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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica Taurisano

Un altro parco di mega eolico “minaccia” il territorio salentino

Il consigliere di Rifondazione comunista Rocca rileva che ad Ugento il comune abbia autorizzato l'installazione di 21 pale eoliche da 120 metri ciascuna su 400ettari di territorio sulle provinciali per Casarano e Taurisano

TAURISANO - Un nuovo impianto di mega eolico con 21 pale da 120 metri circa, pronto a minacciare il territorio. A rilevarlo è il consigliere comunale di Rifondazione comunista a Taurisano, Salvatore Antonio Rocca, che ha presentato nei giorni scorsi un’interpellanza sul progetto che potrebbe essere realizzato sulle “serre salentine”, al confine con il territorio di Ugento. Quest’ultimo comune, infatti, avrebbe già deliberato ed approvato, secondo quanto riportato dal consigliere di Rifondazione, l’atto con cui autorizza una multinazionale del settore ad installare le pale eoliche in un’area di circa 400 ettari, tra le provinciali per Casarano e per Taurisano, ed un elettrodotto che dal territorio di Ugento porti l’energia elettrica prodotta da tali pale alla centrale elettrica del Salento sita in Galatina.

“Una cosa mai vista nel Salento – precisa Rocca - che gli amministratori ugentini hanno pensato bene di prevedere in una zona lontana dal loro centro abitato e, soprattutto, dalle località balneari. È del tutto evidente l’enorme impatto ambientale che tale progetto arrecherebbe non solo al territorio di Ugento ma a tutta l’area che insiste sui tre comuni interessati dal progetto: Ugento, Casarano e Taurisano”.

“Non si comprende – prosegue - perché non si scelgano forme meno invasive di energia alternativa, come ad esempio quella solare sui tetti capace di sfruttare le tante ore di sole di cui beneficiamo ogni giorno per la maggior parte dell’anno. Sono maturi i tempi per trattare problematiche di gestione del nostro territorio in chiave sovracomunale poiché riteniamo che quello che succede nel territorio di Ugento non riguardi solo gli ugentini ma anche noi”.

In materia di eolico, il consigliere spiega che Rifondazione comunista, dopo aver sentito il Comitato politico provinciale, pensi alla necessità di aprire un nuovo negoziato tra il Comune di UgentoComune di Ugento-3-2-3 ed il Comune di Taurisano per evitare un simile impatto ambientale: “Intanto va detto – precisa Rocca - che la divaricazione tra il buon senso dell'opinione pubblica e la governance complessiva del territorio salentino, nell'importante settore della produzione di energia alternativa, è molto netta. Questo fatto andrebbe spiegato prima di ogni altra cosa. A me pare che l'indirizzo della politica, in materia di energie alternative, sia stato, sin qui, prevalentemente burocratico e dirigistico”.

“In questo caso – prosegue - tali imposizioni sono passate quasi inosservate presso la nostra comunità. Invece in altri comuni c’è stata la reazione imprevista e furibonda del popolo. È quello che è successo nei comuni di Ugento, Presicce e Casarano nel 2007, dove ad una forte tensione tra cittadini e istituzioni locali, tra movimenti pseudo-ecologici e sindaci facinorosi, bisogna anche aggiungere l'intervento della magistratura, mentre il nostro comune si è solo limitato ad una sterile discussione nel consiglio comunale, il quale non ha voluto assolutamente coinvolgere la cittadinanza, anche perché il nostro Comune ha approvato un mini parco eolico di tre pale, anch’esse alte 120 metri, nel versate sud del territorio, il quale unito a quello di Ugento, completa ‘l’opera’ distruttrice ambientale del territorio. E così l'eolico ha finito per coinvolgere, nella sua travagliata vicenda, un sistema più che un comparto”.

“In realtà – spiega il consigliere – quando ho invocato la governance complessiva del territorio e mi riferisco soprattutto al Comune di Taurisano, ritengo che in questo caso esso è stato del tutto latitante. Questo fatto ha generato un paradosso incredibile tra i vari livelli istituzionali, preposti alla decisione e questo paradosso ha provocato una vera anarchia. Ciò è potuto accadere perché ogni livello ha agito nella logica dell'auto-referenzialità, come se fosse un sottoinsieme separato o un organismo che pone la sua autonomia nel decidere come esclusiva, senza curarsi delle politiche di integrazione e complementarietà, richieste dal buon governo e dalla democrazia”.

Rocca ricorda come il governo regionale abbia promosso leggi, regolamenti, fissando l’obiettivo ideale di “produrre una quantità di eolico superiore al livello di approvvigionamento regionale allo scopo di concordare una progressiva riduzione dell’uso del carbone nella centrale di Cerano”: “La linea della Regione – spiega - è, però, un misto di centralismo (per una visione di vertice nella programmazione degli obiettivi) e di permissivismo (nel senso che, alle municipalità, viene assegnato un sostanziale potere discrezionale in materia di insediamento dei parchi eolici e di individuazione dei siti)”.

Con conseguenze “abbastanza evidenti”: “Un soggetto, come la provincia di Lecceprovincia-di-lecce_(2)-17-2-2, che poteva svolgere funzione concorrente e cooperare nella programmazione per una migliore contestualizzazione degli obiettivi regionali nel territorio governato – continua Rocca -, per mancanza di espressioni politiche ha subito una sostanziale esclusione, relegata in posizione interlocutoria sull’eolico, e attualmente mentre la classe politica di maggioranza e di opposizione della Provincia di Lecce cerca di rafforzare le sue competenze in materia di pianificazione urbanistica, prima e ambientale, poi, assistiamo da parte del governo Monti allo scempio politico più assurdo a nome del risparmio sui costi della politica e a favore della lobby bancaria, ossia alla chiusura delle province, le quali hanno il compito fondamentale di dover coordinare politiche ambientali tra i comuni”.

“Bisogna comunque anche riconoscere – sottolinea - ciò che è successo politicamente nella nostra provincia, la quale risulta dotata di un piano di coordinamento per razionalizzare le installazioni di impianti eolici e non solo. Si aggiunga che i suoi lodevoli atti di indirizzo sono caduti nel vuoto, non recepiti dai comuni e dalla Regione. Al contrario ai comuni è stato assegnato un ampio potere discrezionale, per la scelta dei siti, per le caratteristiche delle pale, per la definizione delle convenienze. Questa concessione diretta ha provocato degli squilibri istituzionali tra enti locali: una ricerca cieca di entrate finanziarie, una svendita servile del paesaggio, un localismo settario e, talvolta, anche affaristico, un diffuso malcontento dei cittadini. In tale caso i comuni interessanti con i loro sindaci, hanno dimostrato spesso di avere una concezione podestarile del territorio, come se si trattasse di un bene scambiabile per mezzo della loro volontà individuale.”

Per Rocca, tutto ciò ha provocato in alcuni comuni del basso Salento come Casarano e Presicce dei movimenti anti-eolico con “evidenti vocazioni pseudo-ecologiche” e “qualunquiste”. Per questo, occorre interrompere, subito, questa situazione, nella quale i soggetti istituzionali risultano “scoordinati e confliggenti tra loro”, col Ministro dell’ambiente che “tace”, quello dei beni culturali che “raccomanda e consiglia senza vincolare a regole”, la Regione “dirige con giuste strategie, ma dall'alto”, la Provincia “inascoltata”, e i comuni che , in sostanza, “fanno quello che vogliono” e le imprese che “mettono le mani sui siti preferiti a loro piacimento”.

Per il consigliere, il Comune di Taurisano deve prendere con estrema urgenza un provvedimento che possa impedire al limitrofo Comune di Ugento di “alterare il paesaggio già violentato nei fondi Tore e Fumusa con i parchi fotovoltaici, altrimenti finisce che il nostro territorio rimane vittima della logica della globalizzazione, secondo la quale i profitti vanno alle imprese mondializzate, mentre esse lasciano, prima o poi, ai territori locali utilizzati e struttati per l'insediamento industriale e il progresso (come spesso si sente dire), disastri ambientali e immani discariche”: “Si riapra, quindi – conclude -, un nuovo negoziato, socialmente ampio e inter-istituzionale con i Comuni di Casarano e Ugento, per evitare che un obiettivo, pure condivisibile come l'eolico, possa diventare la causa involontaria di un ennesimo oltraggio al paesaggio salentino, ma soprattutto bisogna evitare che il nostro territorio anche visivo sia nuovamente violentato dagli interessi affaristici e dalle lobby e bisogna cercare di ritrovare la sua voglia di rinascita economica”.

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