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Gasdotto, Vendola annuncia: “Ministero Beni culturali dice no all’approdo a Melendugno”

Il governatore, su Twitter, fa capire che la partita è ancora aperta. E sabato a Bari circa 40 sindaci del Salento consegneranno al premier Renzi le delibere contrarie all'opera. Il sindaco di Melendugno: "Ora nuova fase di dialogo"

LECCE – L’approdo in territorio di Melendugno non va bene. A dirlo sarebbe il parere del ministero dei Beni culturali (attraverso la Direzione generale dei Beni per il paesaggio, le belle arti, l'architettura e l'arte contemporanea), chiamato ad esprimersi sul gasdotto progettato da Tap e “approvato” anche dal presidente del consiglio, Matteo Renzi.

Fino a questo momento il giudizio positivo che il dicastero dell’Ambiente ha dato è rimasto almeno parzialmente riservato. In attesa della pubblicazione sono filtrati però alcuni stralci, ma ancora nulla si sa della consistenza delle prescrizioni cui Tap si dovrà attenere. Sembra però che non siano poche. E solo ieri il senatore di Sinistra Ecologia e Libertà, Dario Stefano, aveva denunciato le ripetute resistenze del ministero diretto da Gian Luca Galletti (il cui decreto di autorizzazione dovrebbe arrivare a giorni) alla sua richiesta di accesso agli atti della valutazione di impatto ambientale.

Certo è che l’accelerazione registrata con la conferenza del premier sulle grandi opere (29 agosto), nella quale aveva dato ampie rassicurazioni sulla realizzazione del gasdotto nell’interesse dell’Italia e dell’Europa, ha fatto pensare i più ad una partita oramai chiusa. Invece le cose potrebbero stare diversamente: è stato un tweet del governatore pugliese, Nichi Vendola, a riportare (in estrema sintesi) la posizione del Mibac. Il presidente della Regione Puglia ieri ha avuto un faccia a faccia riservata con il ministro Galletti a San Marco in Lamis dove entrambi si erano recati per constatare i danni nel Gargano in conseguenza dell'alluvione e non è da escludere che si sia parlato anche del gasdotto.

Le parole dell’assessore regionale all’Ambiente, Lorenzo Nicastro, hanno - poco dopo la sortita di Vendola - confermato la sostanza della notizia. Secondo quanto riportato in serata dalle agenzia di stampa l’esponente del governo regionale ha così commentato: “Nel rispetto delle prerogative dei vari organi istituzionali che in questa vicenda sono chiamati ad esprimersi, leggendo il parere del ministero per i Beni Culturali non si può far a meno di notare come siano evidenziate le medesime perplessità tecniche rilevate dal Comitato Via Regionale”.

Le riserve dei tecnici del Mibac sarebbero riferite “alla connessione alla rete nazionale e all’impatto che questa parte dell’opera avrebbe sul territorio, alla necessità di mitigarne gli impatti significativi anche in considerazione della prossimità di aree vincolate”. Tap non avrebbe tenuto minimamente conto dei decreti ministeriali del 1970 e del 1985 che stabiliscono l'interesse pubblico dell'area interessata dal progetto.

Prudente la posizione di Marco Potì, sindaco del Comune di Melendugno, che sin dall’inizio si è opposto alla soluzione dell’approdo sulla spiaggia di San Basilio: “Mi fa piacere che quello che andiamo dicendo da anni sia stato preso in considerazione da un organo istituzionale, mi fa piacere che anche la Regione Puglia si stia dimostrando più consapevole politicamente. Chiedo ora atti ufficiali da parte del consiglio e della giunta”.

Il primo cittadino spera quindi in una nuova fase di dialogo: “Sono anche realista e per questo penso si debba aprire, nella fase di procedura unica di autorizzazione (che fa capo al ministero dello Sviluppo economico, ndr), un confronto per trovare soluzioni alternative che ci sono e sono possibili”. E proprio sabato, in occasione della Fiera del Levante, una quarantina di sindaci del Salento, con in testa Potì saranno a Bari: indossando le fasce tricolori, mostreranno a Renzi le delibere con cui le rispettive amministrazioni hanno detto no all’opera di Tap.

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