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Venerdì, 29 Marzo 2024
Salute

“Vaccini, è caos nella distribuzione ai medici”: l’Ordine polemizza con la Asl

Ritardi e distribuzione non omogenea delle dosi ai camici bianchi: il presidente De Giorgi denuncia i disagi dei colleghi "lasciati soli ad affrontare una situazione di cui non sono responsabili"

LECCE – Carenze nella distribuzione del vaccino e farne le spese sono sia gli utenti sia i medici di famiglia. Questa la denuncia dell'Ordine dei medici che punta il dito contro la Asl di Lecce.

In buona sostanza i problemi sono due: il ritardo con cui vengono riforniti i camici bianchi e le difformità del carico vaccinale. È accaduto, infatti, che alcuni medici di base con mille e 500 assistiti avessero a disposizione appena 35 dosi; altri con 200 assistiti potevano disporre di 150 dosi.

Tutto questo, sottolinea il presidente Donato De Giorgi, sta accadendo a dispetto di ciò che aveva assicurato il numero uno di via Miglietta, Rodolfo Rollo. Durante un incontro che si è tenuto a metà ottobre, lo ricordiamo, il direttore generale aveva spiegato che le altre 60 mila dosi in arrivo sarebbero state distribuite in modo omogeneo, in base alla popolazione di ciascun distretto socio sanitario.

“E invece - replica De Giorgi – i colleghi spesso non sono stati avvertiti e non sono stati riforniti secondo le necessità: questa situazione che stimola le ingiustificate rimostranze degli utenti a carico dei medici e non della struttura sanitaria responsabile”.

L'Ordine denuncia anche la mancata informazione ai cittadini di tali carenze, “peraltro sempre possibili in un periodo particolarmente complesso e difficile”. “Delegare ai medici questa gravosa incombenza vuol dire non gestire adeguatamente la dignità dei colleghi, che dopo un duro lavoro si trovano soli ad affrontare una situazione di cui non hanno alcuna responsabilità, né rispetto alle carenze, né alla diversificata disponibilità delle dosi vaccinali”, aggiunge il presidente.

L'Ordine dei medici chiede, quindi, alla Asl di rendere noti questi problemi agli utenti, iniziando da chi ha maggiori necessità di usufruire del servizio.

“In queste situazioni viene vanificata completamente tutta la centrale attività dei colleghi nel territorio, pronta oggi a sottolineare l'importanza della somministrazione del vaccino antinfluenzale, particolarmente rilevante nelle persone più fragili, specialmente nell'incremento quotidiano dell'esposizione pandemica di Coviv-19, verso una ingarbugliato setting in cui considerazioni epidemiche e diagnostiche impongono l'utilizzo sempre più estensivo di vaccino antinfluenzale”, conclude De Giorgi.

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