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Poligono di Torre Veneri, “stop alle esercitazioni di fuoco in mare”

Con una mozione urgente, che segue quella approvata il 10 gennaio, Lecce Bene Comune chiede una moratoria delle attività militari. Situazione di emergenza ambientale anche sui fondali marini pieni di metalli e ordigni inesplosi

LECCE – Fermare subito le esercitazioni in mare al poligono di Torre Veneri. La richiesta, formalizzata in una mozione urgente, sarà presentata al prossimo consiglio comunale dal gruppo di Lecce Bene Comune che da mesi, oramai, ha riportato l’attenzione dell’opinione pubblica cittadina su una vicenda di cui pure, a intervalli regolari, si era parlato negli scorsi anni ma senza particolari conclusioni.

Che sono quelle, innanzitutto, della commissione parlamentare sull’utilizzo dell’uranio impoverito che, se da una parte ha escluso l’utilizzo del pericoloso metallo pesante nell’area militare di Frigole, dall’altra ha confermato lo stato di emergenza ambientale dovuta alla mancata o insufficiente rimozione dei munizionamenti e di tutto ciò che deriva dal continuo movimento di artiglieria pesante nelle campagne, sul litorale, in mare (relazione del 30 maggio 2012).  

Il poligono di Torre Veneri insiste su un sito di interesse comunitario eppure, come risulta da documenti ufficiali, vi si svolgono circa duecento esercitazioni all’anno. Basta consultare il sito del Comune di Lecce per sapere che solo nel prossimo mese ce ne saranno oltre una ventina con la conseguente interdizione alla navigazione dello specchio d’acqua antistante per circa nove chilometri di profondità e per un’ampiezza piuttosto consistente, grosso modo da Torre Chianca al faro di San Cataldo.

E’ in mare che finiscono, insieme con i proiettili, le preoccupazioni dei residenti, ma anche quelle dei villeggianti. Il 12 gennaio, molti abitanti di Frigole hanno partecipato, con i medici di base che operano nel borgo e il sacerdote don Raffaele Bruno, all’assemblea pubblica di Lecce Bene Comune nella quale è emersa tutta l’inquietudine per lo stato dei fondali, pieni di metalli pesanti, penetratori ed anche ordigni inesplosi.

La faccenda si complica ulteriormente considerando quanto Rosario Giorgio Costa - presidente della commissione parlamentare che prima della fine dell’anno ha ascoltato anche un rappresentante di Lecce Bene Comune e l’assessore all’Ambiente del Comune di Lecce, Andrea Guido - dichiarò ad alcuni organi di stampa mesi addietro e cioè che si verificherebbero frequenti incursioni, naturalmente non autorizzate, di persone che hanno il solo scopo di recuperare i metalli per traffici illeciti. Sull’opportunità di proseguire con le esercitazioni militari nei poligoni quasi ai ritmi del periodo della Guerra fredda, si sta interrogando da tempo anche la politica.

Intanto il consiglio comunale di Lecce, che già il 10 gennaio ha votato all’unanimità la mozione di Lbc che impegna il sindaco ad intraprendere tutte le iniziative utili per facilitare la bonifica delle aree interessate (il ministero della Difesa ha già approvato un impegno di spesa per 75 milioni di euro in tutta Italia), dovrà dunque presto esprimersi sull’ulteriore richiesta del gruppo di Carlo Salvemini: la moratoria sul “bombardamento” del mare. 

MOZIONE 2 TORRE VENERI

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