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Sabato, 20 Aprile 2024
Si volta pagina / Otranto

Otranto, dopo l’inchiesta ultimo atto in consiglio prima del commissariamento

In un’atmosfera segnata dalle vicende di “Hydruntiade” e da un’aria di imminente smobilitazione, approvati coi voti della maggioranza i punti all’ordine del giorno. L’opposizione: “Assise delegittimata nei fatti”

OTRANTO - Rapido e senza particolari spunti: si consuma in tempi record (appena dieci minuti) l’ultimo consiglio comunale della consiliatura più breve della storia otrantina, quello tenutosi ieri pomeriggio, nella sala del vecchio istituto Alberghiero che ospita da poco la sede dell’Ente. Il sindaco dimissionario, Pierpaolo Cariddi, ovviamente non poteva esserci per la misura cautelare a cui è sottoposto da quasi un mese per effetto dell’inchiesta Hydruntiade, che ha portato all’interruzione anticipata dell’amministrazione rieletta solo lo scorso 13 giugno.

E l’aria, nell’assise, era pesante come lo è da giorni in città, con volti cupi ed espressioni tirate che fanno con una vicenda che ha ferito l’anima della comunità: un’aria mesta, da “fine mandato”, prima dell’arrivo ormai imminente del commissario straordinario, che dovrà reggere le sorti del Comune e traghettarlo a nuove elezioni. La deadline è segnata: il 12 ottobre il consiglio comunale, per via delle dimissioni del primo cittadino che diventeranno ufficiali, sarà sciolto, tra l’altro, con una settimana di ritardo sull’iniziale tabella di marcia a causa del caso dell’autentica di firma.

In pochi mesi, tutto è cambiato e l’atmosfera dentro il consiglio risente inevitabilmente di ciò che è accaduto. L’obiettivo di sostenere la candidatura di Otranto a capitale italiana della cultura 2025 (venerdì 7 ottobre, alle 11.30, presso l’auditorium del Museo Sigismondo Castromediano, in Viale Gallipoli, a Lecce, si terrà la presentazione ufficiale del progetto) può essere un’importante risorsa per rilanciare l’immagine di una città ferita. Ma sotto il profilo strettamente politico, la situazione appare precaria e d’incertezza dentro una fase che segna, volenti o nolenti, una svolta per Otranto.

In consiglio, erano all’ordine del giorno e sono stati approvati coi voti della sola maggioranza cinque punti (eccezion fatta per il primo), ovvero i verbali della seduta precedente, la modifica del programma biennale di beni e servizi 2022/23, l’integrazione di programma per l’affidamento di incarichi di collaborazione per il periodo 2022/2024, il bilancio consolidato dell’esercizio 2021 (dichiarazione di assenza di Enti e società da consolidare), la variazione di bilancio di previsione finanziario 2022/24 (con ratifica delle deliberazioni di giunta dell’11 agosto).

Prima della discussione, Luca Bruni, capogruppo di minoranza, ha preso la parola sottolineando la “delegittimazione di un consiglio comunale” che è “fortemente minato da un sindaco dimissionario”: “Ci rendiamo tuttavia conto della presenza di punti all’ordine del giorno indifferibili – ha spiegato – e per senso di responsabilità, per rispetto degli uffici e dei cittadini, abbiamo ritenuto di essere presenti ma di non partecipare al voto”.

Da parte sua, la maggioranza non ha inteso controbattere all’appunto, proseguendo la linea del “no comment” intrapresa nelle scorse settimane (anche nel consiglio comunale monotematico che affrontava il tema della sospensione del sindaco) e approvare gli ordini del giorno. Tutto scorre veloce, quasi “indolore”, intervallato dalle presentazioni dei punti fatte dalla vicesindaco, Cristina De Benedetto, e dall’assessore Lorenzo Bello e dagli inviti al voto del presidente, Stefano Panareo. Dieci minuti, anzi persino qualcuno di meno, per archiviare una consiliatura, in realtà, mai davvero iniziata.  

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