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Sabato, 20 Aprile 2024
Salute

Tumore al seno: l’importanza di seguire la paziente in tutto il percorso

La Breast Unit di Città di Lecce Hospital adotta un approccio multidisciplinare alla patologia per accompagnare la paziente durante tutto il percorso, dalla diagnosi al follow up

LECCE - Il tumore al seno rappresenta in Italia la neoplasia più diffusa: si stimano ogni anno dalle 50-55 mila nuove diagnosi e circa 12 mila decessi. Secondo i dati epidemiologici riportati nel rapporto AIOM/AIRTUM pubblicato nell’ottobre 2020, sono attualmente 834.200 le donne in vita che hanno dovuto affrontare un tumore alla mammella. Un ulteriore dato riguarda la mobilità sanitaria: l’8,5% delle persone a cui viene diagnosticato un tumore sceglie di farsi curare al di fuori della propria Regione (rapporto Crea Sanità), nonostante le cure di prossimità siano funzionali anche al benessere psico-fisico del paziente.

Dott. Luigi Manca-2Dati importanti che non hanno lasciato indifferenti gli specialisti: esiste infatti da diverso tempo una rete oncologica pugliese integrata con il sistema nazionale. In Salento, in particolare, dalla primavera 2017 è attiva la Breast Unit di Città di Lecce Hospital, Ospedale di Alta Specialità accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale, coordinata dal Dott. Luigi Manca e composta da un team multispecialistico per permettere alle donne di affrontare la malattia con la sicurezza di standard di cura europei, affiancate durante tutto il percorso, dalla diagnosi al trattamento, dall’intervento al follow up rimanendo vicine a casa.

In provincia di Lecce si registrano circa 560 nuovi casi di tumore al seno ogni anno, corrispondenti al 29% di tutti i tumori diagnosticati - commenta il Prof. Massimo Federico, oncologo della Breast Unit dell'ospedale leccese -. La nostra Breast Unit si prende cura di oltre il 55% di queste pazienti e dalla sua nascita ad oggi ha valutato nel corso di accurate discussioni multidisciplinari oltre mille nuovi casi operati al Città Di Lecce Hospital. Inoltre eseguiamo ogni anno circa 1600 mammografie con tomosintesi 3D, tecnologia d’avanguardia ideale per la prevenzione del tumore, e una media di 300 biopsie con il sistema VAAB, una biopsia con agoaspirazione che consente di rintracciare in tempi precoci e con estrema precisione i tumori della mammella”.

Oltre alla cura dei tumori al seno, la Breast Unit è impegnata anche nella prevenzione oncologica, attraverso la realizzazione di iniziative volta alla promozione della mammografia di screening che in Puglia purtroppo non è ancora diffusa come in altre parti del Paese. Infatti le donne che nel triennio 2016-2019 hanno eseguito una mammografia di screening all’interno dei programmi regionali sono state solo il 34% (EPICENTRO), dati che si tradurranno, purtroppo in almeno un 30% di diagnosi tardive e di maggiori insuccessi terapeutici. Un intervento tempestivo porta infatti ad una migliore curabilità della malattia, con percentuali di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi vicine al 90%.

“La diagnosi precoce combinata con le tecnologie all’avanguardia possono davvero fare la differenza nel trattamento del tumore mammario – spiega il dott. Luigi Manca, chirurgo senologo e coordinatore della Breast Unit –. Il tumore alla mammella porta con sé risvolti psicologici molto importanti, legati alla percezione della propria femminilità e alla propria autostima. Per questo motivo, intervenire precocemente, potendo contare su un’équipe multidisciplinare costituita da tutte quelle figure mediche che ruotano attorno alla cura dei tumori, dall’oncologo al genetista, passando per lo psicologo, ci consente di individuare il percorso terapeutico più adatto, che tenga conto non solo dell’aspetto oncologico ma anche di quello estetico, intervenendo contemporaneamente sulla rimozione del tumore e sulla ricostruzione mammaria. Questo si traduce in una migliore risposta della paziente alle terapie e in una compliance più elevata”.

Promuovere la diagnosi precoce è dunque molto importante, specialmente nel Salento dove, secondo i dati registrati da Città di Lecce Hospital, oltre il 50% delle diagnosi di tumore al seno avviene tardivamente (quando la presenza di un nodulo diviene palpabile ed è quindi di dimensioni abbastanza grosse), mentre nel 40% dei casi viene diagnosticato nel corso di mammografie di screening spontaneo, e solo nel 10% grazie agli screening di popolazione.

Per quanto riguarda le tecnologie diagnostiche e di prevenzione, la struttura salentina dispone di un mammografo 3D di ultima generazione, un’evoluzione della mammografia digitale che permette una lettura dell’organo “a strati” più o meno sottili, al fine di ottenere una maggior definizione delle eventuali lesioni presenti, con una sensibilità di immagini che raggiunge l’85%. Per le pazienti invece a cui è già stato diagnosticato il carcinoma mammario, viene impiegata la mammografia con mezzo di contrasto per una mappa ancora più precisa della lesione tumorale.

Inoltre presso Città di Lecce Hospital è attivo un servizio di counselling oncogenetico per lo studio della predisposizione genetica al tumore al seno. Finora sono state eseguite oltre 200 consulenze, con indicazione al test genetico nella quasi totalità dei casi.

Prof. Massimo Federico-2Per quanto riguarda l’intervento, la chirurgia oncologica oggi punta ad essere radicale nella rimozione del tumore, ma anche soprattutto mininvasiva, conservativa e ricostruttiva: ciò significa che, per quanto possibile, vengono mantenuti intatti i tessuti sani (l’intervento conservativo è possibile nel 75-80% dei casi tramite quadrantectomia, che consiste nell’asportazione della sola area della mammella in cui è localizzato il tumore) e quando è necessario un intervento di mastectomia radicale (demolitivo) viene fatta seguire immediatamente nella stessa seduta chirurgica anche una ricostruzione mammaria, possibile grazie alla presenza del dott. Luigi Ragusa, chirurgo plastico, nel team della Breast Unit di Città di Lecce Hospital. La paziente così in entrambi i casi al suo risveglio riavrà un seno, un fattore importante quello dell’integrità fisica che consente inoltre una migliore ripresa post operatoria.

Infine, Città di Lecce Hospital punta alla salute della paziente a 360°, anche attraverso servizi di psiconcologia: con la collaborazione di associazioni del territorio, vengono organizzati incontri di counseling nutrizionali e psicologici volti al benessere psico-fisico generale.

“Grazie al coordinamento di tutti i professionisti coinvolti nel team multidisciplinare della Breast Unit, oggi le donne che vivono nel Salento e che sono assistite all’interno della Breast Unit possono accedere tempestivamente alle prestazioni sanitarie, giovandosi delle più moderne tecnologie e strategie di diagnosi precoce e di una chirurgia d’avanguardia per far diventare il tumore solo un brutto ricordo” commenta il prof. Federico.

Che cos’è una Breast Unit

La Breast Unit è un Centro di Senologia multidisciplinare che vede la collaborazione di diversi specialisti impegnati nel campo della prevenzione e della cura del tumore al seno. Presso il Città di Lecce le figure che affiancano la paziente durante tutto il percorso di diagnosi, trattamento e cura sono: oncologo, radiologo senologo, chirurgo senologo, chirurgo plastico, radioterapista, anatomo patologo, medico nucleare, nutrizionista, fisioterapista, e psiconcologo.

L’obiettivo di EUSOMA (European Society of Breast Cancer Specialists) e del Consiglio Europeo nel definire il “modello Breast Unit” è stato quello di migliorare tutti gli aspetti del trattamento del tumore al seno anche in termini di qualità della vita.

Una Breast Unit deve inoltre rispettare dei requisiti, a garanzia della qualità delle cure proposte, ovvero: trattare oltre 150 nuovi casi di carcinoma mammario ogni anno, un elemento che offre maggiori possibilità di guarigione e di buona qualità della vita post operatoria; assicurare un’équipe multidisciplinare e trasversale specializzata nel trattamento del tumore della mammella; identificare un case manager, ovvero un tutor a cui la paziente possa rivolgersi in qualsiasi momento del percorso di cura per delucidazioni, che si coordina con l’équipe in fase di definizione del programma terapeutico e aiuta la paziente nella calendarizzazione degli incontri; assicurare la tempestività nelle cure; stabilire riunioni multidisciplinari periodiche per una discussione collegiale di ogni singolo caso, in modo da condividere una valutazione diagnostica e una strategia terapeutica,  adottando un appropriato percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA).

La paziente è sempre al centro: l’obiettivo cardine è infatti quello di garantire i migliori standard di cura, tramite una totale presa in carico del caso per tutto il percorso diagnostico-terapeutico, e una continuità di cura, il più possibile vicino alla paziente sia da un punto di vista “umano” che “territoriale”.

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