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Trenitalia, i tagli della rivolta: tutti contro tutti

La Poli invita a votare contro la Finanziaria: "Affossa il Sud". E della sinistra dice: "Fa passare per concessione del Governo i fondi comunitari". Intanto Maniglio scrive a Loizzo sul Brindisi-Lecce

"Questa vicenda comincia davvero a diventare assurda, soprattutto perché c'è qualche parlamentare che vorrebbe far passare per gentile dono del Governo l'utilizzo dei fondi comunitari". Adriana Poli Bortone, deputato del gruppo Uen al parlamento europeo e coordinatore di Alleanza nazionale in Puglia, non ci sta e sulla vicenda dei tagli dei treni, che riguarda le tre province del cosiddetto Grande Salento, tiene a dire la sua. "A beneficio di tutti coloro che dicono di volersi interessare alla soluzione del problema, mi piace ricordare che i fondi comunitari debbono essere considerati aggiuntivi e non sostitutivi dei fondi nazionali e che il Governo italiano è impegnato annualmente ad erogare al Mezzogiorno non meno del 30 per cento delle risorse nazionali. E' un principio al quale non possiamo consentire deroga alcuna".

"Questo Governo - prosegue Adriana Poli Bortone - sta di fatto acuendo sempre di più il gap socio-economico fra Nord e Sud d'Italia continuando a tagliare risorse per il Mezzogiorno. E' una grave responsabilità politica su cui An ed i partiti di centrodestra tutti debbono richiamare il Governo, a partire dagli impegni come quello sui trasporti, che debbono essere onorati nell'ambito della Finanziaria in termini, lo ripetiamo fino alla nausea, di interventi ordinari. Faccio un appello diretto al ministro Di Pietro - annuncia Adriana Poli Bortone - perché così come ha inteso chiudere i rubinetti a Trenitalia, pretenda da Moretti che effettivamente gli investimenti ordinari siano fatti per le infrastrutture ferroviarie del Sud e per il miglioramento della qualità dei servizi. Le finzioni e le mistificazioni dei parlamentari di sinistra - conclude - debbono finire una volta per tutte: abbiano finalmente il coraggio di votare contro una Finanziaria che affossa il Sud. Lanciare proclami nei convegni o nei Consigli provinciali e non essere conseguenti nel momento della ammissione di responsabilità è tipico della Sinistra di oggi che pretende di continuare a rappresentare ad un tempo la maggioranza in Parlamento e la opposizione in piazza".

E intanto, proprio da sinistra, il presidente del gruppo consiliare dei Democratici di sinistra alla Regione, Antonio Maniglio, scrive all'assessore ai Trasporti Mario Loizzo. Il motivo riguarda la tratta regionale Lecce-Brindisi, anch'essa interessata da cambiamenti. "In questi giorni centinaia di pendolari tra Lecce e Brindisi stanno protestando a causa della modifica di orario del treno regionale numero 12516.Una modifica, in verità, incomprensibile e immotivata perché impedisce a studenti e pendolari di arrivare in orario utile per entrare a scuola e negli uffici di Brindisi. Non è la stessa cosa, infatti, arrivare alle 7,43, secondo l'orario vigente, o alle 8,13, in base al nuovo orario".

"In questi giorni c'è un'intensa iniziativa politica e sociale per impedire che alcuni corse da e per Lecce siano soppresse. La motivazione che avanza Trenitalia - prosegue Maniglio - è che tali corse non registrano un numero di viaggiatori sufficiente a coprire le spese del servizio. E' sin troppo facile ricordare al management di Trenitalia e al governo, così come unitariamente sta facendo il Salento, che ci sono servizi, quali il trasporto pubblico, che hanno una componente sociale non irrilevante e di cui si debbono far carico i diversi livelli istituzionali. Ma come si fa a non sottolineare che la modifica di orario di un treno di pendolari crea certamente problemi e disagi a studenti e lavoratori, ma pone anche un problema di ricavi a Trenitalia? Se dovesse passare il nuovo orario ci sarebbero molte meno persone a viaggiare. E allora? Qual è la logica di mercato?"

Maniglio chiede quindi l'intervento di Loizzo "per mantenere gli attuali orari e di accogliere in tal modo la petizione popolare già sottoscritta da centinaia di lavoratori. Ciò serve ad evitare disagi e tensioni che potrebbero nascere dalle annunciate manifestazioni di protesta che, di fronte alla sordità di Trenitalia, sarebbero legittime e alle quali non farei mancare il mio sostegno convinto e solidale".

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