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"Sparigliare il centrosinistra, per battere la destra"

L'annuncio atteso è arrivato: Nichi Vendola scende in campo per la leadership del centrosinistra, si candida ufficialmente alle primarie: fornire un'alternativa di governo e battere il berlusconismo

BARI - L'eruzione della buona politica è avvenuta e ha prodotto l'annuncio più atteso: Nichi Vendola è pronto a candidarsi alle primarie del centrosinistra per la leadership nazionale e trasferire la sua anomalia nell'Italia che verrà. La cornice balneare, in cui viene partorita la sfida del cambiamento, non riduce il senso della convention, che appare agli occhi dei più una nuova Woodstock per il futuro dell'Italia intera. Un discorso semplice, diretto, che parla al cuore e che propone l'immagine delle "lanterne che illuminano gli angoli bui dell'esistente".

E così il presidente della Regione Puglia chiude davanti a duemila persone gli Stati generali delle Fabbriche di Nichi, dentro i cantieri dell'alternativa e comunica l'intenzione di "sparigliare i giochi del centrosinistra". Ancora una volta, come fatto nelle primarie regionali del gennaio 2010. Un atto di disponibilità, bisbigliato nei giorni scorsi sui giornali, comunque previsto, ma che segna una discontinuità da cui ripartire, mentre altrove si discute di come portare avanti un governo ormai evidentemente nel pallone.

Vendola è la proposta concreta dell'alternativa, ma il motore del cambiamento sono le Fabbriche, che con la loro creazione hanno scritto una pagina inattesa nel panorama politico italiano e non solo, tanto larga è stata la loro diffusione. Perché la buona politica richiede partecipazione e vuole curare il virus degli accordi e delle decisioni partorite dall'alto, senza la connessione sentimentale con un popolo, spesso dimenticato nei propri bisogni. Vendola, dunque, riparte proprio da quel popolo, quello che ha affollato le primarie e che chiede di esserci nelle decisioni che contano. Per vincere nel nome dei diritti fuori dai giochi di palazzo.

Per questo, il governatore non si nasconde e lancia la sua sfida, convinto di dover sconfiggere prima il centrosinistra, da tempo rannicchiato in un torpore, che necessita dell'elettroshock di una nuova direzione e di un progetto in grado di tornare a vincere. Battere il centrosinistra, per sconfiggere il centrodestra. Non tanto Berlusconi, che, per Vendola, è "già preistoria", ma semmai il berlusconismo, ossia quell'impostazione culturale impossessatasi dell'Italia, che ne ha causato il tracollo istituzionale e politico.

Il paradosso berlusconiano, del resto, per Vendola è sotto gli occhi di tutti: un governo forte nei numeri come non mai nella storia della Repubblica italiana, con una maggioranza costruita su misura del premier, eppure incapace di affrontare i problemi dell'amministrazione, piegata dalle faide interne e sorpresa dalla questione morale, che ne ha minato la consistenza e la coesione. Lontana dalla quotidianità del paese che è reale come in un pezzo degli Afterhours. Il messaggio di Vendola è chiaro: "No ai governi tecnici e a quelli delle larghe intese: le primarie non sono una minaccia per il Pd o per il centrosinistra, e io mi candido per sparigliare questi giochi".

La manifestazione è stata un successo: seguita attraverso il web e i social network, con la fan page di facebook che ha raggiunto quota 167mila utenti e 4.800 nuovi fan solo negli ultimi tre giorni: "Dobbiamo vincere - sottolinea Vendola - ma questo verbo deve essere coniugato fuori dal palazzo, lungo le traiettorie delle vie popolari. Vincere ha un significato se si vince a Pomigliano, a Melfi, se la vittoria ha significato per gli studenti precari, per i ricercatori che sono costretti ad emigrare, per le donne e gli eroi dei nostri giorni, come Falcone, Borsellino e Carlo Giuliani. Bisogna vincere per ricostruire i codici dei diritti: allora la vittoria è un discorso sulla salvezza del Paese, che guarda all'Europa. È la vittoria di tanti, è la vittoria del popolo che si alza in piedi, non è una vittoria di parte o di partito".

Vendola precisa il senso della sua disponibilità alla candidatura: "Perché io? Perché sono voi quando non sopportate il centrosinistra avendo in mente un mondo diverso da questo. Noi abbiamo due obiettivi da raggiungere: il primo è l'indispensabilità di un metodo democratico che si sottrae alle nomenclature di partito; il secondo è portare nell'arena la domanda di una buona politica. Non c'è buona politica che possa prescindere da un discorso sul buio e sulla luce".

Le fabbriche, come specificato da Vendola, sono un'esperienza autonoma da tutti i partiti, portano in dote il principio di cooperazione e "vogliono accarezzare il centrosinistra, insufflare l'anima della questione della modernità nel momento in cui la destra si presenta come antimoderna".Questa nuova realtà vuole scuotere "l'albero del centrosinistra per costruire la narrazione di un'Italia migliore".

Ha poi annunciato i temi chiave di una nuova piattaforma programmatica del centrosinistra: investire nella Bellezza dell'ambiente, dei talenti e dei territori; rilanciare l'Economia attraverso una pressione fiscale più equa, la redistribuzione delle risorse e puntando su qualità e innovazione; sottrarre la Conoscenza alla privatizzazione e alla parcellizzazione dei saperi attraverso il rilancio della scuola e dell'università come elementi fondanti di una cultura diffusa; ristabilire la connessione tra i Diritti e le persone; custodire il patrimonio dei Beni Comuni.

Gli stati generali delle Fabbriche di Nichi saranno un appuntamento annuale: "Questo è l'equivalente del meeting riminese di Comunione e Liberazione: deve essere per noi il più importante incubatore di intelligenze e della nuova classe dirigente". Perché il concetto è uno solo, quello che dalla Puglia si sposta in una direzione più ampia: "C'è un'Italia migliore". Vendola la vuol fare emergere, convinto che "Noi la faremo vincere".

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