LECCE – L'assessore alle Politiche sociali, Carmen Tessitore, che è anche vice sindaco, ha presentato questa mattina la candidatura di Lecce come città pilota per il Distretto famiglia, un nuovo modello di welfare che ambisce a fornire risposte efficaci e tempestive attraverso il coinvolgimento delle associazioni e dei cittadini al fianco dell’attività degli enti locali. Non si tratta di un’operazione spot, è stato assicurato in conferenza stampa, ma dell’attivazione di un soggetto che potrà presto catalizzare una parte consistente delle risorse pubbliche, come quelle del Piano sociale di zona.
I dettagli del progetto sono stati esposti nei gironi scorsi a Bari, in Regione Puglia, in occasione di un seminario sul Distretto Famiglia e sul gemellaggio con la Provincia Autonoma di Trento (Programma "Agire Por") nel quale ha relazionato Luciano Malfer, dirigente della Provincia di Trento. Uno scenario e un percorso che verrà condiviso anche dal Comune di Lecce. Il 30 ottobre, sull’argomento, è previsto un consiglio comunale monotematico.
“Il Distretto famiglia – ha commentato Carmen Tessitore - risulta strategico poiché catalizza, con una modalità altamente innovativa, l’attenzione di tutti gli operatori del territorio. Il Distretto diventa una dimensione che aggrega attori e risorse che condividono il fine comune di accrescere sul territorio il benessere familiare e che consente, tramite il rafforzamento delle relazioni, di generare altre risorse sia economiche che sociali.
In tempi di forte riduzione dei finanziamenti statali, ciascuno deve arrangiarsi come può: ecco dunque che nascono in molti ambiti iniziative che assegnano protagonismo a più soggetti, non solo esclusivamente istituzionali, ai quali viene riconosciuta la capacità di essere più efficienti (e probabilmente più economici) dell’ente pubblico. Una sorta di modello sussidiario – quello del distretto familiare - fondato sull’operatività del cosiddetto Terzo settore e sulla centralità della famiglia come elemento fondante della società. Tra le emergenze cui far fronte nel capoluogo salentino l'indigenza di un numero sempre maggiore di nuclei familiari e la carenza di soluzioni abitative: la querelle sulla graduatoria per le case popolari - attesa da oltre dieci anni - e l'assenza di un regolamento per gli alloggi parcheggio testimoniano, ad esempio, quanto ci sia da fare.