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Unisalento penalizzata dal taglio dei fondi. Link: “L’ateneo perde 2 milioni di euro”

L’associazione studentesca punta il dito contro i ritardi del Miur e contro il nuovo calcolo della quota base. Università del Salento penalizzata nel panorama regionale. “Gli studenti fuori corso, 46 percento a Lecce, ne pagheranno le maggiori conseguenze”

LECCE - Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha firmato il nuovo decreto di ripartizione del Fondo per il finanziamento ordinario (Ffo) agli atenei. Ed è subito polemica per il ritardo con cui il Miur ha pubblicato tale decreto, “mettendo in seria difficoltà”, secondo l’associazione studentesca Link di Lecce, “l’università del Salento che è stata costretta ad approvare il bilancio di previsione senza prima conoscere la quota assegnata”.

Per tale motivo i rappresentanti di Link Lecce, in tutti gli organi, dal Consiglio degli studenti, al senato accademico, al consiglio di amministrazione, non hanno votato la proposta di bilancio di previsione presentata.

Inoltre, a lasciare “sgomenti” gli universitari sono anche i contenuti di questo decreto: l’ateneo salentino perde, infatti, 2 milioni di euro rispetto al 2013. La causa principale di questo taglio è il nuovo metodo di calcolo della quota base (corrispondente al 72 percento dei finanziamenti): il costo standard di formazione per studente in corso.

“Un sistema inedito – spiegano i ragazzi di Link - che punta ad agganciare lo stanziamento delle risorse non più in base allo storico dei finanziamenti ricevuti, ma assegnando un costo ad ogni singolo studente regolare”. In base a questo provvedimento, però, sono assegnati i fondi per sovvenzionare la didattica dei soli studenti in corso, scomputando dal calcolo gli studenti fuori corso (presenti per il 46 percento nell’ateneo salentino).

“Quest’ultimi saranno fortemente danneggiati – proseguono loro - poiché potrebbero subire una riduzione della qualità della loro didattica oppure aumenti spropositati delle tasse. Il dramma peggiore è che con il costo standard a regime (80 percento nel 2018) la nostra università è destinata a subire un taglio di ben 8 milioni, che sommato alla perdita della quota premiale, ammonterà in totale a 10 milioni”.

Analizzando la proiezione del costo standard a regime emerge che l’introduzione di questo nuovo metodo per calcolare la quota di finanziamento graverà, in particolar modo, sull’ ateneo salentino tra tutti gli altri atenei pugliesi. Unisalento, infatti, perderà il 18percento di finanziamenti sulla quota base, mentre l’ateneo di Bari ne guadagnerà il 5,5 percento, il Politecnico quasi l’8 percento e l’università di Foggia il 7 percento.

Secondo Link sarebbe stata doverosa una maggiore tutela di Unisalento in Crui (la conferenza dei rettori delle università italiane), “organo che ha una nostra rappresentanza e che si è espresso favorevole a questo decreto che abbatte la crescita dell’Università salentina e costringe ad una rivisitazione generale delle spese”.

“Alla luce di questa situazione allarmante il nostro ateneo dovrà avviare delle politiche mirate all’aumento degli studenti e al miglioramento della didattica, affinché non si continui sul trend così elevato di studenti fuori corso”, commentano i ragazzi.  In che modo, dunque? “Per investire sulla didattica è necessario un monitoraggio accurato e l’attivazione dei corsi di tutoraggio per l’approfondimento delle materie ritenute più complesse. In secondo luogo è necessario rendere l’università realmente accessibile tramite l’eliminazione del numero chiuso, prima vera barriera d’accesso e mediante la diminuzione della contribuzione studentesca, ancora troppo elevata. Infine è necessario attuare  politiche che favoriscano il percorso per gli studenti lavoratori, una realtà sempre più in espansione, ma che l’università non riesce ad assorbire.

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