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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Via Brenta, Perrone tuona: "Non volevano che sapessi"

Perrone non doveva sapere". Il sindaco di Lecce è un fiume in piena. Ribatte alle dichiarazioni di sabato della senatrice di Io Sud Adriana Poli Bortone. E lo fa, anche lui, in una conferenza stampa

LECCE - "Perrone non doveva sapere". Il sindaco di Lecce è un fiume in piena. Ribatte alle dichiarazioni di sabato della senatrice di Io Sud Adriana Poli Bortone. E lo fa, anche lui, in una conferenza stampa tenuta questa mattina a Palazzo Carafa. Al centro della querelle politico-amministrativa, i due edifici di via Brenta, il cui impegno di acquisto da parte del Comune di Lecce, se mantenuto così come stabilito dai contratti quando sindaco era proprio Poli Bortone e Perrone assessore, rischierebbe di dare la mazzata finale alle già debolissime casse comunali. In estrema sintesi: da una parte, oggi, c'è l'attuale sindaco di Lecce, che scarica con delibera di Giunta quel contratto, impegnandosi a non acquistare più un bel nulla perché, di mezzo, c'è l'eccessivo costo annuale del leasing che il Comune di Lecce ha versato fino ad ora sui conti correnti bancari dei proprietari milanesi degli immobili.

Allora: Adriana Poli Bortone dice che Perrone sapeva eccome di quella operazione. Il primo cittadino invece afferma senza mezzi termini: "Nella vicenda di via Brenta, all'infuori di pochi addetti ai lavori, me compreso, nessuno doveva sapere. Nessuno cioè doveva conoscere gli elementi fondamentali dell'operazione - spiega - a partire dal costo della stessa". E aggiunge: "Nel luglio del 2004 la senatrice Poli mi revoca, senza motivare, la delega al Patrimonio, competente per questo tipo operazione affidandola all'assessore De Leo".

Ecco quindi il passaggio centrale, non certo nuovo nella sostanza, ma che Perrone questa mattina ha ritenuto di dovere ripercorrere: "Con una procedura quantomeno irrituale, veniva tutto segregato, per cui l'operazione, nelle modalità e quantificazioni del prezzo, veniva affidata ad un dirigente; non venne portata, come la legge impone, né in Giunta, né in Consiglio comunale, venne chiesto il parere di congruità sul prezzo di acquisto e tutti, senza tema di smentita, nE venimmo a conoscenza a contratto già firmato, eccetto ovviamente gli ‘addetti ai lavori'. Cioè fino a conclusioni del contratto, si fece tutto in segreto. Perrone non doveva sapere".

In allegato l'intervento per intero del sindaco Paolo Perrone.

VIA BRENTA, L'INTERVENTO DEL CAPO DELL'OPPOSIZIONE ROTUNDO

"La nostra opinione su Via Brenta è chiara e netta: Poli e Perrone sono insieme ed ugualmente responsabili politicamente dello scandalo del leasing". E' quanto afferma il capo dell'opposizione a Palazzo Carafa, il quale afferma inoltre che "solo il centrosinistra può rivendicare a se una opposizione lineare e coerente contro quella vergognosa operazione che è parte integrante ed emblematica dei 12 anni di amministrazione del Centrodestra nella nostra città, durante i quali Perrone non stava sulla luna ma è stato prima assessore al Bilancio, poi vicesindaco e da oltre due anni sindaco. Per questo Perrone - aggiunge - non è minimamente credibile quando racconta la storiella della sua estraneità a quell'affare".

"Quella raccontata oggi in conferenza stampa è, infatti, una colossale bugia che contrasta clamorosamente con atti che lui stesso ha compiuto. Credo che non ci sia un solo cittadino leccese in buona fede disposto a dare credito ad una ricostruzione che è faziosa e di parte, un tentativo tanto puerile quanto penoso di chiamarsi fuori che mostra anche e soprattutto la pochezza della sua statura politica, quella di un sindaco privo di onestà politica ed intellettuale ed incapace di assumersi dinnanzi alla città le proprie responsabilità e, proprio per questo - come ormai appare chiaro all'opinione pubblica - inadatto a ricoprire il ruolo di guida di Palazzo Carafa".

ANDREA GUIDO: "VIA BRENTA, RESPONSABILITÀ E OPPORTUNITÀ"

"Dopo aver seguito con attenzione le vicende degli immobili di via Brenta, nonché replica della senatrice Poli Bortone e del sindaco Paolo Perrone, vorrei esprimere due considerazioni". A parlare questa volta è Andrea Guido, consigliere comunale di Lecce città del mondo. "La prima - sottolinea - riguarda l'atteggiamento della senatrice: il titolo di primo cittadino non indica l'essere al di sopra di tutti, ma una responsabilità nei confronti della comunità, il dover essere, per ruolo istituzionale, innanzi ai propri concittadini per la promozione di Lecce e rispondere di ciò che si è fatto e firmato. Attribuire ad altri, con la politica del mal comune mezzo gaudio, le colpe di una vicenda gestita, come ha oggi specificato il sindaco Perrone, ‘da pochi addetti ai lavori', è un tentativo alquanto maldestro di svicolare dai propri errori nonché scorretto, data la puntuale ricostruzione dei fatti offerta da Perrone, che ha fugato nettamente i dubbi che potevano emergere sull'attribuitagli negligenza".

"La seconda considerazione - prosegue Guido - è sull'opportunità di certe scelte. Pur ammettendo che di per sé poteva essere un buon affare l'acquisto in leasing degli immobili di via Brenta (cosa peraltro infondata visto quanto maggiore sarà il costo complessivo dell'operazione rispetto al valore di mercato dei beni acquisiti, un sovraprezzo di 21 milioni di euro), ciò che contava era valutare la sostenibilità dell'investimento per i cittadini e il Comune. Le decisioni di un buon amministratore vanno prese in considerazione dello stato economico dell'Ente che si amministra. Come ogni buon padre e madre di famiglia sanno - continua - non si può fare il passo più lungo della gamba ed è saggio non chi si lancia nell'affare del momento ma chi decide ponderando le conseguenze nel medio e lungo periodo, quando saranno altri amministratori a ricevere il testimone. Chi non cambia, purtroppo, sono i cittadini che pagano gli sprechi e imprudenze di chi li ha governati".

"L'interesse collettivo e il bene che la senatrice Poli vuole alla città di Lecce - conclude il consigliere vicino al sindaco -, che nessuno le disconosce, dovrebbe spingerla a fare marcia indietro e a sostenere l'importante determinazione del sindaco Perrone di recedere da un acquisto così gravoso che incide e inciderebbe ulteriormente sui bilanci comunali".

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