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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Apollo, dall'azionariato sociale alla concorrenza col Politeama Greco

La riapertura è stata annunciata per il 5 dicembre, ma non è ancora una data ufficiale. Intanto si discute sul modello di gestione e sulla programmazione

LECCE – In attesa che sia ufficializzata la riapertura del teatro Apollo, resta la massima incertezza su quello che sarà il modello di gestione del contenitore culturale restituito alla città dopo anni di lavori. E con una veste pubblica, considerando che fu acquistato dal Comune di Lecce dalla famiglia Cappello per circa 3 milioni di euro.

L’assessore alla Cultura, Luigi Coclite, attende di confrontarsi con tutti gli altri enti interessati, a partire dalla Regione Puglia, ma intanto in città si teme che quella annunciata per il 5 dicembre sia solo uno spot elettorale, dopo il quale seguiranno mesi di chiusura in attesa di comprendere con quale programma partire.

Nel corso della commissione Cultura, a Palazzo Carafa, sono state avanzate delle idee: Antonio Lamosa, di Lecce Città del Mondo, immagina opportuno un azionariato sociale al fianco del Comune come socio di maggioranza di una ipotetica fondazione. Non solo: il consigliere di maggioranza ha chiesto che all’inaugurazione ufficiale, alla quale si potrà verosimilmente accedere per invito, seguano poi dei giorni di apertura per la cittadinanza.

Per Francesca Mariano, del gruppo Lecce 2017, è necessario guardare ai fondi comunitari disponibili per la cultura al fine di avere gli strumenti per una programmazione di alto livello che possa inserire l’Apollo in una dimensione almeno nazionale.

Secondo Vittorio Solero, di Forza Italia, “nessun modello è quello giusto se non passa dall’ascolto delle realtà teatrali e culturali in genere che operano nel territorio”.

Carlo Salvemini, esponente della minoranza, ha paventato il rischio di una concorrenza con il vicinissimo Politeama Greco auspicando una “specializzazione” che possa salvaguardare entrambi i contenitori. Il promotore di Lecce Città Pubblica ritiene che ci sia un vizio di fondo, sempre più usuale nella prassi politica e amministrativa, quello per cui i Comuni beneficiano di finanziamenti senza dire cosa ne faranno degli immobili recuperati: “Invertire i due momenti – prima ti do i soldi poi mi dici che progetto hai in testa – ha consegnato in questi anni numerosi esempi di contenitori senza contenuti e senza identità. A volte improvvisate sedi di uffici pubblici pur di trovare loro una destinazione”.

Il consigliere Antonio Torricelli, del Pd, ha sollecitato l’ingegnere Dell’Anna, dell’ufficio tecnico comunale, a fornire il resoconto dei costi del contratto e ha ricordato che non sono stati ancora effettuati i collaudi necessari alla riapertura.

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