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“Tap” e “Poseidon”, approda in Parlamento un’altra interrogazione

La radicale Elisabetta Zamparutti presenta una nuova richiesta di chiarimenti sui progetti delle infrastrutture, con il proposito di intervenire sui ministeri per garantire la trasparenza dei processi decisionali e il territorio

MELENDUGNO - Elisabetta Zamparutti, esponente dei Radicali Italiani, ha presentato nei giorni scorsi un’interrogazione parlamentare al Ministro dello sviluppo economico e a quello dell’ambiente, in riferimento alla costruzione di metanodotti (Tap Edison-Depa) sulla costa salentina. Ad annunciarlo sono i membri dell’associazione Save Salento.

Il tratto di litorale salentino, compreso tra San Foca ed Otranto, è infatti interessato da due progetti, denominati “Igi Poseidon” e “Tap”, per la costruzione di condutture destinate ad importare gas in Italia dall'estero nell'ambito dell'apertura del cosiddetto “corridoio Sud”, finalizzato a diversificare e implementare le forniture di gas per i mercati di tutta Europa.

Dopo l’allarme, provocato nei giorni scorsi dalla comparsa di una piattaforma di sondaggio al largo di San Foca, l'interrogazione della parlamentare si pone l'obiettivo di intervenire direttamente sulle autorità ministeriali e sul governo, affinché facciano chiarezza sulle modalità di questa corsa all'infrastrutturazione energetica che sta investendo il Salento, ed esplicitino alla cittadinanza e alle autorità locali i criteri sottesi alla scelta tra Tap ed Igi Poseidon, unitamente ai tempi, alle procedure e alle scadenze attraverso cui si addiverrà alla scelta tra i metanodotti da costruire.

A questa prima esigenza di trasparenza, si aggiunge la preoccupazione per l'impatto ambientale e per i costi, in termini di integrità territoriale e di sostenibilità per il modello di sviluppo economico, che questa parte del Salento dovrà sopportare. Infatti, “l'arrivo di queste infrastrutture in aree connotate da un delicato equilibrio ecosistemico e dal forte valore naturalistico – sottolineano da Save Salento -, rischia di compromettere le fondamenta stesse dell'economia locale, senza che sia attualmente chiaro il beneficio che il Salento e la Regione Puglia potranno ottenere, a fronte dell'arrivo del metano, in termini di equivalente riduzione dell'utilizzo di fonti fossili (carbone e petrolio)”.

L'interrogazione si pone lo scopo di incalzare il governo affinché si proceda a definire la ripartizione su base regionale delle quote di riduzione del 20 per cento delle emissioni climalteranti rispetto alle emissioni del 1990. Un simile provvedimento rappresenterebbe infatti il prerequisito necessario affinché il gas che arriverà nel Salento contribuisca ad abbassare la quota di fonti fossili utilizzate nella produzione energetica regionale. L'Italia, infatti, ha assunto in ambito europeo gli impegni del 20-20-20 ma non ha mai stabilito una ripartizione su base regionale.

L'obiettivo di utilizzare il gas metano del “Corridoio Sud” per abbassare la quota di energia prodotta da fonti fossili inquinanti è sembrato allontanarsi con la scelta di Tap di puntare sull'approdo di San Foca – Torre Specchia Ruggeri (area caratterizzata da un delicato equilibrio ambientale), dopo aver accantonato, nell’aprile 2011, la rotta di Cerano, dove la centrale Enel “Federico II” avrebbe potuto avvalersi del gas di Tap per avviare un processo di riconversione energetica.

Una soluzione, quest'ultima, segnalata con forza dalle associazioni Save Salento, Forum Ambiente e Salute e Tramontana che avrebbero preferito che il gasdotto Tap approdasse in un'area già “infrastrutturata come quella di Cerano e divenisse vettore di riconversione delle fonti energetiche”, invece di interessare “aree a forte valenza naturalistica e gravare il territorio salentino con 21 chilometri di attraversamento”. A tal proposito, l'interrogazione interpella il governo per conoscere “se non si ritenga che l'attraversamento on shore di 21 chilometri determinato dall'opzione San Foca, individuata dalla Tap, sia eccessivamente impattante sugli equilibri ambientali e territoriali del Salento e se quindi il governo non ritenga di stabilire che l'approdo del gasdotto vada riportato, come da ipotesi iniziali, nel brindisino ed in particolare presso la centrale elettrica di Cerano”.

Tuttavia, per Save Salento, in questa fase, a destare maggiore preoccupazione è l'impatto ambientale provocato dal progetto Igi-Poseidon destinato ad Otranto e che, nonostante interessi in modo evidente siti di importanza comunitaria ed aree protette, ha già ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie dalla Regione Puglia, dal Ministero dell'Ambiente e dal Ministero dello Sviluppo Economico, risultando, secondo quanto si legge in una nota di quest'ultimo, “l’opzione più avanzata ed economicamente efficiente nel medio periodo per l'export del gas verso l’Europa”.

Nell'interrogazione, si chiede al Ministro dell'ambiente, in merito al progetto Igi Poseidon, di rivedere il giudizio favorevole con riferimento alla compatibilità ambientale, espresso in data 2 agosto 2010, in considerazione delle interferenze del progetto rispetto ad aree protette.

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