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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Tap, comprendere per decidere. Salvemini propone incontri pubblici

Regione e Provincia potrebbero svolgere il ruolo di moderatori. Intorno alla costruzione del gasdotto, i cui lavori dovrebbero partire a settembre, si accende il dibattito: ma i pro e i contro sono ancora poco chiari all'opinione pubblica

LECCE – Conoscere per decidere. Potrebbe essere questa la sintesi della proposta lanciata da Carlo Salvemini, capogruppo di Lecce Bene Comune, per aprire un dibattito consapevole sul progetto di gasdotto che la Tap dovrebbe realizzare tra l’Azerbaijan e il Salento: oltre 800 chilometri di tubi con approdo previsto in territorio del comune di Melendugno,  precisamente a San Foca, località premiata anche quest’anno con i migliori riconoscimenti del comparto turistico.

Ed infatti le maggiori preoccupazioni della comunità locale e degli operatori riguardano, oltre alle questioni legate alla sicurezza, l’impatto ambientale sulle attività stagionali e sulla pesca, tanto che un comitato spontaneo, il “No Tap”, è impegnato da tempo nell’opera di sensibilizzazione dei cittadini sui rischi collegati alla realizzazione di un’opera di quella portata. Per il consorzio cui è affidata la costruzione della Trans Adriatic Pipeline si tratta di timori infondati e frutto di pregiudizi e, come riprova della bontà delle proprie intenzioni, si porta l’esempio delle Marche e dell’Emilia Romagna dove gasdotti sono pienamente funzionanti da anni senza che ci siano state conseguenze sullo stato dei luoghi o sull’appeal delle località turistiche.

Ragioni inconciliabili, pare, quelle che separano gli attivisti dai responsabili del progetto ed il via libera definitivo dei giorni scorsi da parte del consorzio azero che gestisce i giacimenti rischia di innalzare il livello dello scontro. Il gasdotto, tra l’altro, è considerato dal governo come opera di interesse strategico nazionale e per questo, fatte salve le autorizzazioni di competenza statale, non può essere “fermato” da istanze provenienti dai livelli istituzionali periferici, siano essi regionali, provinciali o locali. Ma questo non significa certo che i cantieri si possano aprire in un clima di rivolta. Così è ancora più necessario comprendere le argomentazioni pro e contro il progetto, informare la popolazione sui rischi reali e sui benefici, e, soprattutto, fare tutto ciò alla luce del sole, senza pressioni indebite.

Per questo motivo Salvemini propone una sorta di festival della conoscenza: “L’estate non deve invogliare al rinvio: è questo il momento migliore per incontrare con chi considera il mare, la spiaggia, il paesaggio la propria ricchezza, non solo identitaria. Si potrebbe lavorare su una calendario di incontri nel corso dei quali la comunità si confronta con i soggetti interessati”. Quattro round, moderati da Regione e Provincia, durante i quali ciascuna delle parti interessate possa far sentire la sua voce pubblicamente: il governo,  il comitato No Tap e i comuni interessati, il Consorzio e l’Università come massima istituzione culturale del territorio.

Intanto martedì prossimo dovrebbe finalmente approvare in consiglio comunale, a Lecce, la mozione di Lecce Bene Comune sulla strada Regionale 8, un’altra opera che ha animato una forte discussione. 

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