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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Dimissioni, Udu replica al preside Carducci: "Parole avulse dalla realtà"

L'associazione studentesca, dopo la lettera scritta del responsabile di Scienze della Formazione, interviene per ricostruire la sequenza dei fatti: "Incompetenza gettata nel calderone della guerra d'ateneo in corso"

Di Udu - Lecce*

In relazione alle dichiarazioni del preside, professor Michele Carducci, riteniamo doveroso precisare che le sue dichiarazioni rappresentano una risposta avulsa dalla realtà, e rompono altresì il normale rapporto tra istituzione universitaria e rappresentanza studentesca che da sempre è propria della nostra associazione.

Probabilmente il professor Carducci nella foga di scrivere una risposta pubblica alla nostra associazione ha commesso qualche errore di memoria e di procedura, in quanto i problemi di carattere manageriale di una facoltà non devono essere discussioni nel Consiglio degli Studenti, né con il Difensore Civico. I problemi che riguardano una facoltà o un corso di laurea vengono discussi prima nel Consiglio di Facoltà e successivamente negli organi accademici deputati. Intendiamo chiarire, infatti, che non ci siamo rivolti al Rettore, ma abbiamo sottoposto il problema al massimo organo “politico” dell’università: il Senato Accademico.

Ecco l’ordine cronologico dei fatti: Nel consiglio di facoltà di Scienze della Formazione, Scienze Politiche e Sociali dell’ 11 ottobre 2012, i rappresentanti Link-Udu Lecce hanno presentato un documento organico con le problematiche di  tutti i corsi di laurea auspicando, tra le altre cose, una celere calendarizzazione degli esami, leggendo ai presenti l’art. 22 del Regolamento Didattico d’Ateneo che ne regola le tempistiche, in modo che ci fosse la volontà collaborativa di costruire un calendario adeguato alle esigenze di studenti e docenti. A tale intervento è seguito un interesse per le proposte, ma non una celere attivazione pratica.

Agli inizi del mese di novembre abbiamo inoltrato al manager didattico, Dott.ssa Presicce, e al Preside, una richiesta formale di incontro per discutere di: mancata calendarizzazione degli appelli d’esame; mancato aggiornamento periodico dei servizi on line per gli studenti (bacheche on line); revisione e problemi su piani di studio dei corsi di laurea della facoltà.

All’incontro, tenutosi il 17 dicembre 2012, è stato presente solo il Preside Carducci che ha rassicurato i rappresentanti della nostra associazione in merito alla risoluzione di quanto riportato; il clima da entrambe le parti è stato disteso, collaborativo e propositivo in ottica costruttiva. Ma neanche dopo tale concertazione sono seguiti risultati pratici soprattutto in merito alle questioni di particolare urgenza: la pubblicazione del calendario didattico. Infatti, con la sessione d’esame invernale ormai alle porte, la scadenza della pubblicazione della date degli appelli di almeno 60 giorni prima dall’inizio della stessa, stava per essere violata.  Pertanto abbiamo provveduto a segnalare, ancora una volta, tale urgenza tramite mail datate 20 dicembre alle quali è seguita una risposta rassicurante nelle parole ma non nei fatti. Al tempo queste segnalazioni dei rappresentanti erano definite “preziose indicazioni” su cui si sarebbe vigilato.

Solo dopo che erano passati circa tre mesi dalle prime richieste, e sull’orlo dell’esasperazione, abbiamo deciso di rivolgerci alla stampa in data 16 gennaio, nella speranza che alla nostra denuncia seguisse un’immediata risoluzione dei problemi. Ma a ciò è seguito solo un inasprimento dei rapporti tra rappresentanza e organo istituzionale, denigrando ancora una volta lo strumento della vertenzialità, scaricando l’attuale presidenza dalle responsabilità. Come ultima spiaggia abbiamo deciso di rivolgerci al massimo organo politico di rappresentanza, il Senato Accademico, presentando nella seduta del 22 Gennaio una mozione che ripercorreva i diversi problemi presenti nella facoltà.

Ci sembra pertanto di aver ampiamente utilizzato tutti gli strumenti istituzionali a nostra disposizione per far presente le problematiche e cercare soluzioni costruttive e proposte condivise con tutte le parti. Reputiamo, anzi, che la vaghezza dei provvedimenti risolutivi e il modo facile di liquidare la questione da parte della presidenza sia quello di gettare la propria incompetenza nel grande calderone della “guerra d’ateneo”, con docenti e sindacati pronti a difendere i diversi avamposti.  

Giustizia è anzitutto verità e siamo sbigottiti e atterriti che nell’istituto dell’ufficio di presidenza si perdano le responsabilità precise delle drammatiche disorganizzazioni, anteponendo una nebulosa tutela della presidenza e del suo ruolo istituzionale. Crediamo che nell’epoca in cui è difficile avere verità precise, nell’epoca in cui il politicamente corretto, la vaghezza, lo smarrimento del senso delle parole che restano significanti colmabili a propria discrezione, sia normale che vi siano più verità. Ma noi abbiamo dalla nostra i fatti e le piccole cose, lo sanno tutti, fanno la storia. 

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