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Tributi “salati” e “pasticci” sulla vecchia Ici. Il Pdl neretino insorge

Ai cittadini di Nardò continuano ad arrivare avvisi di riscossione della vecchia Ici, già regolarmente pagata. Dai banchi dell'opposizione, i pdellini chiedono spiegazioni alla Cerin e al sindaco Risi: "Dalla padella alla brace"

NARDO’ – Avvisi di riscossione della “vecchi” Ici recapitati nelle case dei cittadini di Nardò: a sottoporre il caso all’attenzione è il gruppo consiliare del Pdl al Comune, che denuncia quanto sta accadendo in queste ore a diversi residenti, che hanno ricevuto dalla Cerin altrettanti avvisi di riscossione del vecchio tributo, risalenti agli anni tra il 2006 ed il 2010, in molti casi già regolarmente pagati.

“Se esiste un costo “morale” del pasticcio della San Giorgio ed uno reale che deriva dalle scelte successive - dicono Mirella Bianco, Cesare Dell’Angelo Custode e Alessandro Presta - non vorremmo che ricadessero sui neretini. Quello che sta accadendo in questi giorni a tanti nostri concittadini lascia sbigottiti”.

Dal Pdl si sottolinea come siano continue le segnalazioni di persone destinatarie degli avvisi di riscossione di Ici degli anni scorsi, sebbene, in molti casi, siano stai regolarmente pagati: “Si tratta – chiariscono - di cifre da centinaia e anche da migliaia di euro che di questi tempi si abbattono come tempeste sui bilanci di ogni famiglia”.

“Ci chiediamo – proseguono - come fa Cerin a chiedere questi soldi ai neretini e soprattutto come fa a quantificare gli importi se non ha mai avuto i famigerati archivi della San Giorgio? E ammesso che sia potuta risalire al credito non riscosso, come fa a pretendere dai cittadini somme già regolarmente versate? Insomma, dalla padella alla brace”.

Il Pdl chiede spiegazioni alla Cerin e al sindaco di Nardò, Marcello Risi, che “ci aveva rassicurato sul percorso scelto per risolvere una volta per tutte questa intricata vicenda dei tributi”: “È al corrente – si chiedono - di quanto sta accadendo?”. “Noi – concludono - faremo di tutto per impedire che il prezzo della dissennata gestione amministrativa degli ultimi anni, fatta di debiti fuori bilancio, di spese clientelari e di pastrocchi come quello della San Giorgio, sia a carico dei cittadini neretini”.

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