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Striscioni in piazza, lavoratori "traditi" e appelli al Capo dello Stato

C'erano anche gli operai pro 275 e i dipendenti della vertenza British American Tobacco, cui si aggiunge una richiesta dell'Osapp per la polizia penitenziaria in carenza di organici. Non folto il pubblico in centro

LECCE – Alle 17,30 in piazza Sant’Oronzo i cittadini erano distribuiti a macchia di leopardo, dietro le transenne collocate per segnare il tragitto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Una folla assolutamente meno corposa di quanto atteso, in un centro in parte "blindato".

Per l’inaugurazione del Teatro Apollo, previste varie tappe, passando dal Rettorato, da via Rubichi, davanti all'Avvocatura dello Stato (ex Palazzo di Giustizia) e dall'Anfiteatro romano, prima dell’ingresso vero e proprio nello storico teatro incastonato fra Castello e via Trinchese, finalmente rifatto a nuovo dopo anni di attesa.

Si notavano, soprattutto, nei pressi dell’ovale, sorvegliati dallo sguardo del Santo sulla sua colonna, gli striscioni dei vari lavoratori salentini che da anni protestano e portano avanti le loro cause. “Presidente, aiutaci tu”, chiedeva quello del Comitato dei lavori pro strada statale 275, coloro i quali fanno capo al gruppo Palumbo, interessato dall’aggiudicazione dell’appalto prima che Anas decidesse l’azzeramento della gara tenendo conto anche delle conclusioni dell’Autorità anticorruzione, e che solo nell’ultimo fine settimana, hanno indirizzato i loro strali contro il ministro delle Infrastrutture, Delrio, e quello del Lavoro, Poletti.

“Non c’è dignità senza lavoro”, recitava l’altro, dei lavoratori della vertenza British American Tabacco. Questi ultimi, sono anche stati in Prefettura per consegnare una lettera. Il prefetto Claudio Palomba ha assicurato che lo consegnerà personalmente nelle mani del presidente. Nella missiva, i lavoratori si raccontano, ricordando di aver fatto parte di una “multinazionale che nonostante gli ottimi profitti ha chiuso lo stabilimento di Lecce, lasciando ad oggi i lavoratori  alle prese con una riconversione fallita,  allo scadere degli ammortizzatori sociali”.

Le immagini dalla piazza

“Noi come semplici e onesti cittadini e lavoratori – prosegue la lettera indirizzata al Capo dello Stato -, abbiamo creduto in un Paese che pone il lavoro come primo articolo della Costituzione e crediamo ancora che sussistano i presupposti necessari per ricostruire quel tessuto economico e sociale di cui la nostra terra e le nostre famiglie hanno bisogno”. Il lungo iter sorbito finora appare più come un’agonia. sei anni di “riunioni inconcludenti al Ministero dello Sviluppo Economico non hanno portato a una soluzione che ridia dignità e lavoro a 250 lavoratori, per quanto esista anche una denuncia alla Procura della Repubblica della nostra città”.

I lavoratori urlano oggi le loro paure e la loro rabbia, anche per combattere “il silenzio che avvolge la nostra vertenza”, ritenuta “assordante” tale da nascondere “le responsabilità che sono principalmente di una multinazionale e di una parte della politica che quell'accordo lo ha firmato e che  grazie al tempo spera di poter ripulire le proprie coscienze”.

Nelle ultime ore, s’è aggiunto anche un appello di Ruggiero Damato, dell’Osapp di Lecce, una delle sigle sindacali della polizia penitenziaria. A Mattarella, in occasione di questa visita nel capoluogo salentino, rivolge quindi un appello “per sensibilizzare il Parlamento e il ministro Orlando e ascoltare le doglianze” sulla “gravissima situazione della mancanza di personale di polizia penitenziaria a Lecce”. Sono previste, fra l’altro, prossimamente, l’apertura di nuove strutture, fra cui il “reparto di osservazione psichiatrica” e un “nuovo padiglione”, ma con una carenza di personale che “si aggira all'incirca sulle 300 unità”.

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