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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

La storia infinita della 275: Alessano e Tiggiano contrari alle 4 corsie

Il presidente Gabellone ha invitato i primi cittadini per trovare la quadra: inconciliabili le posizioni sul tratto da Montesano a Leuca, sì per il 1° lotto

LECCE – Il progetto di ammodernamento della strada statale 275, 17 anni dopo, continua a tenere banco nel dibattito politico. Nel senso che, amministrazione dopo amministrazione, anno dopo anno, ricorso dopo ricorso, è rimasto lettera morta su carta. Progetti vecchi e nuovi, ipotesi di varianti e faldoni di ogni tipo sono passati per le mani dei vari governi locali, ma ancora non si muove foglia, con buona pace degli operai che dovevano essere impiegati sul cantiere della infrastruttura e che proseguono, instancabili, nell’azione di protesta domenicale. Il loro bersaglio è la politica “immobile” che sperano di sollecitare con sit-in al limite della disperazione.  

Oggi la situazione è stata presa in pugno dal presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone che, nell’ambito della più generale vertenza trasporti che attanaglia il territorio, ha convocato i 18 sindaci dei Comuni interessati dal passaggio dell’arteria stradale per trovare la quadra. Una missione impossibile, o quasi: i primi cittadini che si sono accomodati al tavolo politico aperto presso palazzo Adorno, insieme ai consiglieri regionali Sergio Blasi, Cristian Casili, Andrea Caroppo ed all’ingegnere Paglialonga di Anas, l’intesa infatti non l’hanno raggiunta.

Le posizioni paiono inconciliabili sul tratto più problematico della 275, quello da Montesano a Santa Maria di Leuca. Unanime, invece, sembra essere la richiesta di sbloccare i lavori per i primi 23 chilometri, tratto ormai dato per assodato.

Lo stop sul cantiere, lo ricordiamo, è stato imposto dalla magistratura che ha rilevato irregolarità nell’appalto. Il nodo della questione giudiziaria sta nella relazione firmata da stesso Raffaele Cantone, presidente dell’autorità nazionale anti-corruzione, da cui prende origine il problema della famosa fideiussione, seguita dalla decisione del presidente dell’Anas, Gianni Armani, di annullare la gara per la modernizzazione dell’arteria e indirne una nuova.

La successiva sentenza del Tar di Lecce ha però giudicato illegittima l'esclusione del raggruppamento Matarrese-Coedisal (Palumbo) dalla gara per il rifacimento della SS 275, in quanto, in un’ipotetica truffa, le società Coedisal e Matarese sarebbero parti lese.

Si attende dunque la decisione del Consiglio di Stato sul ricorso presentato; dopo di ché si potrà tornare a ragionare concretamente sulla cantierizzazione del 1° lotto. Sergio Blasi, al tavolo, ha annunciato che quel tratto si farà: “Anas, in base a quanto stabilito dal codice degli appalti pubblici, dovrà appaltare l’infrastruttura: si procederà con i lavori perché il territorio ha bisogno di questa strada, per passare alla fase esecutiva è necessario, però, trovare una soluzione condivisa smussando gli angoli”.

Le perplessità dei sindaci sono state, tuttavia, granitiche: i primi cittadini di Alessano e Tiggiano hanno ribadito la loro contrarietà alla realizzazione di una grande arteria di comunicazione a quattro corsie nel tratto finale, “che non serve al territorio, considerati i flussi automobilistici nel Capo di Leuca, ed estremamente impattante sul territorio”.

Le posizioni degli amministratori

“Non possiamo collegare la realizzazione del primo tratto al secondo perché prima è necessario capire dove finisce uno e inizia l’altro – ha puntualizzato il sindaco Ippazio Morciano -. Sono disponibile a discutere, tuttavia confermo il mio no al progetto di spaccare in due il centro cittadino attraversato da una strada a scorrimento veloce: Tiggiano ha già pagato il suo prezzo con le ferrovie Sud Est e non può permettersi altre barriere. Va bene la strada purché sia attraversabile, che passi da est o da ovest poco importa; di sicuro 4 corsie sopra Montesano non servono”.

“In qualità di sindaco ritengo prioritaria la salute dei cittadini – ha chiosato il sindaco Francesca Torsello -: i dati epidemiologici di Alessano sono allarmanti, quindi è preliminare un’azione di bonifica delle discariche rispetto al problema degli incidenti stradali. L’arteria va messa in sicurezza, ma le 4 corsie non servono e l’infrastruttura non deve sfregiare il territorio”.

Su questo scoglio si è sostanzialmente arenata la discussione. Anas ha risposto alla richiesta di chiarimenti tecnici spiegando che per ogni tipologia di strada scelta esistono degli ostacoli: siano questi le discariche lungo il percorso (da bonificare) o l’insorgenza di edifici, alberghi, abitazioni private, masserie.

Il problema dell’incidenza delle discariche nel territorio di Tricase era stato, peraltro, il punto di partenza dell’esposto firmato da un gruppo di cittadini cui ha fatto seguito l’intervento dell’Anac, insieme al ricorso presentato dal gruppo che si era aggiudicato l’appalto. Nel frattempo, ha puntualizzato l’ingegnere Paglialonga, le condizioni ambientali sono cambiate e potrebbero cambiare ancora: sulla base di questo, il progetto originario è suscettibile di ulteriori modifiche e varianti. E l'investimento di 288 milioni di euro del progetto iniziale, come evidenziato da Renato Stabile, potrebbe rivelarsi insufficiente. 

Tempus fugit e il tavolo politico tenta di trovare una soluzione veloce: tra gli altri Silvano Macculi ha proposto di mantenere ferma almeno la localizzazione dell’infrastruttura, procedendo con le bonifiche nel secondo tratto; l’idea del sindaco di Gagliano del Capo, Carlo Nesca, è quella di mantenere il vecchio tracciato che prevede le due corsie da Tricase in giù, lasciando però una porta aperta al futuro raddoppio. Per il consigliere Casili è necessario procedere con i primi 23 chilometri e con le contestuali bonifiche delle discariche.

A conti fatti, dunque, è rimasto un punto interrogativo aperto sul secondo tratto dell’opera e sull’ipotesi delle 4 corsie che divide i sindaci. La discussione è rimandata, mentre sull’infrastruttura si attende il parere del Consiglio di Stato che dovrebbe chiudere la partita almeno tra le ditte che si contendono l’appalto.  

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