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Treni veloci fino a Lecce, il deputato M5S replica al consigliere regionale

Paolo Pagliaro ha promosso un sit-in in stazione perché "il Salento non può aspettare", ma De Lorenzis ripercorre l'elenco delle opere già avviate o deliberate negli ultimi anni per annullare il gap

LECCE – Sulla questione dell’alta velocità ferroviaria sale il tono dello scontro politico. Il deputato del M5S, Diego De Lorenzis, ha tacciato gli organizzatori del sit-in programmato per domenica prossima presso la stazione di Lecce, di voler diffondere informazioni non degne di fede perché molti interventi di modernizzazione della rete sono stati già avviati negli ultimi anni o, comunque, già deliberati. Il principale promotore dell’iniziativa è Paolo Pagliaro, consigliere regionale di "La Puglia domani", fondatore del Movimento Regione Salento ed editore dell’emittente Telerama che in questi giorni sta pubblicizzando la manifestazione.

“È una menzogna affermare che gli investimenti infrastrutturali ferroviari si fermino a Bari, come dichiarato dagli organizzatori della manifestazione che si terrà in stazione a Lecce domenica prossima. Una manifestazione evidentemente frutto di un grave disinformazione, che non fa bene al territorio e che lo abbandona ancora all’autocommiserazione. Gli organizzatori della manifestazione chiedono alla Regione di bussare a Roma per investimenti per l’ammodernamento e lo sviluppo delle grandi infrastrutture ferroviarie. Eppure sarebbe bastato documentarsi, come dovrebbe fare un rappresentante istituzionale, per scoprire che molte rivendicazioni che si chiedono esistono già o saranno realizzate nel giro di due anni”.

Pagliaro ha presentato nei giorni scorsi una mozione “che impegni il governo regionale a diventare parte attiva di questo rilancio del Salento e per mettere finalmente in cantiere l’estensione della linea ferroviaria ad alta velocità-alta capacità fino a Lecce”. Secondo il fondatore del Mrs, infatti, “il gap infrastrutturale che il Salento subisce da decenni non nuoce solo al mio territorio ma anche alla Puglia, perché limita la mobilità delle persone ed impedisce la piena crescita economica. Dai collegamenti veloci su rotaia dipendono la qualità della vita e lo sviluppo, finora tarpato da un sistema di trasporti carente e obsoleto. Urgono investimenti per l'ammodernamento e lo sviluppo delle grandi infrastrutture ferroviarie, per collegare il tacco d’Italia allo Stivale per renderlo competitivo”.

Pagliaro è poi tornato sul punto dopo l’audizione presso le commissioni Bilancio e Trasporti della Camera della presidente e amministratrice delegata di Rete Ferroviaria Italiana, Vera Fiorani: “Apprendo con soddisfazione - aveva commentato il consigliere di minoranza - che nel Recovery Plan sono previsti circa 24 miliardi per le la rete ferroviaria, di cui 14,8 serviranno per l'alta velocità. Di questi, il 39 percento sarebbe destinato al Sud, in gran parte per la linea Salerno-Reggio Calabria. Finalmente si pensa a queste opere, ben venga tutto, ben venga la linea Salerno-Reggio Calabria, ma ancora una volta evidenzio la necessità che l’alta velocità/capacità arrivi fino a Lecce. Il Salento non può più aspettare e non può certo essere la ruota di scorta del Paese. Il nostro territorio soffre a causa di un’arretratezza infrastrutturale che ne penalizza inesorabilmente lo sviluppo, ed è arrivato il momento di investire le risorse necessarie per rimediare a questo gap tra Nord e Sud”.

De Lorenzis, che è membro della commissione Trasporti di Montecitorio, ha allora elencato, insieme ai consiglieri comunali pentastellati di Lecce e Brindisi, tutti gli interventi già certi: l’alta capacità di rete non solo è prevista tra Napoli e Bari, “ma anche dal capoluogo di regione fino a Taranto, su cui si prevede anche un raddoppio di binari, e lungo l'adriatica fino a Lecce, attraverso Brindisi. Infatti - spiega il parlamentare - questo ultimo tratto è stato già adeguato e tra i due capoluoghi di provincia, già dallo scorso anno, i treni a lunga percorrenza arrivano a viaggiare a 200 chilometri orari. A nord di Brindisi, fino a Foggia, lo stesso risultato dovrebbe essere raggiunto nel corso del 2023, secondo quanto illustrato più volte in questi anni dall'amministratore delegato di Rfi, in qualità di commissario della Napoli Bari/Lecce-Taranto”.

Il deputato ricorda anche che per il potenziamento tecnologico di questo progetto sono stati già stanziati 430 milioni di euro: "Il programma comprende interventi di upgrading tecnologico ed infrastrutturale dell'asse Napoli-Bari-Lecce/Taranto per migliorare la regolarità della circolazione, ottimizzando lo sfruttamento della capacità, e conseguire, in sinergia con altri interventi in corso, significativi recuperi sui tempi di percorrenza. Gli interventi prioritari riguardano adeguamenti del piano del ferro e potenziamenti tecnologici delle stazioni di Napoli centrale, Bari centrale e Lecce, il ripristino del collegamento diretto tra la linea Caserta-Foggia e la linea Adriatica a Foggia (bretella merci), l'upgrade dei sistemi di distanziamento sulle tratte Bovino-Cervaro, Barletta-Bari, Bari-Brindisi-Lecce, Bari-Taranto per consentire l'innalzamento della velocità fino a 200 km chilometri orari. L'intervento - conclude il deputato - è poi funzionale e coerente al progetto I071 - Adeguamento del tracciato e velocizzazione dell'asse ferroviario Bologna-Lecce’, che prevede tale innalzamento della velocità fino a Bologna e che permetterà, già dal 2023, di risparmiare 20 minuti sulla percorrenza tra Lecce e Bari in direzione di Bologna o di Roma”.

Al sit-in di domenica ha aderito anche Alea, associazione leccese del settore extra alberghiero, come dichiarato dal suo presidente Raffaelel Bitetti: “Il Salento – prosegue Bitetti -  sul fronte dei collegamenti, è stato penalizzato per troppi anni e credo sia arrivato il momento di aprire una finestra su questo fronte, indirizzando sul territorio i fondi del Recovery Plan previsti per il potenziamento delle infrastrutture al Sud. Non possiamo correre il rischio di essere emarginati ancora una volta. Le imprese turistiche devono essere supportate da una rete di trasporti forte, innovativa e capace di offrire un contributo fondamentale per lo sviluppo economico, sociale e culturale dell’intera provincia. Dopo un 2020 difficile, meritiamo una boccata d’ossigeno”.

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