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“Vertenza” milionaria con la Leadri, minoranza chiede una commissione d’indagine

Per la minoranza è necessaria l'istituzione di un organismo interno che accerti le condizioni per un'azione di responsabilità verso amministratori, funzionari e tecnici. L'opera è costata 37 milioni. Poi ci sono tre lodi per 23,4 milioni più interessi

LECCE – Un atto di trasparenza nei riguardi dei cittadini. Così Antonio Rotundo, del Partito democratico, motiva la richiesta - avanzata da tutti i consiglieri di minoranza - per l'istituzione di una commissione d’indagine sulla vertenza milionaria in corso tra Leadri Costruzioni, che ha realizzato la tangenziale Est, e l’amministrazione comunale condannata in tre diversi lodi arbitrali a versare all’azienda una somma di 23,4 milioni di euro per ritardi, inadempienze e mancati riscontri in corso d’opera.

Ad oggi ne sono stati pagati solo 9, relativi al secondo lotto. La Regione Puglia, intervenuta a suo tempo per salvare il Comune dal dissesto che sarebbe derivato da un onere così gravoso, ha pronti 14,4 milioni di euro, relativi ai due lodi del primo lotto, ma non può liquidarli senza la rinuncia da parte di Leadri ad ogni ulteriore pretesa.

Con il decorso del tempo – il primo lodo, da 11,4 milioni, è del 2006 – sono infatti maturati interessi considerevoli che nel complesso superano i 10 milioni e, da ultimo, sono stati depositati da parte del creditore anche due atti di pignoramento (uno da 17,2 milioni, a Lecce, l’altro da 14,4 a Bar presso la tesoreria della Regione Puglia) che hanno bloccato l’attività finanziaria dell’ente, a partire dal Piano delle alienazioni, cavallo di battaglia dell’assessore al Bilancio e Patrimonio, Attilio Monosi, per dare ossigeno alle casse comunali e liberare qualche risorsa per investimenti urgenti come la manutenzione di alcune case e la costruzioni di edifici per l’edilizia residenziale pubblica. Per domani, giovedì, è attesa la decisione del Tribunale di Lecce nelle vesti di giudice dell’esecuzione.

Antonio Torricelli, vice presidente del consiglio comunale, ha seguito la vicenda sin dall’inizio criticando i passi dell’amministrazione sin dalla decisione di affidarsi a lodi arbitrali per un “appalto chiavi in mano” del costo di 37 milioni di euro comprensivo di revisione dei prezzi e di perizie di varianti. Nel migliore dei casi questa storia si chiuderà con il versamento dei 14,4 milioni da parte della Regione Puglia; nel peggiore proseguirà fino all’estinzione dell’ultimo centesimo preteso dall’azienda. Intanto la minoranza torna alla carica con la commissione di indagine, sollecitata ai sensi dell’articolo 50 dello statuto comunale. Il consiglio comunale dovrà esprimersi sull'istituzione della commissione nella prossima seduta, dopo averlo già fatto non troppo tempo addietro su un ordine del giorno, rimasto lettera morta. Si è giunti dunque al passo successivo.

L’organismo inquirente dovrebbe essere composto da otto componenti, con rispetto del criterio di proporzionalità tra maggioranza e minoranza, e rimarrebbe in attività per un periodo massimo di tre mesi: lo scopo è quello di verificare i presupposti per un’azione giudiziaria di responsabilità verso amministratori, dirigenti, funzionari e direttori dei lavori della tangenziale Est “per il danno subito dalla città”.

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