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Sabato, 20 Aprile 2024
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Salvare Acaya: ok alla mozione sull’esproprio di parti di mura

Passa in consiglio regionale la proposta di Pagliaro. Si farà pressing al ministero della Cultura: obiettivo, recuperare dal degrado le porzioni che sono sotto privati

VERNOLE – Le porzioni in stato d’abbandono delle antiche mura di Acaya, ricadenti sotto privati, potrebbero essere espropriate. Ovviamente, con l’intenzione di consentire l’avvio delle azioni di messa in sicurezza e consolidamento, cui seguirebbero interventi di recupero e valorizzazione di quello che è un vero e proprio patrimonio archeologico e culturale salentino. 

La cittadella fortificata che ricade in agro di Vernole è traccia più unica che rara del passato, un luogo quasi magico e immobile nel tempo, caratterizzato dal castello, frutto dell’ingegno di Gian Giacomo dell’Acaya, il quale visse all’epoca di Carlo V. Purtroppo, alcune parti versano nel degrado e occorre agire per impedire che l’incuria cancelli vestigia del passato.  

L’argomento era stato sollevato dal capogruppo de La Puglia domani, Paolo Pagliaro. E oggi, la sua mozione sull’esproprio delle porzioni in abbandono è stata accolta con voto all’unanimità dal consiglio regionale. E, dunque, si impegna la giunta regionale ad attivarsi fin da subito con un’azione di pressing politico presso il ministero della Cultura - assessorato regionale alla Cultura in prima linea -, affinché sia individuato e messo in atto un percorso di esproprio delle porzioni in rovina di proprietà dei privati. 

“Un passo concreto si compie oggi per sottrarre la cittadella di Acaya all’incuria e al degrado”, commenta Pagliaro. “La struttura fortificata di quest’imponente cittadella medievale, che sorge a Vernole, a pochi chilometri da Lecce, è minata dal tempo e dalla mancata cura. Già a maggio dell’anno scorso lanciai l’allarme sul deterioramento di questo monumento, con una richiesta di audizione in sesta Commissione. Quando la discutemmo, ad ottobre scorso – prosegue -, indicammo la via dell’esproprio delle porzioni di mura di proprietà privata lasciate in abbandono e a rischio crollo, e questa nostra posizione fu condivisa dall’ex assessore alla cultura, Massimo Bray”. 

Acaya antica (1)-2

“In ossequio al principio di tutela del patrimonio storico come valore fondante della Costituzione – prosegue Pagliaro -, questo tesoro va sottratto all’incuria e messo al centro dell’attenzione e degli sforzi di tutti, dalle amministrazioni locali al ministero della Cultura, passando per la Soprintendenza. E in questo – aggiunge il consigliere regionale - la Regione può assumere il ruolo chiave di cabina di regia, di concerto con le associazioni locali che svolgono un ruolo prezioso per difendere il patrimonio comune storico artistico in pericolo”.

Punto di riferimento è l’articolo 95 del Codice dei beni culturali, che indica la possibilità, in presenza di un bene “unico” da preservare, di procedere all’espropriazione. “Ed è su questa via che bisogna procedere – insiste Pagliaro –, attingendo a fondi del bilancio autonomo regionale, in modo da poter poi candidare il progetto di consolidamento e valorizzazione delle mura di Acaya a finanziamento”. Il capogruppo de La Puglia domani ricorda anche che esiste una misura specifica del Pnrr per il recupero dei piccoli borghi a cui la sua speranza era che la Regione candidasse proprio Acaya. 

“Purtroppo non è risultato Acaya il borgo vincitore del bando, questo però non esclude che sia la Regione a farsi carico delle risorse necessarie al recupero di Acaya, attingendo ai fondi della nuova programmazione del settore Cultura. Il 21 marzo scorso – ricorda Pagliaro – il presidente Emiliano ha espresso parere scritto sulla mia mozione discussa e approvata oggi, nel quale ha dichiarato di condividere l’obiettivo e indicato la via: il coinvolgimento del Comune di Vernole per individuare i beni da espropriare e per quantificarne il relativo costo”.

“Quindi, individuate le risorse disponibili e acquisita l’autorizzazione ministeriale, queste potranno essere trasferirle al Comune di Vernole per procedere all’esproprio dei beni individuati. Nel caso in cui non avesse risorse da destinare ad hoc, la Regione è impegnata ora ad una trattativa con il Ministero della Cultura perché stanzi risorse proprie. 
Ora - conclude - ci aspettiamo azioni concrete e rapide, per contrastare l’azione logorante del tempo e il degrado delle mura di Acaya, restituendo a questo borgo l’antico splendore”.

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