Orecchiette con le cime di rapa
Le orecchiette venivano addirittura preparate già nel Medioevo, in Provenza, con il grano duro di Francia. Giungono a noi ed in particolare in Basilicata e in Puglia, Sannicandro di Bari
Orecchiette con le cime di rapa
Ingredienti per 4 persone:
400 g di orecchiette
800 g di cime di rapa
4/5 filetti di acciuga sott'olio
1 spicchio d'aglio
peperoncino
sale
pepe
olio extravergine di oliva
Preparazione:
Nettate e lavate le verdure lasciandole in ammollo in acqua fino a quando le tufferete in acqua bollente salata in una pentola capiente.
Alla ripresa del bollore, ma anche prima se sono particolarmente tenere, aggiungete nella casseruola le orecchiette e proseguite fino a completarne la cottura, circa 8/10 minuti.
A parte in una padella con dell'olio rosolate lo spicchio d'aglio, il peperoncino e le acciughe che si scioglieranno completamente, un paio di minuti sul fuoco.
Scolate la pasta insieme alle verdure con una schiumarola e versate direttamente nella padella.
Eliminate l'aglio, regolate di pepe. Saltate la pasta pochi secondi e servite subito.
Tempo di preparazione: 30' c.
cottura: 15'
difficoltà: bassa
stagioni consigliate: inverno-primavera
Variante: nella versione salentina il piatto era arricchito con una spolverata di mollica di pane o di pangrattato leggermente tostati.
Vino consigliato: Brindisi Doc Rosso
Curiosità: le orecchiette con le cime di rapa è certamente il piatto che identifica la Puglia nel mondo.
Le orecchiette venivano addirittura preparate già nel Medioevo, in Provenza, con il grano duro di Francia. Giungono a noi ed in particolare in Basilicata e in Puglia, Sannicandro di Bari, è il primo paese dove le testimonianze di questa pasta sono tra le più antiche.
Ma la bontà di questo piatto, oltre le orecchiette rigorosamente fatte a mano, dipende proprio dalla varietà delle cime di rapa in base alla stagionalità, fino a metà autunno c’è la “Quarantina di Otranto”, in autunno la “Sessantina o Novantina di Nardò”, in inverno la “Natalina di Taviano” ed in primavera la “Marzarola o Rapa di marzo”.