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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Un incidente sul lavoro ogni 75 minuti. Il paradosso dei licenziati Spesal

A fronte di un’impennata degli infortuni, la Asl di Lecce con il piano assunzionale dell’11 settembre “ha reso il benservito a sette professionisti”. Galati denuncia il paradosso dello Spesal, che ha importanti funzioni di prevenzione

LECCE – Due incidenti sfociati in tragedie, due ennesime vittime della noncuranza sul posto del lavoro, nelle ultime settimane hanno riacceso il dibattito sulla sicurezza all’interno dei cantieri e delle aziende. I riflettori puntati sul decesso dell’operaio 53, stritolato da un’impastatrice in un salumificio di Taurisano e sull’assurda vicenda del 38 enne di Aradeo morto in un cantiere del brindisino,hanno provocato ovvi malumori, moniti, impegni protesi ad un miglioramento di tutte le condizioni di prevenzione. Peraltro obbligatorie è già previste, con dovizia di dettagli, dalla normativa vigente, ma puntualmente disattese.

Il contraltare delle morti “bianche” è, però, paradossale. A sottolinearlo è il consigliere regionale di Sel, Antonio Galati che denuncia la paradossale situazione dell'organico dello Spesal, il dipartimento della Asl che controlla il rispetto della legge nei luoghi di lavoro: “Mentre gli incidenti crescono a dismisura, sette tecnici hanno ricevuto il benservito a partire dal 2014”.

Galati fa riferimento al piano assunzionale 2013/2015 dell’azienda sanitaria locale, pubblicato mediante delibera dell’11 settembre firmata dal direttore generale, in base al quale sette giovani laureati, “debitamente formati e vincitori di un regolare concorso, riceveranno il benservito a scadenza del loro contratto di lavoro precario”.

Quei professionisti, aggiunge il consigliere, “riceveranno una pacca sulla spalla e molti ringraziamenti per i verbali comminati alle aziende, le cui sanzioni pecuniarie sono servite proprio per pagare i loro stipendi”. La scelta operata dal management di via Miglietta sarebbe, quindi, “incomprensibile e contraria alle politiche regionali”. In piena controtendenza, peraltro, con l’indirizzo seguito dalle altre Asl pugliesi, “che hanno invece deciso, nei rispettivi piani assunzionali, di incrementare l'organico dei tecnici della prevenzione”.

La Asl di Lecce è ancora in tempo per una retromarcia di buon senso - conclude Antonio Galati - si allinei alle altre Asl pugliesi e metta al riparo dalla precarietà un dipartimento così strategico e con compiti talmente delicati”. Sarebbero i numeri (da bollettino di guerra) delle morti “bianche” a richiederlo.  Il loro costante aumento ad esigerlo e rendere il compito “un dovere morale, ancor prima che gestionale o politico”.

Il consigliere regionale snocciola i dati sugli infortuni che costano la vita, forniti ufficialmente alla prefettura di Lecce dallo stesso dipartimento di prevenzione nei primi di settembre: numeri a dir poco allarmanti.

“La situazione degli infortuni sul lavoro nella nostra provincia - spiega - era già gravissima nel 2012: 6 mila e 64 incidenti sul lavoro; una cifra che, tradotta nel quotidiano, significa 16 infortuni al giorno, un incidente ogni 90 minuti”. Questi numeri sono addirittura peggiorati nei primi mesi del 2013. Tra gennaio e agosto, sul territorio provinciale, si sono verificati 4 mila e 542 infortuni sul lavoro: una cifra che si traduce in 19 infortuni al giorno, un infortunio ogni 75 minuti.

Ancora più preoccupante la situazione degli infortuni gravi, cioè con prognosi superiore ai 40 giorni. Nel 2012 sono stati 1.210 (come dire 23 alla settimana), nei primi otto mesi del 2013 siamo già alla cifra di 1.041 (come dire 30 alla settimana).

Ed ancora: nel 2012 due persone sono morte a causa di un infortunio sul posto di lavoro (cinque altre persone sono decedute durante gli spostamenti per raggiungerlo). Un numero pareggiato nel solo mese di settembre 2013, quando le due comunità di Taurisano e Aradeo sono state sconvolte da altrettanti fatti tragici che hanno già portato a tre le “morti bianche nellanno in corso.

I dati ufficiali mostrano, quindi, una preoccupante impennata di incidenti, capaci di costare la vita ai lavoratori. In questo quadro, è bene ricordarlo per evidenziare “il paradosso” evidenziato da Galati, la legge assegna la repressione alle forze dell'ordine e alla magistratura e la prevenzione, tra gli altri, proprio ai dirigenti ed ai tecnici dello Spesal.

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