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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica Melendugno

Tap e il parere della Regione stracciato. "Atto grave, comunità locale mortificata"

Il parere favorevole della Commissione Via del ministero dell'Ambiente al progetto del gasdotto è per Dario Stefàno un atto molto grave, che non tiene conto di legittime e motivate perplessità. Ancor più dura Barbara Lezzi: "Dal Governo menzogne sul risparmio". Prossima una manifestazione a San Foca

LECCE – I toni sembrano preannunciare bufera, la storia dirà come andrà veramente a finire. Oggi, però, il senatore Dario Stefàno di Sel paventa la possibilità di una sorta d’incidente diplomatico, anche se contro non sono due nazioni, ma il Governo centrale e la Regione Puglia. Tanto che si sprecano i superlativi dopo la machiavellica decisione dei palazzi romani.

“Gravissimo” è infatti per Stefàno che Roma abbia sorvolato del tutto sul parere negativo di via Capruzzi, in merito al terminale della Trans Adriatic Pipeline “così come su tutte le ipotesi di localizzazione alternative a San Foca”, la marina di Melendugno che dovrebbe accogliere il terminale del gasdotto che veicolerà il gas naturale azero direttamente in Italia, dopo aver attraversato Grecia e Albania.

Per converso, ritiene oggi più che mai “validissime le motivazioni con le quali s'è stabilito che San Foca non fosse la localizzazione adeguata per l'insediamento del termine di ricezione”.

E un’altra esponente del Senato, Barbara di Lezzi del Movimento 5 stelle, intanto già annuncia: “Per il 20 settembre stiamo già organizzando una manifestazione tra San Foca e Melendugno alla quale invitiamo tutti i cittadini, comitati, associazioni e soprattutto le istituzioni che abbiano a cuore il nostro Salento”. Una data non certo casuale, perché ieri, in conferenza stampa, il premier Matteo Renzi ha annunciato che il 20 settembre si recherà a Baku per sbloccare definitivamente l’opera, dopo l’ok della Commissione Via del ministero dell’Ambiente al progetto del gasdotto.

Insomma, più di qualcuno si dice pronto a dare battaglia, come già aveva fatto ieri il Comitato No Tap, secondo cui non tutto è perduto. Anche perché, stando a un leitmotiv dell’ultimo periodo, “ritenere un'opera strategica è un conto – sottolinea ancora Stefàno -, ignorare le motivazioni espresse dalla Regione, così come tutte le ipotesi di localizzazione alternative a San Foca, ventilate da Tap, è altro. Significa – a suo giudizio - considerare irrilevanti e marginali obiezioni che non esprimono punti di vista resistenziali, anacronistici, e pregiudiziali, ma forti motivazioni tecniche, ambientali, politiche, rispetto alle quali io mi sento fortemente in sintonia”. 

“Certo – precisa - occorre conoscere il contenuto delle prescrizioni, per valutare il peso delle modifiche rispetto al progetto che la Regione ha bocciato con trentasette pagine di parere negativo, evidenziando omissioni e incompletezze”. Resta tutta, però, la perplessità, perché quel parere, di fatto, è stato del tutto ignorato. “E questo – appunto - è gravissimo”.

Cosa potrebbe comportare? Secondo Stefàno “si apre ora una fase delicata nel rapporto tra la comunità salentina e pugliese, che ha civilmente e motivatamente contestato le ragioni dell'approdo a San Foca, e il governo che presumibilmente adotterà a breve il parere del Comitato Via nazionale”. Ecco, allora, la necessità di “un punto di mediazione tra la dichiarata strategicità di un'opera di approvvigionamento energetico e la tutela del valore paesaggistico di un territorio a forte vocazione ambientale, turistico, naturalistico”.

Ma secondo Stefàno arrivano da Roma anche altri segnali preoccupanti. “Mi riferisco alla presenza nel decreto Sblocca Italia di un intero capitolo dedicato all’energia, nel quale il ministero dello Sviluppo ha chiesto di rendere una priorità nazionale i rigassificatori e i gasdotti di importazione, a partire da Tap, eliminando il previsto parere delle Regioni. Se questo dovesse trovare conferma – conclude -, saremmo in presenza di un doppio clamoroso schiaffo alla Puglia e alla sua comunità, che dapprima hanno visto ignorato il proprio parere e che oggi addirittura qualcuno immagina di silenziare definitivamente”.

Barbara Lezzi di M5s, ritiene a sua volta che il parere favorevole del comitato fosse “scontato dal momento che l’accelerazione dell’opera era già inserita nello Sblocca Italia”. Ciò non significa per lei che il territorio della subire quello che definisce un “oltraggio”. Ecco il perché della manifestazione e delle considerazioni seguenti. Secondo la senatrice pentastellata quella del Governo Renzi intorno al gasdotto è una “campagna di menzogne” che “mira ad asservire i cittadini con promesse di sviluppo, occupazione e risparmi in bolletta. E’ chiaro che vuole spingere il territorio all’immobilismo che l’ha visto sfruttato edimpoverito delle ricchezze proprie a scapito dei vantaggi delle solite multinazionali”.

Gli esempi che porta all’attenzione sono quelli di Ilva e Cerano e i dubbi riguardano anche l’occupazione. “Tap – a suo dire - non porterà nuova occupazione, è lo stesso manager Giampaolo Russo a riferire che non potrà garantire che i circa cinquanta occupati a tempo determinato potranno essere assunti da personale italiano. Non c’è alcuna considerazione per le decine di piccole imprese che operano in quel territorio e per lo sviluppo turistico, vera vocazione pugliese, che sarebbe inevitabilmente affossato”.

E ancora: “E’ patetico il tentativo di farci credere che i turisti verranno a piazzare l’ombrellone su di una bomba. Mente, il Governo - prosegue -, quando millanta diversificazione di approvvigionamento in quanto è ancora lo stesso Russo ad affermare che si tratterà di gas sostitutivo. Insomma, considerato quest’aspetto ed il fatto che Tap agirà in un regime di monopolio per ben 25 anni, come dichiarato sempre da Russo non al bar dello sport ma in audizione in Senato (derogando a direttive Ue) non ci potrà essere alcun risparmio in bolletta”, ritiene Barbara Lezzi.

“Il Salento, come asserito dalla Lilt – prosegue -, non può sopportare ulteriori emissioni nocive come quelle che verranno fuori dai camini della cabina di depressurizzazione e l’Europa sta andando verso un obiettivo vincolante, per ridurle del 40 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990”. “Non è complicato comprendere che il vento ed il sole non può bloccarli nessuno e che il denaro speso per importare combustibili, circa 1 miliardo al giorno in Europa, potrebbe essere impiegato in casa nostra. L’Europa – conclude - è già riuscita a risparmiare ben 30 miliardi di importazioni di fossili producendo energia rinnovabile in loco ed entro il 2050 potrebbe dimezzare le importazioni”.

Sull’argomento interviene anche Paolo Pagliaro, presidente del Movimento regione Salento, secondo il quale "non c’è business o ragione energetica che tenga e dobbiamo lottare senza paura fino alla fine per scongiurare un progetto che devasterebbe uno dei tratti più belli della costa salentina e non solo”. Pagliaro ritiene che il governo abbia agito “violentando la volontà di migliaia di cittadini e senza darci nessuna spiegazione concreta. Perché non possiamo pagare certamente la mancanza di autorevolezza internazionale di Renzi: se la Russia oggi mette in dubbio l'approvvigionamento di gas per l'inverno a causa della crisi politica, non può essere il Salento a pagarne il prezzo”.

Gli Ecologisti democratici, corrente del Pd, ieri avevano già espresso un commento a caldo quando la notizia era ancora ufficiosa, sostenendo, comunque, di non essere certo stati colti di sorpresa “visto che il Governo nazionale ci ha fatto capire in tutti i modi che il gasdotto Tap si deve fare. Ci lascia molto perplessi invece la miopia dei nostri rappresentanti nazionali che con questa decisione hanno per l’ennesima volta dimostrato di tenere in scarsa considerazione l’opinione dei cittadini e degli enti locali”, ha detto il coordinatore, Mario Tagliaferro.

Ci stupisce poi – ha aggiunto - che si chiedano come mai i cittadini si siano allontanati dalle istituzioni e non abbiano più fiducia nella politica”, sostenendo che potrebbe essere “frutto di una valutazione non solo tecnica ma anche di opportunità politica che non esiteremo a porre all’attenzione della magistratura amministrativa, nel caso in cui dovessimo riscontrare violazioni di legge”.

Ecodem del Salento, associazione ambientalista, tiene anche a sottolineare di essersi distinta come l’unica componente del Pd a livello nazionale a contestare l’ipotesi di gasdotto, prendendo formalmente le distanze da quanti non abbiano apertamente contestato in un’opera di cui loro hanno sempre messo in dubbio strategicità, utilità e  correttezza degli elaborati progettuali.

Il presidente Introna: "Sì al gasdotto verso la Puglia, ma non a San Foca"

Il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, chiede ora che il 'Sistema Puglia' faccia un passo avanti. "Regione, enti locali, forze sociali, movimenti e comunità devono recuperare il tempo perduto e assumere un ruolo per mitigare ogni possibile impatto, assicurando al territorio solo le ricadute positive”.

Per Introna, Mentre Putin sfida l'Europa e minaccia di toglierci il gas siberiano, se il premier italiano entra in campo in prima persona per ribadire la natura strategica del progetto di gasdotto azero e annunciare una visita ufficiale a Baku il 20 settembre per il via libera alla Tap, vuol dire che il tempo delle discussioni è finito e che in Puglia dobbiamo lavorare uniti per migliorare un'opera così importante.”

“L'Adriatico meridionale – aggiunge - è il punto di sbarco del passante della condotta che attraverserà i Balcani e nell'Adriatico meridionale c'è la Puglia. Renzi ci ha ricordato che il gas azero è irrinunciabile, perché ci sottrae al monopolio russo, ma prima ancora avremmo dovuto convincerci noi pugliesi di non poter ostacolare un progetto strategico, che mette la nostra Regione, l'Italia e l'Europa al riparo dai capricci dello zar Putin, dagli esiti del conflitto ucraino e dalle instabilità politiche in Nord Africa, come dimostra la situazione libica”.

“Sebbene appaiano ormai ipotesi tardive - continua - si sarebbero dovuti studiare concretamente gli approdi alternativi a Melendugno, ma se ne è solo chiacchierato”, aggiunge, entrando nel merito della questione salentina. “Avremmo dovuto presentare documenti, atti, studi, approfondimenti tecnici di ogni tipo, ma è mancato del tutto un nostro livello di proposta, di pianificazione, che ora dobbiamo recuperare”.

“E' importante – aggiunge - che la Regione Puglia riunisca intorno a un tavolo i rappresentanti degli enti locali, per verificare come ridurre tutti i possibili disagi e ottimizzare il progetto secondo le esigenze del territorio pugliese. San Foca è una delle nostre spiagge notoriamente più belle, per cui resta il mio fermo e convinto ‘no’ allo sbarco di Tap a Melendugno, ma il litorale pugliese è in grado di offrire altre localizzazioni, con impatti ridotti allo zero”.

“Sarà pure tardi – conclude -, ma forse non siamo fuori tempo massimo per studiare una proposta documentata di approdo alternativo, da offrire tanto al Governo nazionale che alla società Tap - conclude Introna - cerchiamo tutti insieme argomenti validi per una scelta meno impattante rispetto allo sbarco della condotta sottomarina sulla costa di San Foca. Soprattutto dobbiamo rispettare l'impegno di cercare una soluzione condivisa, una scelta che non deve passare sulla testa dei cittadini”. 

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