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Telecamere negli asili, nuova baruffa. Ma Marti è certo: "La legge passerà"

Dopo la notizia della sospensione di una maestra, interventi di Molendini contro il centro destra e del senatore della Lega

LECCE – La sospensione di un’educatrice di un asilo nido comunale di Lecce, in attesa di maggiore chiarezza e del corso delle indagini circa presunti comportamenti anomali, ha riaperto giocoforza il dibattito sulle telecamere per prevenire situazioni di maltrattamento verso le fasce deboli, siano bambini, anziani, persone con deficit di varia natura.

Già ieri, a margine della notizia, dall’opposizione cittadina si sono levate più voci contro il sindaco Carlo Salvemini, invitato a dimettersi , dopo che si è arenata la mozione ad hoc. Si è già detto più volte, però, come nessun provvedimento in tal senso possa essere adottato, senza una legge nazionale o regionale a riguardo.  

Oggi,  Gabriele Molendini, capogruppo di Lecce città pubblica, riprende il concetto, rispondendo a vari esponenti del centrodestra. E ironizzando: “Fa specie constatare che chi si lamenta non abbia neppure letto il testo del disegno di legge in discussione al Senato”.

“Ribadisco ancora una volta che non c’è da parte nostra una preclusione sul tema, tuttavia occorre attendere le norme di legge che verranno approvate (probabilmente) prima di poter procedere in tal senso”. “Il disegno di legge in discussione al Senato – aggiunge -, ove venisse approvato (già nella scorsa legislatura analogo provvedimento superò l’esame di un solo ramo del Parlamento, poi arenandosi) ha previsioni molto stringenti”.

“Innanzitutto, a differenza della mozione Guido, che prevedeva anche l’installazione di videocamere nelle scuole primarie, il disegno di legge in discussione le regolamenterebbe solo nelle scuole per l’infanzia e in strutture socio-assistenziali per anziani e disabili”, dice Molendini. “Oltre a prevedere immagini criptate e conservate fino a sei mesi, si stabilisce che il Garante per la protezione dei dati personali, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, adotti i provvedimenti e definisca gli adempimenti e le prescrizioni da applicare in relazione alla tutela e al trattamento dei dati personali, nonché all’installazione dei sistemi di videosorveglianza”.

“Ed ancora – prosegue il capogruppo di Lecce città pubblica -: per procedere all'installazione dei sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso è necessario il raggiungimento dell’accordo collettivo stipulato dalla rappresentanza sindacale unitaria o dalle rappresentanze sindacali aziendali”. Laddove non costituite, provvederebbero le rappresentanze sindacali territoriali. “In mancanza di accordo, tali sistemi possono essere installati previa autorizzazione della sede territoriale dell'Ispettorato nazionale del lavoro o, in alternativa, della sede centrale dell'Ispettorato nazionale del lavoro”.

E non è tutto. Le modalità di gestione e funzionamento del sistema di telecamere a circuito chiuso dovranno essere definite con un decreto del ministro dell'interno, da adottare entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge. “Dunque se solo i consiglieri di centrodestra si fossero documentati un po’ – conclude Molendini - avrebbero scoperto che non solo è necessaria l’approvazione della legge attualmente in discussione, ma anche un intervento successivo del Garante per la privacy e soprattutto un decreto attuativo del ministero dell’Interno”.

Marti: “Un atto di prevenzione e civiltà”

Il senatore leccese Roberto Marti, della Lega, è sicuro però che il passaggio al Senato arriverà. Ritiene le telecamere fondamentali, alla luce di recenti fatti di cronaca, come ad alcuni anziani a Rimini. “Violenze che si verificano troppe volte anche nei confronti dei bambini”, commenta. “Ieri abbiamo appreso della sospensione di una maestra a Lecce. Ma come si potrà provare quello che è accaduto senza telecamere? Le testimonianze di bambini molto piccoli non sono mai precise e sufficienti. Le telecamere sono una garanzia anche per gli operatori onesti: provano tutto quello che si svolge nel caso ci sia qualche dubbio e fungono da deterrente”.

“Se gli asili comunali leccesi avessero questo sistema di videosorveglianza, sarebbe una garanzia per tutti”, aggiunge il senatore. “Nella scorsa legislatura sono stato il promotore della legge per le telecamere negli asili e case di cura. Oggi il nostro governo è passato ai fatti: la legge è stata approvata alla Camera, manca il passaggio al Senato e poi finalmente sarà fatta. Sarà un necessario passo avanti: un atto di prevenzione e civiltà”.

La replica a Molendini: "Solo ignoranza" 

Cristian Sturdà (Forza Italia), Mario Spagnolo (Lega) e Antonio Mazzotta (Fdi) replicano a stretto giro a Molendini. "Non c’è peggior sordo, di chi non vuol sentire. Siamo costretti, purtroppo, a tornare a far piena - e vera - chiarezza sulla questione telecamere negli asili, perché evidentemente il sistema giuridico non appare chiaro a tutti. Non appare chiaro, certamente, al consigliere comunale Molendini, il quale insiste nell’affermare come un sistema di videosorveglianza negli asili comunali non sia adottabile perché manca una legge approvata dal Parlamento".

WhatsApp Image 2018-12-08 at 20.06.32-2"Il consigliere Molendini - dicono -, però ignora come funziona uno Stato di diritto, in cui non esistono vuoti normativi. Fino a quando non entrerà in vigore la normativa che "disciplina" (e non autorizza) le telecamere negli asili, si applicano le norme attuali. E ad oggi - aggiungono - alcuna norma vieta l'adozione di sistemi di videosorveglianza che, quindi, si possono adottare nel rispetto delle norme vigenti. È semplice. Nel gergo giuridico si tratta della cosiddetta applicazione per analogia".

"Un Comune che voglia adottare questo misura di buon senso non verrebbe sanzionato, multato, sbeffeggiato. Anzi, darebbe un segnale di civiltà. Invece è triste constatare come si continuino ad utilizzare pretestuose eccezioni formali per giustificare la contrarietà ad una richiesta che va oltre ogni steccato ideologico. In Senato giace una proposta di legge che, se e quando entrerà in vigore, occorrerà rispettarla in toto, adeguandosi eventualmente a quanto innoverà la disciplina.

Le nostre idee attuative, le contromisure per il rispetto della privacy, le chiavi di accesso digitali e criptate, l’accesso alle riprese di esclusiva competenza dell’Autorità Giudiziaria e solo previa denuncia di parte, sono concetti che abbiamo ampiamente spiegato nel dettaglio in questi mesi di campagna con i banchetti “Asili Sicuri”, e che sono state esaustivamente prospettate in Consiglio Comunale. Ma se qualcuno ancora avesse dubbi, perplessità, scetticismo o problemi di comprendonio - concludono -, noi siamo disponibili a un confronto pubblico sul tema, senza preclusioni alcune. Ma che sia chiaro: i cittadini sono dalla nostra parte".

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