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Unisalento a metà strada nella classifica The. Il rettore ora chiede più fondi

Ottime le performance delle pubblicazioni scientifiche ma sul risultato pesano i tagli al finanziamento statale. Zara: "Il governo deve sostenere le università del Sud"

LECCE – Senza infamia e senza lode, verrebbe da dire: Unisalento conquista una posizione a metà strada nella classifica del Times Higher Education che sancisce annualmente le migliori università al mondo. Gli atenei sono valutati attraverso 13 indicatori di performance che riguardano l'insegnamento, la ricerca, la prospettiva internazionale, la reputazione e molto altro ancora.

Ebbene l’Università del Salento si è posizionata nel range 501-600 nel ranking internazionale del The. Di nuovo c’è che quest’anno il campione di università considerato è stato di 1102 sedi in varie parti del mondo rispetto alle 978 del 2017 (la posizione di Unisalento era nel range 401-500).

“La posizione mediana di Unisalento viene dunque mantenuta nonostante i tagli sui finanziamenti statali che hanno influito su alcuni parametri censiti – ha commentato il rettore Vincenzo Zara -. In particolare ne risente la didattica sia per quanto riguarda le risorse finanziarie complessivamente a disposizione, sia per il più basso numero di dottorati banditi a causa delle recenti disposizioni Miur-Anvur sull’accreditamento”.

Le responsabilità di un risultato non eccellente sarebbero dunque da attribuire all’annosa mancanza di fondi che sta mettendo in ginocchio le università del Sud Italia, determinando problemi a vari livelli, dalla didattica fino all’organizzazione interna degli uffici.

Ottime, invece, sono le performance riguardanti le citazioni che illustrano la qualità e la visibilità internazionale delle pubblicazioni scientifiche prodotte: “In questi settori la nostra università è quasi alla pari con le migliori al mondo – ha chiosato Zara - così come positivi sono tutti gli indicatori riguardanti l’internazionalizzazione”.

Stabile la posizione per quanto riguarda la ricerca con un maggior numero di lavori prodotti per ricercatore attivo e una crescente reputazione a livello internazionale: anche in questo caso, ha rilevato il rettore, ha inciso negativamente la disponibilità di risorse finanziarie.

Nel complesso il numero uno dell’ateneo salentino ha valutato il risultato come soddisfacente: “Ciò testimonia il nostro impegno in un contesto generale certamente non facile, considerato che i punteggi assegnati ad Unisalento, anche a fronte di miglioramenti consistenti nei parametri numerici che vengono monitorati, dipendono dal contesto mondiale in cui si compete”.

“Ciò significa che se la nostra università ottiene un miglioramento in un parametro, ma complessivamente le altre università migliorano più della nostra, il punteggio finale assegnato è più basso rispetto al miglioramento ottenuto”, ha proseguito. “In altre parole, il confronto con le altre sedi, altamente competitivo, ci sprona a dare il massimo – ha affermato Zara -. Il finale, però, non dipende solo dal proprio miglioramento ma si scontra anche con l’entità del miglioramento delle altre sedi”.

Il rettore ha quindi colto la palla al balzo per richiedere all’esecutivo un sostegno economico all’altezza delle ambizioni della comunità accademica: “Sarebbe auspicabile che il governo assegnasse finalmente risorse adeguate al sistema universitario nazionale non trascurando o forse non penalizzando le università del Sud. Solo così si potrà competere alla pari con altre realtà internazionali per le quali gli investimenti in formazione e ricerca sono enormemente più alti che in Italia”.

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