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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica Otranto

Tra appelli e stilettate, si chiude la campagna elettorale. La parola al voto

Comizi in piazza per i tre candidati sindaco di Otranto, che lanciano le ultime proposte e i conclusivi battibecchi. Dalla mezzanotte scatta il silenzio per i protagonisti, mentre i cittadini riflettono prima della scelta

OTRANTO – Gli ultimi interventi, gli appelli conclusivi e le attese. Con i comizi di questa sera si compie il percorso della campagna elettorale otrantina e cala il sipario sugli aspetti persino folcloristici di questa lunga battaglia verso il voto. Dopo la mezzanotte, corre l’obbligo per i candidati alla poltrona più ambita di Palazzo Melorio di deporre ogni parola, per far spazio al silenzio della riflessione, che anticipa il voto, quando tutti i discorsi e tutte le ipotesi lasceranno poco spazio alle interpretazioni.

Apre il giro dei comizi Alleanza per Otranto: sul palco, Tommaso De Benedetto e Francesco Bruni difendono le amministrazioni da loro presiedute e ricacciano indietro i “poteri forti” che affiancherebbero il sindaco uscente. Pierpaolo Tondo, Leonardo Salzetti e Cristina Stefanelli rivolgono un appello al voto. Corrado Sammarruco annuncia, invece, che “l’urlo del cambiamento sta arrivando anche ad Otranto”.

Rossanna Pucci, Giuseppe Angelino ed Andrea Conte (quest’ultimo con l’ausilio di un video con immagini di degrado della città) aprono gli interventi di “Nuovi Orizzonti per Otranto”, prima di cedere la parola alla candidata sindaco, Antonella Buttiglione, che espone i punti salienti del programma e rilancia l’idea che “l’unica alternativa credibile” tra le proposte in campo sia quella della lista numero uno.

Gianfranco Stefàno, Michele Tenore, Salvatore Sindaco, Luigi Gualtieri introducono l’intervento dell’assessore regionale, Dario Stefàno, che stigmatizza il “copione ripetitivo con litanie di dileggi” proposto dalle liste competitrici e chiede di “guardare oltre”. Luciano Cariddi, riservandosi qualche stilettata agli avversari, invita la cittadinanza a “non interrompere il percorso virtuoso iniziato cinque anni prima”.

La parola passa agli elettori. Saranno loro a decidere il destino amministrativo, ancora una volta, della città dei Martiri.

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