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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Una città soffocata dai rifiuti: la tassa evasa da oltre 4mila utenze

E in cinque anni solo mille 300 i provvedimenti per omessa o infedele dichiarazione. I dati emersi in commissione, dopo richiesta di Salvemini all'assessore Monosi

LECCE – Quattromilacentonovantadue. A tante utenze puzza la Tari. Utenze, vale a dire non singoli cittadini, ma intere famiglie e persino attività commerciali. E così, l’altra, più concreta puzza (quella dei rifiuti), devono sorbirla i leccesi che pagano. I quali si ritrovano a passeggiare fra tappeti di cartacce, magari impastate con il fango per le piogge, buste colme di spazzatura ammonticchiate intorno ai rami degli alberi o a ridosso delle campane, a loro volta stracolme di ogni oggetto solido possibile, al di là del vetro per cui sono state partorite. 

Proprio così: sono 4mila 192 le posizioni che al momento non hanno dichiarato il pagamento della tassa sui rifiuti. E non è tutto. Ancora non si conoscono, per dirne un’altra, quanti siano gli utenti, nell'anagrafica in mano alla ditta Monteco, che ha l’appalto del servizio di raccolta in città, che non hanno proprio proceduto a ritirare i bidoncini di plastica per la raccolta differenziata.

I dati sono approdati oggi sui banchi della prima Commissione consiliare (bilancio, risorse, personale, programmazione, tributi, finanze, contratti, appalti e contenzioso). Li aveva richiesti a settembre il consigliere di minoranza Carlo Salvemini all’assessore Attilio Monosi. Ed è ora lo stesso Salvemini a renderli pubblici alla città.

Il consigliere intendeva sapere quale fosse il numero di bidoncini e carrellati consegnati, nel tentativo di dare consistenza al sospetto che a Lecce siano tanti, troppi gli evasori. Facile ipotesi, vista la condizione in cui versano i quartieri e le campagne. Immagini del degrado sono quotidianamente sotto gli occhi di tutti. Salvemini lo ripete come un mantra: “Chi non paga la tassa non ha ritirato il materiale per la raccolta differenziata; chi non paga la tassa produce comunque rifiuto; chi non paga la tassa è costretto ad abbandonare i sacchetti della spazzattura da qualche parte”. E così, il danno è doppio: per la pulizia della città e per le casse di Palazzo Carafa. 

IMG-20161108-WA0026-2Snocciolando i dati, risultano a oggi 3mila 94 utenze non domestiche, di cui mille 914 non a ruolo e 16mila 218 utenze domestiche, di cui 2mila 278 non a ruolo. Sommati, si arriva alla già citata somma di 4mila 192 posizioni non a ruolo. “Ciascuna delle quali va ovviamente verificata prima di procedere ad accertamento”, spiega Salvemini. “Sulle utenze domestiche, ad esempio, occorre controllare se vi siano soggetti appartenenti a medesimo nucleo familiare”. Mentre, su quelle “domestiche residenti nei condomini, per i quali è stato l'amministratore a ritirare i carrellati, occorre controllare quali siano eventualmente gli inquilini non in regola col pagamento”. 

Ma nel riepilogo, s’è già detto, manca ancora il numero di chi, i bidoncini, non li ha ritirati. Insomma, la cifra, già consistente, potrebbe fluttuare al rialzo. E corre un brivido sulla schiena. “L'area dell'evasione, come si vede, c’è, è vasta, va oltre i numeri appena elencati”, commenta il consigliere.

Secondo Salvemini, il confronto che è nato in commissione è servito ad avere conferma di due fatti. Sui quali, a suo giudizio, è difficile muovere contestazioni. Il primo: “L'avvio del servizio di consegna del kit di raccolta non è stato pianificato come dovuto dal Comune: s'è persa così – commenta - l'occasione di poter disporre di una banca dati aggiornata e completa indispensabile per aggredire l'area dell'evasione che, come è noto, era in avvio del servizio del 30 per cento circa”.

Il secondo: “Per poter rimediare a questo passo falso, e fare pagare il tributo a chi ancora oggi riesce a non farlo, ci vorrà del tempo”. “Nel frattempo – conclude laconico il consigliere - sarà inevitabile fare i conti con i rifiuti abbandonati per strada”.

Basti pensare che al 28 ottobre scorso, sono stati emessi mille 304 provvedimenti di accertamento per omessa o infedele dichiarazione di Tarsi-Tari relativa agli anni 2010-2015. Pochini. Ecco perché, in conclusione, il consigliere si domanda cosa sia stato fatto in tanti anni per stanare gli evasori. E il suo attacco, da questo punto di vista, non è solo all’ultima Giunta Perrone, ma rivolto a vent’anni di governo del centrodestra in città.
 

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