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Sabato, 20 Aprile 2024
Salute

Dubbi sulla rimodulazione della rete trasfusionale: Cgil lancia la sua proposta

I segretari Polimeno e Malorgio: "Così si espongono i salentini ad un grave esito clinico all’interno rete ospedaliera”. Il sindacato ha chiesto un incontro alla Asl per discutere la questione

LECCE - Una rimodulazione “anacronistica” e in contrasto con quanto previsto dalla stessa Regione Puglia. Così la Funzione Pubblica di Cgil Lecce ha valutato la disposizione regionale relativa alla rimodulazione della rete trasfusionale.

In particolare la giunta ha previsto una unità operativa complessa di Medicina trasfusionale all'interno del Dea del Vito Fazzi; due unità semplici negli ospedali di Gallipoli e Scorrano e tre unità operativa nei presidi ospedalieri di Casarano, Copertino e Galatina.

Secondo i segretari Floriano Polimeno e Cosimo Malorgio la suddetta riorganizzazione esporrebbe i cittadini salentini “ad un grave esito clinico all’interno rete ospedaliera”, e risulterebbe persino in contrasto con ciò che stabilisce il regolamento regionale 14 dell' agosto 2020.

Tala regolamento, lo ricordiamo, ha ridisegnato la rete ospedaliera, istituendo in tutti gli ospedali i servizi trasfusionali. Inoltre con questo atto la Regione Puglia ha implementato o creato ex novo i posti letto di Terapia intensiva: nel dettaglio, 38 nel Vito Fazzi di Lecce; 8 a Scorrano; 8 a Gallipoli; 8 a Casarano; 12 a Galatina; 6 a Copertino.

In totale i posti letto della Asl di Lecce sono 80, nelle strutture pubbliche, e 35 in quelle private accreditate.

La Funzione Pubblica sostiene quindi la necessità di rivedere la rete trasfusionale in funzione di tale contesto. Da qui la proposta di prevedere in ogni presidio ospedaliero, sia di base che di 1° livello, un'unità operativa semplice dove, oltre ad effettuare la raccolta di sangue, sia attivo l’ambulatorio trasfusionale e la sezione di aferesi produttiva e terapeutica.

Il sindacato ritiene utile confermare, all'interno del Vito Fazzi, la presenza dell'unità complessa di Medicina trasfusionale: “Questo consentirebbe di eliminare il continuo trasporto su tutto il territorio di sacche di sangue o emoderivati, inoltre garantirebbe tempestività nell’affrontare le emergenze chirurgiche, senza mettere a repentaglio la salute dei cittadini”, puntualizzano Polimeno e Malorgio.

Fp Cgil ha quindi chiesto alla direzione strategica di via Miglietta un incontro urgente per discutere la questione.

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