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Vernole, monta il caso e l'opposizione non si presenta

Il gruppo di minoranza contesta l'atteggiamento del sindaco Mangione e dell'assessore al bilancio, che nell'ultima assise, avrebbero assunto atteggiamenti "intimidatori" contro Letizia De Giorgi

Scoppia un caso politico a Vernole. È convocato per oggi un consiglio comunale nel comune salentino, ma all'assise non prenderà parte il gruppo di minoranza, "Il Comune che vogliamo". Alla base di questa scelta ci sono alcuni episodi registrati nel precedente consiglio, tenutosi lo scorso 20 giugno, dove era in discussione l'approvazione del bilancio di previsione 2009. In quell'occasione, la capogruppo di opposizione, Letizia De Giorgi, già assessore con l'ex sindaco, Ferdinando Pedaci, aveva evidenziato tutta una serie di perplessità sulle scelte amministrative, non facendo mistero di prevedere il rischio di un dissesto finanziario alle porte. Secondo la ricostruzione degli eventi, fatta dalla stessa minoranza consigliare, la De Giorgi si sarebbe vista intimare con espressioni dialettali il silenzio dal sindaco, Mario Mangione, poiché seduta tra i banchi dell'opposizione ("citta, ‘t'hai stare citta; nun l'hai capitu ca stai all'opposizione e nu pueti parlare?"), e tacciare come "talebana" dall'assessore al bilancio, Lucia Papa Pascali.

La decisione del gruppo di minoranza di non presenziare al consiglio comunale è stata formalizzata e resa pubblica in una lettera al presidente del consiglio comunale, Antonio Pascali, al segretario, Consuelo Tartaro, e al Prefetto, Mario Tafaro, dove gli atteggiamenti del primo cittadino e dell'esponente del suo esecutivo vengono definiti "intimidatori" e da "teppismo politico". Anche il presidente del consiglio, nel testo della missiva, viene criticato dall'opposizione, in quanto resosi "complice" dell'accaduto, per non aver richiamato all'ordine l'intero gruppo di maggioranza.
La De Giorgi e l'opposizione, pertanto, ha richiesto l'intervento del Prefetto perché siano garantite le logiche democratiche all'interno del consiglio comunale di Vernole, dove il clima tra gli schieramenti resta comunque particolarmente caldo, a causa proprio di alcune rilevazioni di incompatibilità che la minoranza imputerebbe allo stesso Mangione.

L'opposizione pretende, nella ricostruzione della seduta consiliare "incriminata", che i fatti siano fedelmente riportati nel verbale di consiglio, non mancando di evidenziare come, in altre occasioni e circostanze, "affermazioni simili sono state omesse e sostituite con la semplice frase ‘interventi fuori microfono'".

"La protesta - precisano e ribadiscono dall'opposizione - è tesa alla tutela della dignità personale del consigliere di minoranza, a tutela della dignità del ruolo che egli svolge in consiglio comunale, e a tutela della ragion d'essere dello stesso consiglio". Non ci sta il sindaco di Vernole alle accuse che ritiene "strumentali scaramucce", di cui peraltro è venuto a conoscenza solo in mattinata, mentre era a lavoro con alcuni membri della sua maggioranza. Contattato, ha risposto: "La nostra squadra preferisce volare alto - ha concluso chiudendo ogni ulteriore polemica".

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