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Come cambia la città? “La partecipazione sia strategica, non un obbligo”

Piano urbanistico generale: Lecce Bene Comune presenta una proposta di regolamento per istituzionalizzare il coinvolgimento di associazioni e cittadini nelle scelte urbanistiche. Depositata anche una mozione per l'Urban Center

 

LECCE – L’amministrazione comunale di Lecce ha ricevuto solo quattro elaborati che racchiudono le osservazioni al documento programmatico preliminare al Piano urbanistico generale: uno di questi è di Lecce Bene Comune, il laboratorio civico che accompagna l’azione politica dei consiglieri comunali Carlo Salvemini e Saverio Citraro.

OSSERVAZIONI DPP

“Troppo poche, se pensiamo all’importanza di questa fase per la definizione delle scelte urbanistiche che disegneranno la città che consegneremo alla prossime generazioni”, ha dichiarato in conferenza stampa Salvemini, che ha depositato a Palazzo Carafa una proposta di deliberazione per il Consiglio comunale e una mozione. L’obiettivo è quello di istituzionalizzare la partecipazione, anche e soprattutto nella fase della progettualità, dalla quale attualmente è spesso esclusa.

Sebbene la maggior parte dei finanziamenti comunitari e regionali siano oramai accessibili solo se le amministrazioni prevedono passaggi aperti a cittadini,attori economici e associazioni – la rigenerazione del quartiere Leuca ne è un esempio -, l’impressione di Lbc è che si tenda a fare “della partecipazione un mero adempimento” . Manca cioè il salto di qualità, che la trasformi in istituzione: “Non c’è nulla di particolarmente originale in quello che proponiamo oggi – ha aggiunto Salvemini -, altrove è prassi e funziona bene”.

 “Con il regolamento vogliamo che lo strumento della partecipazione civica diventi una scelta strategica”, ha chiosato Salvemini che ha auspicato una corsia preferenziale in commissione consiliare affinché la proposta arrivi nell’assise cittadina in tempi utili per non perdere il treno del Pug che si sta discutendo in questi mesi.

regolamento partecipazione

L’altra questione – che è l’oggetto della mozione, illustrata da Rita Miglietta, che di professione fa l’architetto - riguarda la creazione di un Urban Center, un contenitore nel quale far confluire tutta la programmazione urbanistica, rendere accessibile la documentazione necessaria per comprendere quali siano le scelte strategiche per la città e mettere in sinergia gli uffici tecnici dei vari assessorati interessati allo sviluppo urbano. Nella mozione si chiede di individuare il sito, le risorse e la tipologia del potenziale gestore.

“Molte città italiane, sulla scia del modello anglosassone hanno favorito l'attivazione di informazione, ascolto e scambio di interazioni tra amministrazione e cittadinanza, mediante l'attivazione di Urban Center, (Casa della Città), inteso come spazio e infrastruttura pubblica. C’è infatti la consapevolezza che la stampa, le televisioni locali non possono essere l'unico strumento di informazione delle trasformazioni urbane, e gli uffici di settore, insieme allo spazio internet del comune, non possono adeguatamente adempiere alla diffusione e allo scambio delle informazioni con la collettività”.

La proposta dell’Urban Center è stata lanciata da Salvemini nella campagna elettorale per le primarie del centrosinistra, lo scorso anno. “Esistono tanti contenitori in questa città, ma alcuni a me sembrano vuoti”, ha aggiunto. Ci sarebbe lo stesso Open Space di Palazzo Carafa oppure l’ex distributore di carburanti ai piedi dell’Obelisco, che l’amministrazione intende recuperare per destinarla ad una funzione pubblica.

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