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Teatro Apollo, ritorno da applausi. La sfida è ora una gestione all'altezza

L'Inno di Mameli, poi Mozart, Verdi e Mascagni: così è tornato alla vita un contenitore culturale dalle grandi potenzialità. Il modello di governance sarà decisivo per il futuro

LECCE – Con una puntualità svizzera, ma sulle note dell’inno di Mameli cantato dal Coro lirico di Lecce, diretto da Emanuela Di Pietro, il Teatro Apollo è tornato dopo un lungo e forzato oblio sulla scena culturale con grandi ambizioni. Un programma artistico elegante ed essenziale, che ha incontrato il gradimento del pubblico, ha fatto da cornice all'evento che di diritto entra nella storia della città.

L’occasione è stata solenne, con la presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e del ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini. Era il 1986 quando il sipario si chiuse per l’ultima volta. Tre decenni ci sono dunque voluti perché si aprisse di nuovo: nel 2003, dopo un lungo periodo di abbandono, il Comune di Lecce, allora guidato da Adriana Poli Bortone, acquisì l'immobile dalla famiglia Cappello ma sono trascorsi altri sei anni perché potessero iniziare i lavori. L'allora primo cittadino, sia detto per inciso, non ha assistito allo spettacolo.

I biglietti, tutti a pagamento tranne quelli riservati per protocollo al Quirinale, sono andati a ruba e il ricavato sarà interamente devoluto al Museo civico “Tito Flavio Vespasiano” di Cittareale, in provincia di Rieti, una delle zone più colpite dallo sciame sismico che non smette di angosciare le popolazioni locali dopo aver arrecato morte e distruzione.

La serata è stata affidata alla direzione artistica di Katia Ricciarelli, con il maestro Gianluigi Gelmetti che ha diretto l’Orchestra sinfonica di Lecce e del Salento, cui il sindaco Paolo Perrone ha augurato di trovare una sede stabile proprio nel rinato teatro. A Giancarlo Giannini il compito di realizzare un intermezzo di prosa (tra cui un passo del Riccardo II di Shakespeare)  tra i virtuosismi del tenore Marco Ciaponi e della soprano Cinzia Forte alle prese con la Traviata di Verdi mentre l’orchestra ha eseguito spartiti di Mozart, di Verdi e di Mascagni.

In platea le massime istituzioni civili e militari: per il governo, oltre a Franceschini, presente il vice ministro Teresa Bellanova. Anche il vescovo di Lecce, Domenico D'Ambrosio, ha seguito con partecipazione il programma musicale così come deputati, senatori, amministratori locali e semplici cittadini. In prima fila il governatore pugliese, Michele Emiliano e l'eurodeputato Raffaele Fitto.

Al termine dell’evento, tangibile è stata la soddisfazione del primo cittadino, che a questa serata ha probabilmente affidato il significato del suo ultimo atto “politico”. A chi verrà dopo lui spetterà il compito di inserire il Teatro Apollo al centro dell’offerta culturale della città e resta da vedere se davvero sarà possibile mantenere questo prezioso scrigno al riparo dalla gestione asfissiante della politica, come lo stesso Perrone si è augurato davanti al Presidente della Repubblica.  

Tutto o quasi dipenderà dal modello di governance che si vuole dare: l'idea resta quella di una fondazione mista, tra enti pubblici e soggetti privati, che possa garantire le risorse finanziarie necessarie per un cartellone ampio e di qualità tenendo conto, naturalmente, delle più qualificate esperienze artistiche che il territorio salentino può esprimere.

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