirci qualcosa, insomma, non è così semplice e spesso la politica ci marcia per seminare confusione e perché "tutto cambi per non cambiare mai". Ma, al di là di questa constatazione, certamente l'assemblea ha avuto il merito di poter dare un quadro più completo della situazione in questione.

Nella serata di sabato, il gruppo di opposizione, ha incontrato la cittadinanza per chiedere un confronto sul tema della "qualità della vita" ad Otranto: si è parlato ancora di rifiuti, del caso delle scuola media "Aldo Moro", del progetto sul porto turistico, del paino traffico, della gestione dell'estate e dei problemi nel centro storico. Secondo i componenti della minoranza, i limiti riscontrati hanno precise responsabilità amministrative di un gruppo di governo, che non ha ancora "una collocazione politica" e che aveva promesso di realizzare in tempi brevi il piano urbanistico generale, che, invece, come da loro ribadito "resta un mistero". Il più diretto degli interventi è stato quello dell'ex vicesindaco, Tommaso De Benedetto, che ha argomentato sulle colpe di un sindaco, a suo giudizio, incapace di dare risposte opportune a problemi concreti. Sia Corrado Sammarruco che Francesco Bruni hanno posto anche una questione di "metodo", peraltro già ribadita nella querelle dei giorni scorsi in merito al problema della scuola, sull'"incapacità del primo cittadino di dialogare con le altre istituzioni del territorio, per concorrere alla risoluzione delle questioni". L'opposizione ha inoltre chiarito le motivazioni che l'hanno spinta a restare ai margini della scena politica, per un periodo di circa sette mesi, ribadendo tuttavia che l'impegno profuso per le politiche e le provinciali abbia dimostrato come ci sia un gruppo cresciuto nonostante la sconfitta alle comunali del maggio 2007, da cui ripartire per "un progetto alternativo di città".

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