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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Sottovia di nuovo chiuso, caos e disagi per i negozi

Da oggi e per tutta la settimana i lavori di pulizia della rete fognaria del sottopassaggio di viale Leopardi. Predisposta viabilità alternativa. Si lamentano i commercianti: "Perderemo altri clienti"

LECCE - Da questa mattina il sottovia di viale Leopardi è chiuso per lavori di pulizia delle condotte fognarie che dovrebbero essere completati nell'arco della settimana ma i disagi già si avvertono, soprattutto per gli esercenti già pesantemente penalizzati dalla lunga chiusura che ha interessato l'infrastruttura a seguito della morte dell'avvocato per il caso della morte per annegamento di Carlo Andrea De Pace (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=23845).

Per quella tragedia il gup Antonia Martalò ha recentemente rinviato a giudizio il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, il dirigente dei Lavori pubblici del Comune, Claudia Branca e l'ex comandante della polizia municipale, Raffaele Urso (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=26211).

Nonostante la viabilità alternativa - le auto attraversano viale Leopardi dalle corsie laterali, intersecando via del Mare che dunque è stata nuovamente "interrotta" - i commercianti temono, sulla scorta delle chiusure precedenti, un nuovo tracollo. Il sottovia era stato finalmente riaperto il 27 dicembre, dopo il collaudo positivo del nuovo sistema di sicurezza (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=24711).

Antonio Campilongo, il cui salone da parrucchiere si trova a venti metri dall'imbocco del sottopassaggio, è inviperito per l'ennesimo cantiere. Si sente molto danneggiato e spiega il perché: "Le auto che passano sono poche, i parcheggi sono pochi e sempre occupati e non c'è un minimo di tolleranza per la sosta di fronte agli esercizi commerciali. Così perdo clienti". Lui, come anche altri titolare di esercizi commerciali della zona, ha richiesto più volte l'intervento dell'amministrazione proponendo anche una soluzione: "Il marciapiede è talmente largo che, come è stato fatto ad esempio il viale Japigia, in più punti, si potrebbero realizzare delle rientranze pur in presenza delle corsie preferenziali".

Una proposta che viene accolta dalla signora Rosalba, titolare de "La Puccia", a condizione che venga salvaguardato lo spazio necessario per la disposizione dei tavolini all'esterno, che nella bella stagione costituiscono il valore aggiunto dell'attività nonché la migliore pubblicità possibile. "Cinque o sei posti, a spina di pesce, si potrebbero ricavare". E secondo la ristoratrice, sarebbe anche il caso di intervenire drasticamente sui pini le cui radici hanno reso il marciapiede una sorta di tappeto ondulato e per questo molto pericoloso. Sulle ricadute negative dell'attuale chiusura invece, nessun dubbio. L'impossibilità di attraversamento del sottopassaggio riduce e di molto il flusso di veicoli e quindi la sosta "lampo" di coloro che si fermano nel locale per un pranzo veloce.

Quello che si è visto questa mattina, intanto, assicura Campilongo "è una coda interminabile nelle ore di punta e per il resto un mortorio. E' possibile che non si riesca a venire incontro alle nostre esigenze, premesso che come tutti gli altri paghiamo la tassa sui rifiuti, sull'insegna e tutto il resto?

E sul caso, anche i giovani democratici del Pd di Lecce. "Quest'ulteriore chiusura del sottovia crea un doppio disagio - afferma Diego Dantes -. Uno è strettamente legato alla viabilità che, in questo punto della città, diventa particolarmente critica negli orari di punta, l'altro è legato agli esercenti già pesantemente penalizzati dalla lunga chiusura che ha interessato l'infrastruttura qualche mese addietro. Nonostante la viabilità alternativa - continua Dantes - i commercianti corrono il rischio, sulla base dell'esperienza delle chiusure precedenti, un nuovo tracollo".

"Ci domandiamo, essendo poi un punto nevralgico per la nostra città, se i lavori di pulizia delle condotte potevano essere previsti ed effettuati già la scorsa volta. Noi temiamo di sì, ecco perché temiamo un altro danno - conclude -, oltre la beffa già subita da alcuni esercenti della zona".

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