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Sabato, 20 Aprile 2024
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UniSalento fanalino di coda nazionale: Zara allerta la comunità accademica

Esito poco incoraggiante del vertice Crui: Unisalento registra un 60 percento nel conferimento dei fondi. Il rettore: “Ateneo penalizzato da ogni punto di vista”

LECCE – Si è tenuta ieri, 18 febbraio, l’assemblea nazionale dei rettori  cui ha partecipato anche il massimo esponente dell’università del Salento, Vincenzo Zara. Tra i temi affrontati con il ministro Giannini, si è parlato anche dei criteri di valutazione della qualità della ricerca (Vqr) dal 2011 al 2014, decidendo per uno slittamento della chiusura delle operazioni dalla fine di febbraio al 14 marzo. Lo stesso ministro ha assicurato la sua presenza alla prossima assemblea, prevista nel mese di marzo, con l’obiettivo di discutere dei vari aspetti che stanno creando serie difficoltà al sistema universitario.

Il rettore dell’università del Salento Vincenzo Zara ha inviato oggi ai professori e ai ricercatori dell’ateneo e, per conoscenza, al personale tecnico-amministrativo e agli studenti, una lettera aperta che desta preoccupazioni: “Abbiamo analizzato i dati riguardanti il conferimento dei prodotti della ricerca da parte dei vari atenei:  la maggior parte delle università registra percentuali di conferimento prossime al 90 percento, o comunque superiori all’80 percento. I dati disponibili per il nostro ateneo indicano, invece, una percentuale intorno al 60 percento. Unisalento si colloca, quindi, tra i pochissimi con la percentuale di conferimento più bassa. Durante l’assemblea in Crui è anche emerso che un ulteriore slittamento in avanti delle scadenze della Vqr non è possibile, in quanto i risultati di questa valutazione saranno usati per la prossima ripartizione del fondo di finanziamento ordinario 2016. In tale ripartizione la nuova quota premiale rappresenterà una parte rilevante, perché si vuole evitare che la suddivisione avvenga ancora una volta sulla base di una quota  ormai obsoleta”.

Zara afferma di aver voluto rispettare le posizioni espresse da ciascun ateneo, senza operare pressioni. Tuttavia il rettore intende mettere in allerta l’intera comunità accademica a proposito dei rischi che si corrono nel caso in cui la percentuale rimanesse intorno al 60: “La ricaduta immediata sarebbe sulla ripartizione dell’Ffo 2016, e di certo sulle ripartizioni di risorse finanziarie e di risorse di personale per gli anni a venire. Avremmo, inoltre, una situazione di penalizzazione complessiva del nostro ateneo, cui avranno contribuito in maniera differenziata i dipartimenti. Personalmente non ritengo giusto che in presenza di disequilibri così forti tutti debbano pagare allo stesso modo, ma di questo dovranno occuparsi gli organi di governo dell’ateneo nella ripartizione delle risorse”.

“ Sul totale di 861 posti di ricercatore, per la nostra università abbiamo 9 posti mentre per un’università di dimensioni pari alla metà (o anche meno) se ne contano 8. I criteri in base ai quali è stata stabilita la ripartizione si basano esclusivamente sulla Vqr 2004-2010: ulteriori risorse straordinarie per il reclutamento, i cui decreti ministeriali saranno di prossima emanazione, si baseranno sulla Vqr”.

“Lo ribadisco – ha aggiunto Zara - :ho il massimo rispetto per chi protesta, anche se ritengo che l’aspetto degli scatti stipendiali sia solo una delle “sofferenze” (e non la principale) del sistema universitario. Penso per esempio al diritto allo studio, al sotto-finanziamento complessivo, al precariato che ha ormai assunto dimensioni inaccettabili e che, prima o poi, esploderà sotto forma di tensione sociale dalle conseguenze inimmaginabili, penso alla non facile situazione del personale tecnico-amministrativo, ed alla centralità degli studenti in termini di didattica e di servizi che mi sembra più dichiarata che applicata nei fatti”.

“Ora – conclude il rettore - resta il dato di fatto oggettivo che fra pochi giorni si completerà la Vqr e che noi siamo tra gli ultimi in Italia (e in Puglia): questo avrà gravi conseguenze finanziarie e sulle possibilità di reclutamento. Ho il dovere di sottolinearlo chiaramente, in modo che riflettiate sul da farsi. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità: il sistema universitario sta andando in una direzione diversa dalla nostra”.

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