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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Asili sorvegliati: mozione rinviata in dieci consigli e mai votata dal centrodestra

Dopo la seconda bocciatura, attacchi a Salvemini dalla minoranza. Ma, con la giunta Perrone, la stessa questione, posta da Scorrano, finì nel nulla

LECCE – Dal centrodestra leccese continua il fuoco di sbarramento nei confronti del sindaco Salvemini, accusato di boicottare la possibilità di installare videocamere negli asili comunali a fini di sicurezza e prevenzioni di eventuali abusi. Lunedì scorso la mozione presentata da Andrea Guido è stata bocciata per la seconda volta dopo il primo stop nel consiglio del 17 luglio.

Ma la questione, a ben guardare, è sul tavolo della politica cittadina, in realtà, da anni, tanto che dal novembre 2014 al novembre del 2015 una apposita mozione del consigliere di maggioranza Gianpaolo Scorrano fu iscritta all’ordine del giorno del consiglio comunale per ben undici volte (non era mai tra i punti salienti dell'ordine del giorno), salvo poi essere ritirata dal proponente, su proposta dell’allora sindaco Perrone, proprio nella seduta in cui finalmente si arrivò a discuterla.

Dura un anno il "calvario": dopo la presentazione al protocollo di Palazzo Carafa il 18 novembre del 2014, la mozione fu iscritta nell'ordine del giorno del consiglio dle 14 novembre, senza essere discussa. Lo stesso accadde nelle dieci sedute successive, dal 15 dicembre 2014 al 20 novembre del 2015. Solo in questa ultima data al proponente, espressione di Io Sud, fu data la possibilità di illustrare la proposta in aula

“Quella mozione non fu una priorità quando avevano una solida maggioranza – commenta il consigliere Marco De Matteis, di Sveglia Lecce, in riferimento al centrodestra - e oggi, con un quadro normativo ancora non delineato, ci chiedono di approvare qualcosa che loro non  attuarono perché non propriamente convinti della bontà dell'intervento? Noi saremo pronti a discutere  nel merito quando ci sarà una legge che ne disciplini tale attività”.

Dal punto di vista legislativo, intanto, non sono stati fatti passi in avanti definitivi: a ottobre la Camera dei deputati ha dato il via libera a un testo, ma in Senato non si è ancora discusso dell’argomento. Il sindaco Salvemini ha chiarito che alla luce di novità formali se ne potrà tornare a parlare anche a Palazzo Carafa. Ma intanto l’attuale maggioranza, che non ci sta a essere accusata di superficialità e negligenza, risponde rinfrescando la memoria a chi di tempo ne ha avuto per perseguire un obiettivo oggi ritenuto indifferibile.

Del resto c’è il resoconto ufficiale del consiglio comunale del dicembre 2015 quando Perrone accolse con queste parole la mozione di Scorrano: “Mi sembra un suggerimento che possiamo seguire. È chiaro che è necessario fare il conto delle disponibilità finanziarie per provvedere a questo, perché per ogni asilo bisognerebbe installarle in ogni aule e in mensa, quindi è un procedimento complesso. Io direi che non votiamo questa mozione, questa è la proposta, noi facciamo una verifica, almeno per quanto concerne gli asili nido pubblici, quale potrebbe essere l’impegno finanziario”.

Ma oltra all’aspetto economico, l’allora sindaco manifestò una perplessità non distante dalle argomentazioni dell’attuale primo cittadino: “Io vorrei fare un passaggio anche con i genitori, per capire se è una cosa che loro reputano necessaria perché non vorrei si creasse l’idea che c’è qualcosa che non va, quando invece sappiamo che gli asili comunali di Lecce, almeno a detta dei genitori, funzionano alla stragrande”.

Scorrano, in sede di replica, per smorzare la preoccupazione del sindaco, precisò che le immagini sarebbero state eventualmente a disposizione esclusiva delle forze dell’ordine e solo in caso di una denuncia, mentre nel primo intervento aveva fatto riferimento alla possibilità di una applicazione per smarphone dove i genitori – sempre che il Garante per la privacy lo ritenesse legittimo – avrebbero potuto vedere cosa “effettivamente stanno facendo i proprio figli e gli insegnanti”, in determinate fasce di orario e solo in alcune sale.

Perrone allora riprese la parola spiegando ancora meglio le sue remore: “Dovremmo evitare un senso di sfiducia di cui potrebbero essere destinatari da questo momento in poi gli operatori che per anni non sono stati controllati, anzi ci siamo sempre complimentati per la loro attività e oggi decidiamo di mettere le telecamere”.

Quasi tre anni dopo, Perrone dai banchi della minoranza ha votato a favore della mozione del collega Guido.  Come risulta da verbale, tra la seduta di luglio e quella di novembre hanno intanto modificato la propria posizione Antonio Finamore e Laura Calò (del gruppo Prima Lecce). La prima volta il loro no fu determinante per l’esito del voto (13 a 11), mentre nella seconda si è determinato un risultato di pareggio nonostante il loro voto a favore della proposta (che ha sancito, comunque, una bocciatura della mozione). 

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