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Salute

"Mai più sole nel percorso di cura oncologica": la missione di Sos per la vita

L'associazione ha aperto alcuni sportelli informativi sul territorio e si occupa del Cup senologico. La presidente Tarantino: "Non volevo che altre donne vivessero il mio incubo"

LECCE – La donna al centro della sanità. Accompagnata, passo dopo passo, nel percorso di prevenzione dei tumori (utero e mammella in primis) e nel percorso di cura. Con questo obiettivo è nata, 21 anni addietro, l'associazione “Sos per la vita” che ha sede in viale Giovanni Paolo II a Lecce e raggiungibile telefonicamente componendo il numero 0832-311905.

“L'associazione è nata perché io ho vissuto la terribile esperienza di un cancro alla mammella e non volevo che il mio inferno fosse rivissuto da altre donne – racconta la presidente Rita Tarantino -. Sos per la vita è stata fondata insieme al compianto Ilio Palmariggi (cui è intitolata la sezione leccese) con l'obiettivo di informare i cittadini sui servizi offerti dalla Asl. Il primo grande progetto si chiamava “Informare e prevenire”: abbiamo aperto sul territorio 8 sportelli e 5 nuovi nasceranno a breve. All'interno vi lavorano molti volontari che nulla sapevano di sanità e oggi, dopo un periodo di formazione, sono in grado di fornire informazioni ai cittadini e di occuparsi delle prenotazioni del Cup”.

L'associazione, anno dopo anno, ha fatto passi da gigante. Tant'è vero che nel 2018 ha raggiunto la soglia record di 24mila e 600 prenotazioni al Cup senologico.

Parallelamente è nato un secondo progetto dedicato ai migranti: “Accompagniamo queste persone a visitare i servizi della Asl, spieghiamo il loro funzionamento, li aiutiamo a familiarizzare con la sanità pubblica, diventando così un importante punto di riferimento per chi arriva nel Salento e non sa come muoversi”, spiega Tarantino.

Ma il fiore all'occhiello dell'associazione è quello della senologia: “Mi sono battuta per 10 anni per rimettere la donna al centro della sanità pubblica. Con grandi risultati: adesso ogni donna viene presa per mano e accompagnata, passo dopo passo, nel percorso di cura. Il progetto è stato approvato dalla direzione generale della Asl e dal Comitato consultivo misto e abbiamo centrato l'obiettivo di abbattere le liste di attesa che oggi arrivano a soli 2 giorni”.

I volontari di Sos per la vita si sono dati la missione di rendere noti quei servizi Asl importanti ma troppo spesso semisconosciuti a cittadini. Tra questi i Pta, i presidi di assistenza territoriale nati dalle ceneri degli ospedali riconvertiti: “Sono centri in cui i cittadini che hanno bisogno di assistenza possono essere ricoverati per un mese al massimo e ricevere tutte le cure di cui hanno bisogno, con il supporto del medico di base che è pagato dalla Asl.  Proprio ieri siamo andati insieme ai volontari a Nardò dove c'è un Pta che rappresenta un'eccellenza. Ma ne apriranno altri a Maglie, Poggiardo, Gallipoli e Campi Salentina”, racconta la presidentessa.

Altra novità di rilievo sono i Coro, i Centri di orientamento oncologico che offrono percorsi di diagnosi e cura per i malati oncologici: “Prima il paziente doveva trovare l'oncologo da solo, partendo dall'impegnativa del medico di base. Adesso si può rivolgere direttamente ai Coro: l'operatore lo metterà in contatto, in tempo reale, con un oncologo che lo indirizzerà nei vari step del percorso”.

Il focus dell'associazione è quindi nella comunicazione, affidata alla volontaria Gina Pennetta, già sociologa specializzata e specializzata nel settore. “Le persone sono affamate di informazioni e abbiamo messo in piedi il servizio “Vox populi” per rendere i cittadini consapevoli e migliorare, di riflesso, anche la sanità pubblica – racconta lei -. I servizi ci sono, ma non sono conosciuti. I bisogni principali sono ovviamente legati alle prenotazioni e al funzionamento delle liste d'attesa. Ma anche dal punto di vista logistico, i pazienti spesso non sanno dove andare e persino a chi rivolgersi. L'informazione è la priorità eppure accade che alcuni uffici, deputati a questo, siano collocati in luoghi nascosti. In buona sostanza, i pazienti sono spesso disorientati e si sentono abbandonati a sé stessi: noi cerchiamo di prenderli per mano e diventare un punto di riferimento”.

L'intervento dell'oncologa

L'associazione Sos per la vita spesso organizza anche degli incontri informativi aperti al pubblico. Oggi, tra gli altri, era presente Elisabetta De Matteis, oncologa dell'ospedale “Vito Fazzi” presso l'unità operativa diretta dalla dottoressa Silvana Leo. De Matteis è referente dell'ambulatorio dei tumori eredo-familiari dell'oncologia del Vito Fazzi ed era presente per spiegare il funzionamento dell'ambulatorio.

“Si rivolgono al Cup senologico anche molte donne che chiedono di fare la mammografia perché hanno familiarità con alcuni tipi di tumore. L'ambulatorio offre consulenze generali, ma anche ad hoc per chi ha familiarità con certe patologie e ha bisogno di ricevere anche i controlli di sorveglianza più intensificati rispetto alla popolazione generale, come una mammografia annuale rispetto a quella biennale – spiega la dottoressa -. La prescrizione della visita deve essere rilasciata da uno specialista dopo una consulenza onco-genetica. Raccomandiamo in generale la mammografia annuale a partire dai 40 anni, associata ad una ecografia mammaria bilaterale. Dai 50 anni in poi si consiglia la mammografia biennale”.

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