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Venerdì, 29 Marzo 2024
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“Un suicidio e fiumi di denaro”. I lavoratori ex Bat chiedono l’intervento di Mattarella

Da "truffa" a "torbida vicenda": la vertenza della ex manifattura viene definita senza mezzi termini in un paio di missive inviate alle istituzioni. L'appello dei lavoratori: "Il 21 maggio sia presente anche Bat, diversamente agiremo per tutelare noi e le nostre famiglie"

LECCE – La vertenza della ex manifattura tabacchi di Lecce, trascinata senza soluzione da quasi 5 anni, oltre ad essere stata ripetutamente definita una “truffa” dai lavoratori interessati dal presunto processo di riconversione industriale del sito, ora è definita una “torbida vicenda”. Queste parole, testuali, compaiono nella lettera che un gruppo di operai ha inviato al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ed in cui si ricostruisce a grandi linee tutta la vertenza che ora sembra essersi bloccata a livello ministeriale.

L’incontro previsto per oggi, 12 maggio presso il Mise, con parti sociali ed istituzioni (ma senza la diretta responsabile, la British american tobacco che ha declinato l’invito) è stato posticipato al giorno 21 dello stesso mese.

“In questa torbida vicenda, nella quale sono stati utilizzati fiumi di denaro pubblico, circa 270 persone hanno perso il posto di lavoro – scrivono i lavoratori - e i responsabili hanno disatteso tutte le promesse fatte negli accordi ministeriali; la disperazione è tale da aver già provocato un suicidio ed un tentato suicidio”.

“E’ già stato presentato un esposto alla Procura della Repubblica e si stanno tenendo vari incontri ministeriali che però servono a ben poco, se non a far passare tempo e a sprecare risorse preziose per i lavoratori e le loro famiglie”, si legge nella lettera che si conclude con un appello all’intervento diretto da parte dei vertici del Quirinale.

Gli operai hanno firmato anche una seconda missiva, spedita all’indirizzo dei maggiori rappresentanti istituzionali e dei sindacati nazionali: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella; il dirigente del ministero dello Sviluppo economico Giampietro Castano; il sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova; l’assessore regionale Loredana Capone, il sindaco di Lecce Paolo Perrone, il presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone; il viceprefetto di Lecce Guido Aprea; Fim, Fiom, Uilm, Flai, Uila, Cgil, Cisl e Uil nazionali.  

“I lavoratori, tutti, della ex Bat di Lecce, stanchi della situazione che vivono ormai da diversi anni, esprimono la più totale delusione per l’epilogo dell’ annosa”. L’occasione è utile per ringraziare le parti sociali territoriali per il loro appoggio; per gli interventi e le sollecitazioni messe in atto, nei confronti del Mise, dal sindaco Perrone, dal presidente Gabellone, dal sottosegretario Bellanova, dell’assessore regionale Capone e del viceprefetto Aprea.

“I lavoratori, consapevoli della difficoltà della vertenza e sicuri che tutti insieme (senza colore politico) possano ridare speranza alle 270 famiglie, danno fiducia al loro operato – si legge ancora - . Nello stesso tempo, in attesa del prossimo incontro ministeriale, i lavoratori dichiarano che, fino a suddetta data, non verranno intraprese ulteriori azioni che creino disagio alla cittadinanza”.

Gli ex dipendenti di Bat chiedono, inoltre,  “che l’incontro già previsto per il 21 maggio non venga nuovamente rinviato (come già fatto diverse volte in precedenza), e che a tale tavolo istituzionale siano presenti anche la British American Tobacco Italia nelle persone dei firmatari dell’accordo del 2 dicembre 2010 (Francesco Valli, Giovanni Carucci), nonché Matteo Cavalli, amministratore delegato del consorzio Inser Salento srl (proprietario dell’immobile), oltre ai rappresentanti dei sindacati alimentaristi che apposero la loro firma in quel contesto”.

“Se tutto ciò non dovesse però verificarsi – avvisano gli interessati - i lavoratori, ormai esasperati e privi di un’occupazione, si riservano di intraprendere le azioni che riterranno necessarie per tutelare la loro dignità, il loro futuro e le loro famiglie”.

Sulla vicenda è intervenuto anche il parlamentare Pdl Raffaele Fitto: “Sono sconcertato da quanto illustratomi dai lavoratori dell’ex Bat in merito alla riconversione aziendale. A mio parere questa azienda non può assolutamente far finta di nulla, dimenticando le rassicurazioni date circa l’affidabilità delle aziende a loro subentranti nel suddetto piano di riconversione. Alla luce dell’acclarato fallimento del Piano di riconversione industriale chiedo al ministero dello Sviluppo economico di assicurarsi che al tavolo vi sia anche la British American Tobacco”.

“Non c’è più tempo da perdere – conclude Fitto - . E’ necessario affrontare la situazione con la dovuta attenzione e il ministero ha l’obbligo di prendere una posizione netta, per il bene dei lavoratori e delle loro famiglie che continuano a vivere una situazione di estremo disagio e incertezza sul loro futuro".

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