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Imu e Tasi, è ancora polemica. La Uil risponde a Monosi e Perrone

Il segretario confederale del sindacato, Guglielmo Loy, risponde a quanto affermato dai due esponenti di Palazzo Carafa durante la conferenza stampa di martedì

LECCE  - Finita la conferenza, cominciano le polemiche. Dopo le dichiarazioni di Attilio Monosi e Paolo Perrone, durante l’incontro a Palazzo Carafa nella giornata di ieri, giungono anche quelle del segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, alimentando la polemica su Imu e Tasi. Secondo uno studio pubblicato dal sindacato, infatti, Lecce risulterebbe tra le dieci città d’Italia per la maggiore pressione fiscale da parte dell’ente comunale. A quel report aveva già controbattuto l’assessore al Bilancio, Attilio Monosi: poi, nella giorata di ieri, è nuovamente tornato sull’argomento, assieme al sindaco Paolo Perrone, per smentire e argomentare i dati che, dal loro punto di vista, “Neppure il portavoce locale della Uil ha capito”.

“Assistiamo ancora una volta a delle dichiarazioni incredibili da parte del sindaco e del suo assessore al Bilancioche gettano discredito sul rapporto della Uil sull’Imu/Tasi. Tralasciamo il fatto che non si sappia leggere i numeri, ma è, invece, un fatto che sia il sindaco sia l’assessore continuino confondere gli argomenti”, dichiara Loy. Il quale, rivolgendosi ai due inquilini di Palazzo Carafa, aggiunge: “ Quali agevolazioni si hanno su una seconda casa a disposizione a Lecce, oggetto dell’indagine del rapporto Uil? Qual è l’aliquota Imu/Tasi applicata a Lecce per le seconde case? E’ al 10,6 per mille oppure all’11 per mille (10,6 per mille di Imu 0,4 per mille di Tasi)? È vero che a Lecce dopo il riclassamento degli immobili le rendite catastali sono aumentate vertiginosamente?”.

Dall’organizzazione sindacale aggiungono inoltre: “Sappiamo anche noi che per determinate categorie di immobili vi sono delle aliquote agevolate, come peraltro avviene in tantissimi altri comuni, ma il nostro rapporto parla esclusivamente di seconde case tenute a disposizione e su questa tipologia di immobili abbiamo fatto i raffronti con le altre città, prendendo per ognuna di esse le rendite catastali medie delle abitazioni presenti in tali città. La fonte è l’agenzia delle entrate rapporto immobiliare”.

“Un’ulteriore osservazione: la Uuil analizza i dati relativamente a tutti i capoluoghi di provincia. Quindi ipotizzare un complotto contro la splendida Citta di Lecce è, semplicemente, fuori luogo e, tra l’altro vi sono, al pari di Lecce stessa, almeno 20 citta capoluogo nelle stesse condizioni. Se poi parte o gran parte dei proprietari non sono residenti della città è questione che cambia poco ai fini di una statistica che è rigorosa e basata su atti amministrativi La valutazione sul buon operato dl amministrazione spetterà, come è giusto ai cittadini leccesi quando saranno chiamati a rinnovare l’istituzione”, concludono.

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