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Vertenza della Pista di Nardò: audizioni in Commissione regionale

Il consigliere regionale Pisicchio chiede chiarezza sulla vertenza degli operai precari. Campobasso, Cgil: "Silenzio assordante"

Nardò - La vicenda dei lavoratori precari della Pista di Nardò approderà nei prossimi giorni all’attenzione della Commissione lavoro della Regione Puglia, con un primo giro di audizioni.  “Mediante queste audizioni cercheremo di fare sintesi e di capire quali iniziative il governo regionale intendere attivare per chiudere questa preoccupante vertenza”, puntualizza il presidente della VI Commissione lavoro e consigliere regionale de La Puglia con Emiliano, Alfonso Pisicchio che ha deciso di convocare gli assessori regionali Loredana Capone (Sviluppo economico) e Sebastiano Leo (Lavoro) e un rappresentante della Porsche Engineering group.

“Stiamo cercando – dice Pisicchio – la prima data disponibile compatibilmente con gli impegni dei soggetti da invitare in audizione. È nostro dovere capire come mai gli accordi raggiunti in sede di task force regionale per l’occupazione siano stati poi disattesi, anche alla luce dei corposi finanziamenti pubblici La Porsche ha continuato a svolgere la sua attività attraverso le agenzie interinali, assumendo 140 lavoratori, ma mettendo da parte 15 collaudatori e operai precari nonostante l’anzianità di servizio e le competenze professionali acquisite”.

“In queste ore i colleghi Trevisi e Borraccino hanno preannunciato un’interrogazione sulla vicenda. A dimostrazione – conclude Pisicchio – che su temi così importanti e socialmente impattanti la politica deve ricompattarsi mettendo da parte simboli e bandiere”.

È tempo di avere delle risposte, dunque. Da oltre un mese, infatti, una decina di operai precari della Nardò Technical Center ha allestito un presidio permanente all’ingresso della Pista salentina, in contrada Fattizze, sotto l’egida dei Cobas, per rivendicare attenzione, di fronte al silenzio assordante della società e delle istituzioni.

In contrada Fattizze, a pochi mesi dall’ingresso dell’impianto,  si sono quindi accampati i lavoratori che, dopo numerosi anni di precariato, hanno deciso di “ribellarsi ad un sistema di ingaggio che non offre alcuna garanzia nel breve, medio e lungo periodo”, come si legge in un comunicato diffuso dagli interessati. Per assurdo, la Nardò Technical Center, già fiore all’occhiello del Sud Salento, dopo l’acquisto da parte di Porsche è diventato un centro ancora più all’avanguardia.

“Riteniamo sia un preciso dovere delle istituzioni, soprattutto la Regione Puglia che negli ultimi anni ha versato fiumi di denaro pubblico in questo centro di prove tecniche, dare delle risposte e fare in modo che società e lavoratori possano trovare un punto di incontro soddisfacente”, prosegue il comunicato.

Sul piede di guerra contro la Regione Puglia ci sono anche i sindacati. Daniela Campobasso, di Cgil, ha riannodato i fili del discorso: “Il problema riguarda oltre un centinaio di collaudatori e lavoratori che da almeno 15 anni ruotano all’interno della pista, muniti di un contratto di somministrazione. Noi abbiamo chiesto all’azienda di recepire la carta degli interinali, stilata dal gruppo Porsche Wolkswagen a livello nazionale , già recepita da altre aziende del gruppo: in altri territori è stato possibile realizzare un percorso di stabilizzazione graduale dei lavoratori, a Nardò invece questo non si è verificato”.

L’azienda si sarebbe dimostrata “sorda” alla proposta del sindacato che, a quel punto, ha cercato una sponda nella task force regionale. Si sono susseguiti incontri e trattative serrate nel corso dei mesi, fino all’ultimo tavolo di fine marzo 2017, da cui è nata un’intesa.

“Il numero consistente di interinali interessate al problema non era coperto dalla bozza di accordo, ma l’azienda si era resa disponibile a realizzare un percorso graduale di assunzioni dirette per 20 operai – prosegue Campobasso -: un numero di persone esiguo, ma pur nell’insoddisfazione per i risultati, abbiamo valutato positivamente questa timida apertura dell’azienda sulla trattativa”.

“La bozza dell’accordo è stata inviata dai sindacati alla Regione Puglia che avrebbe dovuto modificarla in base agli emendamenti proposti dall’assemblea dei lavoratori ma, da quel momento in poi non se n’è saputo più nulla”, denuncia ancora l’esponente Cgil.

Le organizzazioni sindacali, in forma unitaria, hanno inviato numerosi solleciti al governo di via Capruzzi senza ottenere alcuna risposta. “Trovo inconcepibile che dopo due mesi la Regione non abbia provveduto ad inviarci la bozza da sottoporre all’assemblea del personale precario. L’ultima parola sull’ipotesi di accordo, infatti, spetta ai lavoratori che invece continuano ad essere ignorati – prosegue la sindacalista -. Noi rimaniamo in attesa, ma siamo preoccupati che quel piccolo spiraglio che avrebbe messo al riparo almeno 20 famiglie possa chiudersi nel silenzio generale”.

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