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Chiusura della rsa "La Fontanella", sono 120 i posti di lavoro in bilico

La Cgil preme per trovare una soluzione al problema occupazionale e per dare una opportuna collocazione agli ospiti. La proposta: "Trovare un altro soggetto che gestisca la struttura"

LECCE - La Regione Puglia vuole chiudere “La Fontanella”, revocando l'autorizzazione al funzionamento e disponendo il trasferimento dei 16 ospiti ancora presenti, tutti negativi all’esame del tampone.

Sullo sfondo di questa intricata vicenda finita sotto la lente d'ingrandimento della Procura di Lecce, che ora indaga per abbandono di persona incapace ed epidemia colposa dopo il decesso di 21 ospiti, si staglia un doloroso risvolto occupazionale. I sindacati infatti premono per trovare una soluzione ai 120 posti di lavoro alla residenza sanitaria che rischiano di andare in fumo. Al contempo ritengono necessario trovare un'adeguata sistemazione per tutti gli anziani presenti.

Cgil Lecce, Spi Cgil Lecce ed Fp Cgil Lecce hanno lanciato un appello in questa direzione al prefetto Maria Teresa Cucinotta, al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, al presidente della Provincia Stefano Minerva e al direttore generale della Asl di Lecce Rodolfo Rollo.Secondo i tre segretari, Valentina Fragassi, Fernanda Cosi e Floriano Polimeno il governo di via Capruzzi, che pure ha avviato l’iter per la revoca della concessione alla struttura, non dovrebbe sottovalutare anche "il legame dei pazienti geriatrici con la struttura e con il centro abitato di Soleto".

Attualmente si sta cercando una sistemazione adeguata ai 16 ospiti rimasti nella Rsa mentre altri pazienti sono stati ricoverati altrove: 5 a Galatina, 18 Copertino e 12 al Vito Fazzi di Lecce. In tutto sono oltre 50 gli anziani che dovranno essere collocati in strutture della provincia ma “questa soluzione trascura l’aspetto umano e il pesante vissuto sopportato dagli anziani, con importanti risvolti psicologici”, denunciano i sindacalisti.

Il problema occupazionale della Rsa

Il problema del mantenimento dei livelli occupazionali non è, poi, di secondaria importanza. Secondo il sindacato, il presidente Emiliano e la Asl di Lecce dovrebbero affidare la struttura ad un altro soggetto abilitato, che prenda in carico tutti gli ospiti.

“È importante garantire un futuro a circa 120 lavoratori della vecchia gestione e quelli della gestione commissariale. Con una platea di oltre 50 ospiti, è possibile dare lavoro a tutti loro. Confidiamo nelle istituzioni, oltre che per l’accertamento delle responsabilità per quanto avvenuto a Soleto, anche per non disperdere il patrimonio di competenze dei lavoratori”, spiegano Fragassi, Cosi e Polimeno.

Il sindacalisti hanno anche ricostruito il tortuoso percorso professionale di questi operatori: quando la struttura è stata commissariata, infatti, tutti i dipendenti della cooperativa sociale sono stati costretti alle ferie d’ufficio per essere sottoposti a tampone e poi quarantena.

“Esaurite le ferie sono stati collocati in Fis, un ammortizzatore sociale assimilabile alla cassa integrazione – spiegano i due -. Sotto la gestione commissariale sono stati assunti 30 operatori sociosanitari a tempo determinato dalla ditta a cui era stata affidata la gestione della struttura, mentre i servizi di ausiliariato, mensa e pulizia sono stati affidati ad una cooperativa”.

“I contratti di questi lavoratori scadranno a fine giugno, ma una volta trovata sistemazione ai 16 pazienti ora ospiti della Rsa i lavoratori saranno sottoposti a sorveglianza, tampone ed eventuale quarantena, prima di perdere definitivamente il lavoro. Stessa sorte aspetta chi gestiva pulizie e mensa”, concludono i sindacalisti.

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