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Soppressione dei tribunali. È levata di scudi contro la “razionalizzazione”

Sul tema interviene il presidente della Provincia, Antonio Gabellone, chiarendo l'importanza di garantire "efficienza" ed "efficacia". Sulla stessa lunghezza d'onda, Lisi: "Oberare Lecce può danneggiare il sistema della giustizia"

LECCE – La soppressione delle sette sedi distaccate di tribunali, presenti sul territorio salentino, volute dalla riforma della geografia giudiziaria, portata avanti dal Ministro della Giustizia del governo Monti, Paola Severino. Le proposte sono state già bocciate dal mondo dell’avvocatura salentina, ma stanno incassando il no delle singole comunità, interessate dai “tagli”.

Sull’argomento, interviene anche il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, che sottolinea come il territorio sia così esteso ed importante da non poter “prescindere da un’amministrazione della giustizia ordinata, efficiente, in locali idonei e soprattutto ben distribuita” nel Salento.

“Per questo sorprende – afferma - e non convince affatto, l’ipotesi di ulteriore accorpamento delle sedi dell’amministrazione della giustizia in provincia di Lecce, oltre cento realtà tra comuni e frazioni su un porzione territoriale di 2700 km quadrati e 815mila abitanti da Guagnano a Santa Maria di Leuca, una distanza di almeno 80 km di percorrenza”.

“Come poter ipotizzare che Lecce e la realtà del solo capoluogo – prosegue - possa sopportare, reggere il peso di tutta l’amministrazione giudiziaria, senza delle efficienti sedi distaccate che già operano e si distinguono positivamente per la gestione di migliaia di cause e controversie. Attendiamo con attenzione le decisioni del Ministero di Grazia e Giustizia, consapevoli che questo territorio dovrà comunque riservarsi la possibilità di mettere a conoscenza del governo e dello stesso Ministero le sue priorità e prerogative, quelle di armonizzare e rendere ancora sostenibile l’amministrazione della giustizia”.

Secondo Gabellone, una sola sede non potrebbe conciliarsi con le prerogative di “efficienza” ed “efficacia”: “Razionalizzare può essere condivisibile, congestionare o peggio paralizzare un’attività così importante come quella della giustizia – precisa - può però essere pericoloso e controproducente per l’intero sistema”.  

“Sono perfettamente in linea con il pensiero di una figura così autorevole della magistratura salentina come il giudice Tanisi – asserisce -, condividendo che il Sud della nostra provincia debba essere giustamente tenuto in considerazione nel quadro di questa imminente riorganizzazione degli uffici giudiziari”.

E come Gabellone, anche il deputato del Pdl, Ugo Lisi, interviene sull’argomento: “Razionalizzazione – afferma - non può fare rima con caos e disordine. Nessuno di noi, in alcun contesto, si vuole sottrarre dalla necessaria esigenza di ottimizzare l’erogazione dei servizi sul territorio per contenere i costi e non gravare sulle tasche dei cittadini. Tuttavia la razionalizzazione deve andare di pari passo con la qualità dei servizi offerti”.

“Più volte – insiste Lisi - ho avuto modo di presentare al Ministro Severino la difficile situazione a cui andrebbero incontro i cittadini salentini se dovessero chiudersi molte delle sedi distaccate del Tribunale di Lecce. Anche in questa occasione, come ho avuto modo di ripetere, non c’è rivendicazione campanilistica di sorta, ma solo la presa d’atto che la provincia di Lecce è una delle più grandi d’Italia, nella quale insistono ben 97 comuni”.

Razionalizzazione non può significare per chiudere ed oberare la sede di Lecce, perché così non si garantisce “qualità alla Giustizia”: “Continueremo, quindi, a ribadire al Guardasigilli questa peculiarità territoriale, dimostrando la necessità di accorpare nel rispetto dell’efficienza con opportune distribuzioni territoriali dei carichi giudiziari. E ciò, si badi bene, non solo in considerazione dei disagi che si arrecherebbero a magistrati e avvocati ma, soprattutto, a dipendenti e cittadini”. 

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