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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Distretto della famiglia, nel capoluogo il progetto pilota per un nuovo welfare

L'assessore alle Politiche sociali, Carmen Tessitore, ha annunciato che Lecce sarà la prima città dove verrà sperimentato il progetto mutuato dalla Provincia di Trento. I minori trasferimenti statali spingono in questa direzione

LECCE – L'assessore alle Politiche sociali, Carmen Tessitore, che è anche vice sindaco,  ha presentato questa mattina la candidatura di Lecce come città pilota per il Distretto famiglia, un nuovo modello di welfare che ambisce a fornire risposte efficaci e tempestive attraverso il coinvolgimento delle associazioni e dei cittadini al fianco dell’attività degli enti locali. Non si tratta di un’operazione spot, è stato assicurato in conferenza stampa, ma dell’attivazione di un soggetto che potrà presto catalizzare una parte consistente delle risorse pubbliche, come quelle del Piano sociale di zona.

I dettagli del progetto sono stati esposti nei gironi scorsi a Bari, in Regione Puglia, in occasione di un seminario sul Distretto Famiglia e sul gemellaggio con la Provincia Autonoma di Trento (Programma "Agire Por") nel quale ha relazionato Luciano Malfer, dirigente della Provincia di Trento. Uno scenario e un percorso che verrà condiviso anche dal Comune di Lecce. Il 30 ottobre, sull’argomento, è previsto un consiglio comunale monotematico.
 
“Il Distretto famiglia – ha commentato Carmen Tessitore - risulta strategico poiché catalizza, con una modalità altamente innovativa,  l’attenzione di tutti gli operatori del territorio.  Il Distretto diventa una dimensione che aggrega attori e risorse che condividono il fine comune di accrescere sul territorio il benessere familiare e che consente, tramite il rafforzamento delle relazioni, di generare altre risorse sia economiche che sociali.
 
In tempi di forte riduzione dei finanziamenti statali, ciascuno deve arrangiarsi come può: ecco dunque che nascono in molti ambiti iniziative che assegnano protagonismo a più soggetti, non solo esclusivamente istituzionali, ai quali viene riconosciuta la capacità di essere più efficienti (e probabilmente più economici) dell’ente pubblico. Una sorta di modello sussidiario – quello del distretto familiare - fondato sull’operatività del cosiddetto Terzo settore e sulla centralità della famiglia come elemento fondante della società. Tra le emergenze cui far fronte nel capoluogo salentino l'indigenza di un numero sempre maggiore di nuclei familiari e la carenza di soluzioni abitative: la querelle sulla graduatoria per le case popolari - attesa da oltre dieci anni - e l'assenza di un regolamento per gli alloggi parcheggio testimoniano, ad esempio, quanto ci sia da fare.
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