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"Vogliamo ridiscutere la legge di bilancio con il governo": Cgil, Cisl e Uil all'attacco

Si è tenuto a Lecce l'attivo unitario dei tre sindacati per discutere le priorità da inserire nella manovra economica: "Investimenti in lavoro, infrastrutture e un piano mirato per il Sud"

LECCE - La legge di bilancio non convince l’Europa. Ma neppure le parti sociali che ora chiedono al governo di discutere i punti cardine della manovra, introducendo correttivi sostanziali.

Le segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil hanno individuato un elenco di priorità per la legge di bilancio 2018, inserite all’interno di una piattaforma unitaria. A livello locale i sindacati hanno radunato gli iscritti di tutte le categorie per fare il punto della situazione.

A Lecce l’attivo unitario dei confederali si è tenuto presso la Cassa Edile, alla presenza del segretario generale di Uil di Lecce, Salvatore Giannetto, della segretaria di Cisl, Ada Chirizzi (la quale ha sostituito per l’occasione Antonio Nicolì), della segretaria generale di Cgil Lecce, Valentina Fragassi e  del segretario nazionale della Cgil, Giuseppe Massafra.

La premessa dei sindacati non lascia spazio ad equivoci: “La manovra di bilancio è pericolosa per una serie di effetti. E non solo per il rischio di sforamento dei parametri di bilancio – ha spiegato Massafra -. Cgil, Cisl e Uil da anni considerano lo sforamento una necessità, ma solo nella misura in cui la manovra economica contenga investimenti per sostenere il lavoro, l'occupazione e la coesione sociale”.

Massafra ritiene che la legge abbia uno scopo prettamente propagandistico perché, a suo dire, “mira a rispettare gli impegni presi in campagna elettorale”. Tutto da rifare dunque? “La quota 100 per il sistema previdenziale è solo un punto di partenza e risulta poco equa, perché monca di un’attenzione ai giovani ed alle donne".

Non convince neanche il reddito di cittadinanza, come precisa Giannetto della Uil: “Non temiamo il deficit in sé e per sé, però i soldi non possono essere spesi in chiave assistenziale. Questa prospettiva è fuori dalla nostra logica.  L’obiettivo dev’essere la creazione di buoni posti di lavoro. Nel Def non c’è alcuna proposta per il Mezzogiorno quando invece occorrono investimenti mirati, anche in infrastrutture, per risollevare le sorti dei territori”.

“Esistono delle priorità che vogliamo indicare al governo - puntualizza la segretaria Chirizzi - : investimenti per creare una buona occupazione; interventi sulle infrastrutture di 1° e 2° livello, deputate a collegare il Mezzogiorno al Nord ed allo stesso tempo a garantire i collegamenti interni; le politiche di contrasto alla povertà; la riforma delle pensioni che ad oggi non prevede clausole di protezione per giovani e donne; investimenti pubblici per Mezzogiorno devono affiancare le risorse comunitarie il cui uso invece oggi prevale”.

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