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Stp, trovato l'accordo sui contratti. Stipendi ridotti

Tre sindacati firmano il contratto di solidarietà: dal primo giugno orari e stipendi ridotti del 18 per cento per gli autisti. "Una vittoria annunciata che salverà l'azienda dai debiti"

LECCE - La strada verso il contratto di solidarietà che per i dipendenti della Stp partirà dal primo giugno, è stata spianata da quel 70 per cento di consensi strappati dall'amministratore unico della società pubblica di trasporti, Luigi Pepe, ai sindacati.

Tre le sigle firmatarie dell'accordo, Cisl, Uil e Cisal mentre per Cgil e Ugl, come previsto, resta impraticabile l'idea di una decurtazione sugli stipendi degli autisti di una somma inferiore ai venti euro, pur di evitare la liquidazione di un'azienda oberata dai debiti fino al collo e capace di perdere 200 mila euro al mese.

L'evidente soddisfazione di Pepe per "l'ottimo lavoro svolto d'accordo con i sindacati più responsabili", è stata espressa nel corso di una conferenza stampa, presso Palazzo Adorno a Lecce, cui hanno partecipato anche i vertici della Provincia e nella quale non sono mancate le frecciate a quegli "ostacoli ideologici che avrebbero intralciato il percorso che porterà non solo al pareggio del bilancio, ma anche a una riqualificazione del servizio di trasporto per l'utenza finale".

Il contratto di solidarietà, su cui pendevano sospetti d'inapplicabilità, durerà per almeno un anno, con possibilità di rinnovo, producendo una riduzione dei turni di lavoro fino al 18 per cento e un risparmio per Stp di oltre 1,3 milioni di euro annui.

In più, il piano di rilancio industriale firmato a sei mani anche dai tecnici della Provincia e della Regione, ha previsto una ventina di punti tesi a eliminare le altre spese superflue, a razionalizzare l'approvvigionamento del gasolio e a ridefinire le corse degli autobus.

Tanto, secondo l'assessore provinciale al Bilancio, Silvano Macculi dovrebbe bastare a riportare la situazione alla normalità. "Ogni decisione è stata presa sul principio di salvaguardare il futuro occupazionale dei dipendenti, prelevando il meno possibile dalle loro tasche", ha precisato Pepe.

Del resto, non vi erano altre possibilità oltre al licenziamento in tronco di 37 persone o la sospensione dei contratti di secondo livello che avrebbe mensilmente rosicchiato 300 euro dagli stipendi dei lavoratori.
Se questo è davvero il male minore, anche dal punto di vista previdenziale arrivano le rassicurazioni dei dirigenti della società: "I contributi non verranno toccati, così come prevede la legge in tutti i casi di ricorso agli ammortizzatori sociali", come appunto quel contratto di solidarietà che, a dispetto delle polemiche dell'ultima ora, non solo è applicabile ma addirittura potrebbe essere utilizzato come salvagente da altre amministrazioni comunali in rosso.

I sacrifici sopportati dai dipendenti, dovrebbero infine servire a tutelare quelle aziende salentine creditrici nei confronti della società e, più in generale, a sventare il collasso di un servizio pubblico indispensabile. Fatta salva, naturalmente, una gestione futura più dignitosa e responsabile.

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